porte scorrevoli

Ogni incontro nella vita è carico della presenza di Dio. Non solo in Chiesa o durante una celebrazione, ma ovunque siamo il Signore ci fa visita, per coinvolgerci nella sua Storia di Salvezza. E la gioia profonda che avvertiamo è segno davvero che Dio è con noi e fa “danzare” il cuore.
(DOMENICA 22 dicembre 2024 – IV di Avvento C)

 

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
(dal Vangelo di Luca 1,39-45)

 

Cosa sarebbe successo se quel giorno, arrivando alla stazione della metropolitana, Helen avesse perso per un soffio il treno, con le porte che le si chiudono in faccia? Quali sarebbero stati gli incontri mancati con le persone da quel momento in poi?

“Sliding Doors” è un film del 1998, che prova a raccontare in parallelo due storie diverse dello stesso personaggio, interpretato da Gwyneth Paltrow, provando a immaginare due vite diverse, tutto a partire da un treno preso e non preso. Sono gli incontri con gli altri personaggi a cambiare a seconda delle due diverse opzioni, tutto a partire da quelle “porte scorrevoli” della metropolitana che danno il titolo alla storia raccontata.

Potremmo anche noi raccontare la nostra storia personale a seconda degli incontri che abbiamo avuto, spesso molto fortuiti, non programmati, che solo in un secondo tempo vediamo come “scritti” in un destino che, se siamo credenti, attribuiamo a Dio. E mi riferisco sia ad incontri positivi che hanno portato a svolte belle, sia ad altri drammatici che ci hanno segnato nella sofferenza. Come credenti siamo chiamati a pensare che ogni incontro che facciamo nella vita in qualche modo ci indica la strada che Dio ha pensato per noi, e sono carichi della sua presenza.

È quello che ci racconta il brano di Vangelo di questa domenica, che precede di pochi giorni il Natale, quando la strada di Dio eterno incontra a Betlemme la strada limitata dell’umanità. Maria dopo aver fatto esperienza di Dio nell’annunciazione, una esperienza tutta personale e spirituale, è chiamata a incontrare Elisabetta, sua parente, che è per lei segno che Dio fa cose grandi nella storia dell’umanità.

Maria incontra Elisabetta e proprio sulla porta di casa si accende la luce di Dio. Dal semplice saluto (“Shalom”) di Maria, Elisabetta sente che è Dio in persona a farle visita e a benedire la sua vita, che a causa della sterilità sembrava maledetta agli occhi suoi e del popolo. Sulla porta di casa scatta la gioia che coinvolge anche Giovanni Battista nel grembo della madre. E Maria, che sembra ancora sulla soglia di casa, appena entrata, dirà il suo “magnificat” a Dio.

Se dal punto di vista della cronaca superficiale quell’incontro non ha nulla di straordinario, perché è solamente una donna che visita un’altra donna, l’evangelista Luca ci racconta quello che sta “dentro” quell’incontro, ed è l’esperienza di Dio che visita l’umanità. Dentro quell’incontro c’è già tutto il Vangelo. Infatti il Vangelo ci parla di Dio che incontra l’umanità attraverso l’umanità di Gesù. Il Vangelo è pieno di incontri che cambiano la vita delle persone, sia nella guarigione del corpo ma soprattutto in quella dello spirito. I pastori e i magi incontrano il bambino Gesù a Betlemme dopo aver accettato l’invito di angeli e hanno seguito una stella. Gesù incontra i discepoli lungo il lago e sale sulla loro barca per poi coinvolgerli come pescatori di uomini. Gesù incontra Zaccheo sull’albero e va a casa sua e gli cambia la vita. Gesù incontra ciechi, lebbrosi, vedove e poveri lungo le strade, e in quegli incontri rinasce la vita e la speranza. Le donne la mattina di Pasqua incontrano angeli che parlano di vita in un luogo di morte, e passano da una triste rassegnazione al gioioso annuncio della resurrezione.

Quanti incontri nel Vangelo hanno cambiato la storia dell’umanità! Se non fossero avvenuti, ora non avremmo Gesù e il Vangelo.

Vale così anche per me oggi, e questo incontro tra Maria e Elisabetta mi ricorda che ogni incontro nella vita può essere una visita del Signore che vuole coinvolgermi nella sua storia di salvezza.

Gli incontri con il Signore hanno due caratteristiche fondamentali. La prima è che avvengono ovunque e non solo nei luoghi ritenuti sacri e non solamente durante i riti religiosi, ma gli incontri con il Signore avvengono dappertutto, sulla porta di casa così come per strada, sul luogo di lavoro, dentro un ospedale così come in un luogo di divertimento, sia nei momenti di riposo che lavorando, in momenti di serenità così come in quelli di sofferenza. La seconda caratteristica è la gioia, perché sempre l’incontro con Dio è per il nostro bene e per la nostra felicità. Magari non lo avvertiamo subito, ma il Signore vuole farci danzare dentro nel cuore, nel profondo, così come Giovanni non ancora nato ha “danzato” nel grembo di Elisabetta.

Lasciamoci incontrare dal Signore che ci vuole fare visita. Non possiamo decidere quando, come e dove, ma avviene… nello scorrere delle porte della nostra vita.

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