La bellezza della cattedrale parigina restaurata e riportata alla luce degli inizi mi ricorda la bellezza del cuore di Maria. La ragazza di Nazaret è come noi, carica di domande, paure e dubbi, ma è anche bella per il suo coraggio di accettare un compito pensato per lei da sempre, ma comunque enorme.
(DOMENICA 8 dicembre 2024 – II di Avvento e Immacolata Concezione)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
(dal Vangelo di Luca 1,26-38)
Mi hanno molto colpito in questi giorni le immagini di Notre Dame di Parigi riaperta alla visita e al culto dopo l’incendio del 2019. Dopo cinque anni dal disastro che ne ha distrutto il tetto e la famosa guglia, il restauro ha restituito la Cattedrale allo splendore originale. Sono soprattutto le immagini dell’interno della chiesa a stupirmi. Le volte, le colonne e gli arredi risplendono di una luce e di un colore che non solo azzerano l’incendio recente ma sembra anche riportare tutto al suo inizio nel medioevo, come fosse appena costruita. La cattedrale si presenta davvero immacolata, senza macchia del fuoco e del fumo, senza alcun segno del crollo delle volte. Per la riapertura di questo simbolo di Parigi e della Francia ci sono quasi tutti i potenti della terra, per un evento che non è una semplice inaugurazione di un edificio ma anche un simbolo e forse una profezia.
La data scelta dalla laica Francia è proprio una solennità che riguarda Maria, la nostra signora del cielo e della terra. Questa domenica che cade l’8 dicembre, la Chiesa guarda a Maria come Immacolata Concezione, cioè venuta nel mondo senza quella macchia di peccato che ha segnato fin da subito l’umanità. Il dogma dell’Immacolata, così come è stato formulato alla metà del XIX secolo, risente molto della concezione della persona e della vita del tempo, e se male interpretato rischia di mettere Maria su un piedistallo di diversità da noi che non è certo intenzione del Vangelo.
Il dogma ci dice che per quando la Storia umana sia piena di errori e infedeltà, di allontanamenti da Dio e travisamento dei suoi insegnamenti, nulla è impossibile a Dio, e Lui ha pensato a ciascuno di noi per un compito di vita, di speranza e di collaborazione per il bene del mondo. Così è stato per Maria, che fin dall’eternità, ancora prima di ogni storia di peccato umano, e anche prima di ogni sua personale fragilità di donna del suo tempo, è stata scelta per un compito unico, diventare madre del Figlio di Dio.
Maria è salutata dall’Angelo come “piena di grazia”, perché ha dentro di sé tutto l’amore di Dio ancora prima del suo “si”. Maria ci ricorda che siamo amati non perché ce lo meritiamo ma per il semplice fatto che esistiamo. Maria è “piena di grazia” anche con le sue domande e dubbi che il racconto del Vangelo non nasconde, perché sono anche i nostri dubbi e le nostre domande.
Maria è turbata davanti a cose più grandi di lei così come lo siamo anche noi quando la vita ci presenta passaggi difficili e scelte che ci appaiono più grandi delle nostre forze.
Maria si domanda cosa significano le parole dell’angelo, così come noi ci facciamo tante domande su Dio, sulla religione, sugli insegnamenti che abbiamo ricevuto, e non tutto ci appare chiaro e coerente. Farsi domande non è segno di poca fede, ma al contrario è vivere la fede in modo vero e non “da schiavi”.
Maria alla fine dice “si” all’angelo, cioè alla proposta di Dio. Senza quel piccolo semplice “eccomi sono la serva del Signore”, l’Onnipotente Dio non avrebbe fatto nulla e non avremmo avuto Gesù. La piccola Maria è grande dentro, coraggiosa e forte, anche con le fragilità della persona umana.
Ecco perché Notre Dame di Parigi, immacolata dopo il restauro, bellissima di nuovo oltre incendi e disastri che ha avuto lungo la sua centenaria storia, diventa una bella immagine del cuore immacolato di Maria. Il cuore coraggioso e bello della ragazza di Nazaret illumina anche il nostro cuore e ci dice che non esiste disastro così grande che lo possa distruggere per sempre. Maria con il suo cuore bellissimo e immacolato illumina anche noi e ci dice che possiamo fare anche noi la nostra parte affinché Dio, con il suo Amore, entri dentro la Storia umana.
Giovanni don