La preghiera per il cristiano è un tempo di bellezza, non tanto esteriore, ma interiore. La preghiera è il tempo in cui entriamo dentro il sogno di Dio con il cuore e la mente e scopriamo la bellezza anche del nostro mondo interiore abitato da Dio. E da questo sogno iniziamo a cambiare il mondo.(DOMENICA 16 marzo 2025 – II di Quaresima)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.(dal Vangelo di Luca 9,28-36)
Si chiama Cinecittà il luogo, fondato quasi 90 anni fa, dove a Roma si producono ancora oggi moltissimi film internazionali e anche serie televisive. Cinecittà viene anche chiamata con un termine molto efficace: “la fabbrica dei sogni”. Da questa fabbrica fatta di enormi set e scenografie prendono forma cinematografica storie ambientate in luoghi spesso molto lontani nel tempo e nello spazio, che sono possibili davvero solo nei sogni. Amo molto i film perché nello spazio di un paio d’ore (tempo medio di un film) si può raccontare l’intera vita di una persona, un fatto epico e anche tutta la storia del mondo. Bastano a volte poche inquadrature con le giuste battute e la scenografia adeguata e il sogno diventa visibile e rimane impresso nella memoria.
Gesù porta i suoi tre amici e discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, sul monte. L’evangelista Luca dice espressamente “sul” monte, con sottinteso che non è un monte qualsiasi, ma è un luogo conosciuto da tutti, anche da coloro che ascoltano la storia. È il monte della preghiera, il monte interiore che ci fa salire in alto con la mente e il cuore. E su questo monte, per un tempo che non è quantificato, Gesù diventa luminoso e chiaro. Agli occhi dei suoi amici la storia di Gesù appare comprensibile dall’inizio alla fine. Gesù viene da Dio, e anche se per i capi religiosi appare come eretico e bestemmiatore, in realtà è pienamente in linea con Mosè e Elia, la massima espressione e punto di riferimento della tradizione religiosa di Israele. E la voce che scende dal cielo, da Dio stesso, incredibilmente udibile anche a loro, dice che Gesù, per quando possa sembrare debole davanti alla forza umana, anche quando verrà preso e messo in croce, viene da Dio Padre e deve essere ascoltato.
Questa è la trasfigurazione. È un tempo tra sogno e realtà in cui tutto appare chiaro, possibile e carico di speranza.
Per questo motivo si comprende bene l’espressione di Pietro che dice semplicemente “è bello per noi essere qui”. Pietro e gli altri sperimentano quel momento di trasfigurazione come un momento di bellezza per gli occhi e per il cuore, un momento da fermare per sempre.
Ma come ci succede quando al cinema il bel film che abbiamo gustato e nel quale ci siamo immersi come un sogno finisce, anche per Pietro, Giacomo e Giovanni è venuto il tempo di scendere dal monte e ritornare alla vita normale, che non è chiara, limpida e avvolgente come la visione sul monte. Sarebbe stato bello che quel film non fosse mai finito, ma non può durare per sempre. Il monte della trasfigurazione è come una fabbrica dei sogni, di cui i discepoli hanno bisogno per il cammino di fede con Gesù. La trasfigurazione è quel sogno spirituale che apre gli occhi del cuore e fa vedere oltre la vita quotidiana, e fa comprendere da dove viene Gesù e dove porta la sua storia.
Il tempo della preghiera così importante per noi cristiani potrebbe sembrare davvero un tempo inutile difronte alle tante cose concrete che dobbiamo fare. La preghiera, sia quella personale che quella comunitaria (come lo è la messa), è un tempo nel quale possiamo vedere Gesù, Dio e la nostra stessa vita con occhi più chiari e luminosi. Pregare con il Vangelo, approfondendo le parole di Gesù e imparando dai suoi gesti, è come entrare nella sala cinematografica del nostro cuore e gustare la bellezza trasfigurata della fede. Nella fabbrica dei sogni spirituali della fede possiamo davvero sentire anche noi la voce di Dio che ci parla. Magari non sentiamo questa voce in maniera chiara e immediata, ma Dio comunque ci parla ci fa vedere oltre noi stessi, oltre la durezza della realtà.
Se diamo spazio alla preghiera, un po’ del sogno di Dio prenderà forma anche dentro di noi e potremo dire anche noi insieme a Pietro: “è bello per noi essere qui”.
È bello per noi essere qui in questo mondo anche con i suoi limiti e violenze. È bello per noi essere qui dentro la nostra vita pur segnata da errori e fragilità. È bello per noi essere qui in questa Chiesa non priva di incoerenze e piccolezze. È bello per noi essere qui in questa vita che non è mai perfetta, ma ha solo bisogno di essere guardata con occhi nuovi, trasfigurati. Gli occhi della preghiera.