domenica 17 febbraio 2008
Seconda domenica di quaresima
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In quel tempo, Gesù prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
(dal Vangelo di Matteo 17,1-9)
Giovedì di questa settimana scadeva il 14 febbraio.
Questa data per molti di noi significa solo una cosa: San Valentino, la festa degli innamorati. Pochi sanno che liturgicamente è la festa dei Santi Cirillo e Metodio i due fratelli vissuti nel IX secolo e patroni insieme a San Benedetto della nostra Europa.
Anch’io andando in giro per la città non ho certo pensato a Cirillo e Metodio ma alla festa di San Valentino.
Verona era piena di cuori e cuoricini appesi per le strade e nei negozi. C’erano anche molti palloncini a forma di cuore che le persone portavano in mano. Probabilmente li davano gratis a da qualche parte. Era davvero molto festoso vedere tutte queste persone con il palloncino in mano: coppie di fidanzati e coppie di sposi, e anche intere famiglie e bambini. Mi ha colpito molto una coppia di due signore anziane che pian piano camminavano sul marciapiede l’una stretta all’altra. La più anziana delle due, che sembrava avesse più difficoltà nel camminare ed era sorretta dall’altra, aveva in mano lo spaghetto con attaccato in alto il cuoricino rosso del palloncino. Entrambe sorridevano e andavano lentamente avanti in mezzo alle famiglie più giovani che le sorpassavano. Tutti quei cuoricini colorati, compreso quello delle due signore anziane, mi hanno dato un immagine dell’amore che mi ha fatto davvero riflettere.
L’amore è un esigenza profonda di ogni essere umano ad ogni età e in ogni situazione di vita. L’amore lega due o più persone in un reciproco sostegno. Dietro ogni persona che conosciamo e che incrociamo per strada c’è una storia d’amore, a volte appena sbocciata oppure consolidata nel tempo, a volte è una storia d’amore bella oppure difficile e in crisi… Quei palloncini colorati della festa di San Valentino mi ricordavano che ci sono tantissimi legami d’amore nelle persone e senza questo amore la vita si spegne e si muore. Non posso dimenticare che ogni persona, me compreso, non può far a meno di amare e di esser amato.
L’amore è fragile come un palloncino colorato al quale basta poco per scoppiare, va quindi tenuto con cura evitando di porre troppa attenzione a noi stessi e alle cose immediate. L’amore è fragile anche quando la vita si fa dura e quando le incomprensioni aumentano. Abbiamo bisogno di rinnovare i nostri patti d’amore con coloro che sono nella nostra vita. Abbiamo bisogno, quando c’è più buio che luce nelle relazioni, di ritrovare le motivazioni più vere per andare avanti e rimanere fedeli.
La festa di San Valentino, anche se può sembrare futile e consumistica, ha una sua utilità : ricordare che l’amore è davvero al cuore di ogni esistenza e senza amore moriamo.
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Gesù porta sulla montagna i suoi discepoli e davanti a loro mostra per un attimo che dietro la fatica della loro amicizia c’è una luce profonda. E’ la luce della fedeltà di Dio verso Gesù e anche verso di loro. Anche se crescono i contrasti dentro e fuori il gruppo degli apostoli, e anche se a volte Gesù è difficile da amare e da seguire perchè propone una strada difficile e piena di incognite, l’amore promesso da Gesù ai suoi amici e l’amore tra Gesù-uomo e Dio non sono finiti. La trasfigurazione è un po’ come la festa di San Valentino per i discepoli. E’ una sera particolare nella quale Gesù ricorda loro con un segno straordinario e luminoso che il suo amore è fedele e che anche Dio mantiene le promesse d’amore. Per questo Pietro a nome degli altri dice “Signore, per noi è bello stare qui…” e vorrebbe fermare per sempre questo momento di luce dove amare Gesù e sentirsi amati da lui è facile e immediato. Gesù ha capito che il legame con i suoi discepoli è fragile come un palloncino colorato e quindi offre loro una pausa nel duro cammino verso la croce.
Abbiamo bisogno anche noi, discepoli di oggi, di avere momenti come questo, perchè anche noi come i discepoli facciamo fatica a rimanere fedeli nell’amore verso Dio.
Chiediamo a Gesù momenti come questo dato ai discepoli. Chiediamo questi “san Valentino” della fede che, come la festa degli innamorati, non accadono ogni giorno, ma ogni tanto servono a ricordarci che al di la delle fatiche di credere, l’amore di Dio rimane ed è irrinunciabile per noi.
Giovannidon
ciao! ho scoperto solo la settimana scorsa il tuo sito, grazie per la concretezza nel vivere la Parola di Dio, complimenti per le vignette, continuerò a far visita a queste pagine fanno davvero bene al cuore e alla vita di tutti i giorni!
sr deborah
Che dire di più?
Perfetto e verissimo.
Ciao
mi piacciono molto le vignette che regolarmente giro ai miei amici sacerdoti, quelli giovani che ovviamente sono più tecnologici
grazie anche per la semplicità con cui ti esprimi
nelle letture di tutta la settimana c’è il tema dell’amore ma il vangelo della trasfigurazione è quello che ci porta più in alto Gesù si fa vedere tutto come egli è invece noi nascondiamo sempre un po’ di noi meno male che lui sa bene come siamo
come non essere felici di essere cristiani!
paola
Ho usato il tuo commento a catechismo. Forte!
Buona vita!
la sera di san Valentino sono uscita a cena con un’amica mentre eravamo sedute al tavolo abbiamo visto una coppia di ottantenni passarci vicini a braccetto, elegantissimi, lei aveva la pelliccia e lui una cravatta piuttosto appariscente e dei bei baffoni, lei teneva una rosa rossa tra le mani e la mostrava con pudore e lui si guardava in giro tutto fiero di accompagnare la sua innamorata…
L’amica con cui ero a cena è “diversamente abile” ma è anche splendida. E’ tanto splendida che si ‘ innamorata di un ragazzo che però da poco si è fidanzato e progetta di andare a convivere con la fidanzata e lei pur soffrendo pur dicendo “sento un dolore qui” puntando alla bocca dello stomaco dice “ci vuole tempo, passerà , comunque so che mi vuole bene e che resteremo sempre amici”