la pazienza di Dio e la nostra impazienza!

Domenica 11 marzo 2007
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…Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Tà glialo. Perchè deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finchè io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà  frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai».
(dal Vangelo della III domenica di Quaresima, Luca 13,1-9)

Il fico è stato piantato per raccogliere a suo tempo frutti dolci e nutrienti. E’ questa la sua vocazione… ma la pianta sembra avere la vocazione solo di sfruttare il terreno e di non dare nulla.
Quanta pazienza ha questo vignaiolo con questa improduttiva pianta! Lui ha fiducia che potrà  dare il frutto che ora non si vede, basta prendersi cura di lei e non condannarla subito.
Sono queste la stessa pazienza e la stessa cura che Dio ha con me.
Dovrei produrre frutti buoni, che servono ad addolcire e nutrire la vita di altri. Ma mi accorgo che dai rami delle mie giornate a volte non pende nulla. Eppure sono stato piantato in questo mondo perchè non resti improduttivo.
E non parlo dell’ansia produttiva dell’economia e della materia, ma del bisogno che l’uomo nel mondo produca amore. Per questo io sono stato piantato nel pezzetto di terreno dove sono ora, che è la mia parrocchia, le mie amicizie, la mia famiglia e quel pezzetto di umanità  che incontro nella mia vita quotidiana.

    Ma Dio ha pazienza con me. Non mi taglia subito. Si prende cura di me con tutti i mezzi d’amore che lui conosce. Mezzi a volte misteriosi che lui sa essere sanificanti per me. Lui crede in me e nella mia possibilità  di ritornare a dare frutti dolci e buoni.
    Ma io ho la stessa pazienza con me stesso?
    So tener duro di fronte alle delusioni quando mi vedo improduttivo? So prendermi cura della mia vita spirituale in modo che ritorni a dare i buoni frutti?
    E ho la stessa pazienza con chi mi sta vicino e dal quale a volte pretendo troppo e subito?
    Tutti siamo come il fico della parabola. Tutti siamo sotto la pazienza e la cura di Dio, che crede ancora nell’uomo che Lui ha piantato nel giardino della storia.
    La stessa pazienza e cura viene chiesta a me, a noi.
    Pazienza e cura in modo che, anche se poco, ognuno ritorni a dare il frutto buono per il quale è stato piantato da Dio

Giovanni don

3 comments

  1. C’è un albero nel salmo 1, che è piantato vicino all’acqua e verso l’acqua stende le radici. A suo tempo darà frutti e le sue foglie non ingialliranno mai. E’ più bella dell’immagine grama del fico a rischio, bisognoso di concimazione . Individualmete possiamo sentirci ora l’uno ora l’altro, ma se ci pensassimo come comunità ? Siamo già stati concimati dal sinodo? Aspettiamo un altro anno?

  2. Bellissimo il situz……..complimenti veramente…..
    Molto spesso i commenti sul Vangelo che scrivi ogni settimana sono meglio delle prediche del parroco….. LoL
    XD XD XD

  3. Di questo brano ho sentito il commento di un sacerdote…
    parlava del tempo che passa e di quanto renderemo conto a Dio quando moriremo. Senza dubbio è uno dei “link” di questa parabola.

    Ma a me veniva in mente che “abbiamo un avvocato presso il Padre” e che il “tribunale” della confessione è composto solo di un difensore. Non so se sono io che cerco i “link” più comodi… ma abbiamo un Dio amorevole (il che non significa certo “tonto”), perchè mai mettergli in mano sempre e solo la partita doppia dei nostri errori? Come se non ci conoscesse e si limitasse ad aspettarci al varco….

    Grazie.

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