Domenica 20 maggio 2007
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città , finchè non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betà nia e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
(dal Vangelo dell’Ascensione, Luca 24,46-53)
Oggi Gesù smette di far miracoli. Oggi, salendo in cielo si stacca dai suoi e non li stupisce più con discorsi e gesti prodigiosi…
Ma perchè se n’è andato? Non abbiamo ancora bisogno di lui? Il mondo non ha ancora bisogno delle sue parole e dei suoi miracoli?
L’ascensione di Gesù tra le nubi del cielo sembra esser davvero la festa degli atei, cioè di coloro che sono convinti che in fondo siamo soli nel mondo e che Dio non è con noi e tanto meno il suo Messia.
E allora che cosa è la Chiesa, che cosa rimane di essa? E’ un semplice gruppo numeroso di nostalgici di un portentoso mago e guaritore? La Chiesa è solo che un gruppo ben organizzato che fa un po’ di carità concreta sulla scia di un fondatore che ha dato un buon esempio da seguire? La Chiesa è nient’altro che un’organizzazione di potere ben strutturata dove è chiaro chi obbedisce e chi comanda?
Se davvero pensiamo che l’ascensione è la scomparsa di Gesù dalla storia umana allora tutto quanto detto sopra è vero e tra tutte le organizzazioni umane la Chiesa risulterebbe una tra le più inutili e dannose…
Ma l’ascensione di Cristo al cielo non è l’ultimo atto della sua vicenda. Se così fosse sarebbe davvero del tutto inutile quel che è successo con Gesù, compresa la sua eroica morte e la sua incredibile resurrezione.
Lo dice il Signore stesso quando invita gli apostoli ad aspettare di essere “rivestiti di potenza dall’alto” prima di cominciare a muoversi.
La “potenza che viene dall’alto” è l’annuncio del dono dello Spirito Santo il giorno della Pentecoste.
La Chiesa in tutte le sue articolazioni e azioni nasce da questa potenza che le viene dall’alto, da Dio stesso, dal Risorto stesso. La potenza della Chiesa non le viene dal suo interno, nè dalle sue organizzazioni anche perfette e neppure dal consenso umano e sociale.
Lo Spirito Santo è la potenza vera che fa si che la comunità dei cristiani sia il segno vivo che Gesù non si è perso nelle nubi e che il suo insegnamento non è una cosa “per aria” che c’entra poco con la vita terrena!
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Vieni Spirito Santo,
vieni Spirito di Gesù Risorto!
Scendi dall’alto del Dio-Amore
nel basso della nostra vita.
Portaci in cielo con Gesù
conducendo noi, suoi discepoli,
a puntare sempre verso l’ideale del Vangelo.
Risolleva, o Consolatore,
chi si sente schiacciato al suolo dal dolore e dalla solitudine,
e rialza anche noi quando siamo ripiegati
sulle nostre piccolezze ed egoismi
e dimentichiamo così le parole di Gesù.
Risolleva la nostra fede quando si perde
di fronte alle fatiche della vita e dell’amore,
e aiutaci a credere che il Cielo
non è infinitamente lontano e staccato dal mondo,
ma al contrario lo avvolge
e rende possibile l’inizio del Regno di Dio
anche qui dove siamo noi
e per mezzo di noi.
Giovannidon
certo, se Gesù fosse ancora fra noi, la nostra vita sarebbe diversa… me li immagino come sarebbero i titoli dei giornali, gli special alla tv sui suoi miracoli, le interviste in mondo visione e il delirio di fede che provocherebbe con la sua presenza nel nostro pazzo pazzo mondo. Ma in questa pagina di vangelo leggo un significato in più nella sua esperienza terrena che dà una nuova luce ai suoi insegnamenti. Lui non c’è più perchè al suo posto ci siamo noi, ci dobbiamo essere noi, intesi come comunità cristiana cattolica e non, ma più in generale come ‘Uomini’. Già , perchè a mio modo di vedere, Gesù ci ha fatto un altro immenso dono, oltre alla sua vittoria sulla morte e sulle nostre paure più profonde: ci ha detto che siamo tutti uomini, capaci di grandi errori e peccati, ma ci ha anche fatto capire che dentro di noi, nascosta, c’è la potenzialità per diventare ‘Uomini’, capaci di veri miracoli d’amore. Con le sue parole, ci ha innalzati ad un livello più alto della semplice sopravvivenza su questo pianeta in questo preciso momento storico. Ci ha fatto capire che valiamo più della somma dei nostri istinti, che possiamo fare molto per aiutarlo a sconfiggere il male, che abbiamo il dovere di cambiare il mondo. E’ nelle nostre forze, lo possiamo fare, non farlo equivarrebbe ad uno spreco di tempo. Per questo se n’è andato a guardarci dall’alto. Perchè senz’altro sapeva che la sua fiducia in noi, nonostante il nostro continuo zoppicare, non è malriposta. Siamo la sua scommessa, e se pensiamo al cammino che la cristianità ha fatto nel mondo e nella sua storia, non possiamo che ringraziarlo di questa chance e guardare avanti con fiducia. Alla prox, max!