In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità !”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
(dal Vangelo di Matteo 21,33-43)
Domani a Roma inizia il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, voluto da papa Francesco, e che porterà la Chiesa di tutto il mondo, per una quindicina di giorni, a riflettere su questa esperienza umana così centrale e fondamentale che è appunto la famiglia.
Siamo in un periodo storico dove sembra che solamente la questione economica sia centrale e problematica. In realtà anche l’identità , la vita e i problemi della famiglia non vanno dimenticati e messi in secondo o terzo piano.
Dentro la Chiesa c’è molta attesa su cosa diranno i vescovi e in papa riguardo questioni molto difficili e controverse come ad esempio il divorzio, le seconde nozze, i sacramenti a coloro che pur se divorziati intraprendono un’altra relazione e matrimonio civile.
La questione non è solo stabilire nuove regole o ribadire quelle di sempre, ma è importante che i vescovi si ritrovino senza paura e censure, per ripensare alla famiglia e spingere l’intera comunità dei cristiani ad affrontare le nuove sfide della famiglia oggi.
Il Vangelo ci parla di una vigna, che nella bibbia è immagine del popolo di Dio, affidata a qualcuno che doveva averne cura senza essere il proprietario, ma che alla fine se ne impossessa con violenza, arrivando ad uccidere persino il figlio del padrone. Da una missione di cura, i vignaioli arrivano alla depredazione con l’inganno e la violenza.
Gesù sta parlando ai capi religiosi del suo popolo, e quando Matteo evangelista scrive questa parte del Vangelo, ha davanti il primo gruppo di cristiani, che si sta interrogando sulla propria identità e missione.
Gesù vede se stesso in quel figlio ucciso dai vignaioli, che sono i capi religiosi del popolo di Israele, che pur di non perdere il proprio potere arrivano all’incredibile, cioè eliminare Dio stesso.
La sete di potere annebbia persino la fede e allontana da Dio, anche se si sembra di servirlo. E’ questa la forte accusa di Gesù ai suoi contemporanei che pensando di servire Dio in realtà servono se stessi.
Ma alla fine perderanno tutto, perchè hanno rifiutato Dio.
La comunità cristiana dei primi tempi sa che è lei questo nuovo popolo di Dio a cui è affidata la vigna del Signore. Importante è non cadere nello stesso errore di quelli che sono venuti prima di loro, cioè sentirsi proprietari della volontà di Dio e del suo Regno, irrigidendosi in posizioni chiuse e violente (come quelle dei vignaioli che si trincerano dietro la loro posizione e arrivano ad uccidere pur di non perdere i privilegi acquisiti)
Noi come cristiani di oggi, troviamo in questa parabola la nostra identità e missione. A noi è affidato il mondo e il piano di Dio di portare frutto nell’amore. Non siamo proprietari di nulla e non possiamo che metterci sempre a disposizione del vero e unico proprietario del mondo che è Dio.
Anche il più in alto nella Chiesa alla fin fine non è altro che un servo come tutti, e come servo è chiamato ad ascoltare disposto anche a cambiare, pur di non tradire la fiducia del padrone del mondo e della storia che è di Dio.
Preghiamo dunque perchè in ogni nostra azione non prevalga mai la sete di potere e controllo del prossimo, ma il desiderio di servizio, rifiutando ogni forma di violenza e prevaricazione.
Che sia anche questo lo stile con il quale i nostri vescovi insieme al vescovo di Roma, cioè il papa, si interrogano sulla famiglia e sulle nuove sfide della modernità riguardo il matrimonio, i figli e la vita famigliare. Preghiamo perchè il loro sia un atteggiamento di servizio e non di comando e controllo, e sia l’ascolto attento e vero, il primo e fondamentale atteggiamento dal quale partire per ogni discussione e decisione.
Giovanni don
Accompagniamo il Sinodo sulla famiglia con la preghiera quotidiana affinchè vengano individuate scelte pastorali secondo il progetto di Dio in modo tale che ogni famiglia possa camminare con forza e alla luce del Vangelo. Dio Padre custodisci il nostro cuore e la nostra mente in Cristo Gesù per essere servi e non padroni nella tua vigna.
“Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità ! .”
2000 anni dopo ecco che lo Stato uccide Dio sotto la bandiera della Laicità .
E vuole in eredità i Doni di Dio, come la famiglia, la genitorialità , il matrimonio, la curia per i figli,
Si ritrova invece: nozze omo, FIVET, divorzi lampo, … e sono già pronte le direttive ministeriali per inculcare nei nostri figli l’ideologia gender sin dalle elementari.
I cristiani, come servizio, potrebbero dire che non sono d’accordo con questo Stato …
ma occorre coraggio, come alle prime comunità :
quanti sono disposti a scendere oggi, per l’amore in Dio, nelle nuove fosse dei leoni?
(a cosa mi riferisco? ecco:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sentinelle-aggredite-il-silenzio-spaventa-i-violenti-10531.htm
… provare per credere!)
“A noi è affidato il mondo e il piano di Dio di portare frutto nell’amore. Non siamo proprietari di nulla e non possiamo che metterci sempre a disposizione del vero e unico proprietario del mondo che è Dio”. Verissimo, don Giovanni. Non siamo proprietari di nulla. Ma molto spesso ce ne scordiamo. E ci comportiamo come lo fossimo. Signore, aiutaci a capire che il mondo che viviamo è in “comodato d’uso gratuito”. L’abbiamo ereditato da chi c’era prima. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo. Affinchè la tua vigna porti sempre buon frutto.
Caro @Giuseppe
leggendo la tua conclusione
“Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo. ”
Pensavo al fatto che noi riceviamo tutto come un Dono …
Un po come nella parabola dei Talenti, dove i servi ricevevano le somme come Doni, da costodire è vero, … ma anche da utilizzare per portare frutto …
🙂
I quali, a loro volta, saranno Dono per altri.
🙂
Il semplice custodire sotto la sabbia non sembra piaccia molto.
… continua
da queste considerazioni ne deriva il DOVER uscire, (Come ci chiede il Papa) per comunicare, e mostrare i Doni che il Signore ci ha dato e la necessità di preservarli, custodirli, e condividerli “moltiplicati” da Lui.
Anche a costo di rimetterci, come facevano i primi cristiani, … e come possiamo fare anche noi oggi:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sentinelle-aggredite-il-silenzio-spaventa-i-violenti-10531.htm