che ve ne pare?


DOMENICA 25 settembre 2011

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà  del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità  io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
(dal Vangelo di Matteo 21,28-32)

Questo dialogo che ascoltiamo tra Gesù e i capi religiosi si svolge in uno dei luoghi più “pericolosi” per Gesù: il Tempio di Gerusalemme. Nel Tempio, centro della vita religiosa e punto di riferimento per gli ebrei del tempo, Gesù si trova spesso a discutere e a dibattere con quelli che sono i suoi “nemici” e che lo porteranno alla croce proprio come bestemmiatore e “nemico della religione”. Poche righe prima, sempre nel capitolo 21, l’evangelista Matteo racconta di come Gesù, entrato nel Tempio, si scontra con i venditori e con coloro che hanno permesso che il luogo dell’incontro con Dio diventasse un mercato.
Alberto Maggi, grande e profondo biblista, in una conferenza dov’ero presente qualche tempo fa, faceva notare come Gesù è davvero più a suo agio con quelli che sono considerati “lontani” rispetto a quelli che sono i più “vicini” a Dio, le persone religiose del suo tempo. Basta pensare che i primi ad accogliere il messia, dopo i suoi genitori, sono proprio i pastori e non i capi religiosi del suo tempo, e dopo i pastori i lontani e misteriosi Magi venuti dall’Oriente e non dalla vicina Gerusalemme. Lungo tutto il racconto del Vangelo Gesù dona i suoi più grandi insegnamenti proprio alle folle piene di pubblicani e prostitute, dalle quali non si fa problemi a farsi toccare. E anche i suoi più stretti collaboratori non se li sceglie tra i teologi contemporanei, ma fra pescatori ed esattori delle tasse. E non possiamo dimenticare come proprio nella sua patria, Nazareth, Gesù troverà  poco spazio e accoglienza.
Il Tempio dunque è un luogo difficile per Gesù, e questo davvero suona strano e fuori di logica. Come mai il luogo dove maggiormente ci sono i segni e gli insegnamenti di Dio, è anche il luogo che accoglie più difficilmente la novità  del Vangelo? E qui scatta la domanda per me e per noi oggi: “Che ve ne pare?”

    Gesù racconta la parabola dei due figli (che ricorda molto quella più lunga e articolata che troviamo nel Vangelo di Luca, la parabola del figliol prodigo) ai capi religiosi. Sono coloro che credono di stare dalla parte di Dio solo perchè insigniti del ruolo di capi e perchè non sono pubblicani e peccatori. La loro arroganza religiosa li porta a sentirsi separati da quelli che non sono in linea con il giusto comportamento morale. Sentono di avere il diritto di giudicare da loro stessi chi è dentro e chi fuori, chi giusto e chi ingiusto, chi è con Dio e chi è contro Dio.
    Gesù appositamente parla di due figli, nei quali possiamo riconoscere da una parte i pubblicani e prostitute e tutti coloro che sono considerati lontani, e dall’altra questi capi dei sacerdoti e anziani del popolo. Gesù già  con la scelta di parlare di due figli, dice che in fondo tutti sono figli, allo stesso modo, con la stessa dignità  di base, con lo stesso trattamento da parte di Dio. Per Dio tutti siamo figli, anche se noi spesso facciamo di tutto per separare in base alla razza, alla condizione sociale, alle capacità  e abilità , alla ricchezza e anche alla vita morale. Siamo subito pronti a sottolineare le differenze tra di noi, e cosa ci rende migliori o peggiori gli uni dagli altri, rimanendo sempre in bilico tra incontrarsi e farsi la guerra.
    Per Dio, così come Gesù continuamente insegna, siamo tutti figli. A tutti vengono date le stesse possibilità  di fare la sua volontà , anche se in situazioni e occasioni diverse.
    L’unica differenza che c’è è l’accogliere o meno la volontà  di Dio nella propria vita, che tradotto in altri termini, è accettare di far diventare vita concreta, là  dove siamo e nella condizione dove ci troviamo, gli insegnamenti di Gesù.
    Noi da che parte stiamo? Ci riconosciamo più nel primo o nel secondo figlio?
    Personalmente mi sento a volte l’uno e a volte l’altro. A volte mi sembra di vivere una religiosità  di facciata che dice “si” con le labbra, ma nel cuore e poi nei fatti concreti va da un’altra parte. Altre volte mi sento come il secondo figlio, cioè avverto la difficoltà  di essere cristiano fino in fondo e mi trovo spesso distante nel vivere la mia fede, ma accetto di rimettermi nella strada delineata da Gesù nel Vangelo.
    E sento che in questo cammino quotidiano di metter in pratica la parola di Dio, non sono solo. Ci sono altri come me, figli e figlie di Dio come me che hanno le stesse fatiche ma anche la stessa voglia di vivere il Vangelo.
    Che ve ne pare?

Giovanni don

nota sui commenti
GRAZIE DI CUORE A CHI LEGGE E ARRICCHISCE CON UN COMMENTO LA MIA RIFLESSIONE.
CHIEDO PERO’ COMMENTI PIU’ BREVI E SCAMBI MENO ACCESI, IN MODO DA LASCIARE SPAZIO ANCHE AD ALTRI E NON MONOPOLIZZARE LE DISCUSSIONI…
grazie
Giovanni don

32 comments

  1. D’accordo con questa parola di Gesù…abbiamo scegliere una strada: quanti volte abbiamo detto “non ho voglia”…dobbiamo essere cristiani che non abbiano paura di esserlo in verità ….

  2. Ancora una volta grazie a te don Giovanni per la freschezza e la verità della tua riflessione che tocca anche la tua esperienza personale. Non hai motivo di sentirti solo in quello che dici di te stesso: credo che capiti a tutti di essere a volte l’uno e a volte l’altro fratello, a me di certo!
    Mi capita spesso si sentirmi emarginata, anche in parrocchia, a causa di un problema motorio che mi limita abbastanza, ma poi ripago i fratelli e le sorelle con critiche e mormorazioni, ossia con la stessa moneta, sentendomi a mia volta migliore di loro…
    Anche e soprattutto nel tempio del Signore abbiamo bisogno che sia Lui a guidarci e illuminarci: il nostro comportamento E’ LA TESTIMONIANZA che, di fatto, diamo a chi ci vede!

  3. Buona sera don Giovanni, seguo spesso in silenzio,rubo un pò di spazio per comunicarVi che ho prelevato una Vs vignetta e pubblicata nel mio blog,(citando la fonte ) se la cosa Vi dispiace provvederò subito a rimuoverla.
    Buona domenica

  4. Sì, caro don, in questo cammino quotidiano non sei solo. A volte il prete si sente solo perchè non sa condividere con i fratelli e le sorelle le sue fatiche, le sue preoccupazioni, la sua chiamata… Ho usato il termine prete e non sacerdote perchè anch’io ho imparato da Alberto Maggi la differenza fra i due vocaboli.
    Dio non è un dovere: è Amore, quindi è attrazione! Non possiamo essere Figli per costrizione! Non potremo amare mai qualcuno per costrizione! Penso, a questo punto al figlio dell’altra parabola, quello che è sempre stato con suo padre, ha lavorato per suo padre, ma non riesce a condividere la gioia del Padre per il ritorno di suo fratello.
    Ed è lo stesso atteggiamento degli operai della prima ora: sono gelosi di quanto hanno ricevuto quelli dell’ultima ora.
    Il nostro cuore è sempre troppo piccolo, il nostro amore sarà quasi sempre la brutta copia di ciò che dovrebbe essere, ma Gesù ha tanta fiducia in ognuno di noi… e Gli basta il nostro poco per fare il Suo Regno…

  5. oggi ho vissuto la Santa Messa, che Dio mi ha concesso, proprio con questa lettura del Vangelo, oltre alle altre letture, nell’occasione del Trigesimo del mio papà spirato 30gg fà . e condivido in pieno le ultime parole del Sacerdote nella sua Omelia: “la libertà , la vera libertà è nel fare la volontà del Padre nostro, solo così si è liberi”. Non è facile, presi x come siamo dalle nostre lotte quotidiane. Io ho scelto di recente di seguire nostro Signore Gesù Cristo, in fondo non devo fare altro che portare la mia Croce e affidarmi a lui! pace e bene!!!

  6. Credo che essere cristiano è un cammino tutt’altro che semplice,ma anche la ragione per cui vale la pena di aprire ogni giorno gli occhi:Gesù.Io proprio questi giorni ho pronunciato queste parole riguardo un servizio che mi è stato richiesto per i giovani:”Non ho voglia”,”siamo sempre gli stessi”,ma poi ho deciso che dirò di si.

  7. Io trovo importante leggere l’invito del Padre a “lavorare nella vigna. Invita i figli a lavorare, non a discutere, pregare o contemplare. Il Signore è la via della verità della vita che bisogna percorrere, ma facciamo attenzione affinchè questa verità non diventi una verità puramente teoretica della ragione, bensì rimanga la verità pratica della fede, fondata sull’esperienza, la decisione e l’agire.
    La verità del cristianesimo non deve venire contemplata, teorizzata, ma fatta, praticata.
    Oggi qualcuno dà una grande importanza all’ortodossia; abbiamo condiviso in altri post differenti professioni di fede che si devono certamente rispettare, ma penso che per l’essere cristiani è più importante qualcosa d’altro. Mai Gesù ha detto “parla con me , ma ha detto “seguimi : non prima una professione di fede, ma una sequela pratica, non il dire “Signore, Signore è decisivo, ma il “fare la volontà del Padre .
    A lungo andare, nel cristianesimo, la stessa sicura fede in Gesù si è fin troppo risolta in una fede di proposizioni (che può essere controllata, imposta e corredata di sanzioni), così che passa in secondo piano l’adesione esistenziale secondo il modello e lo spirito di Gesù.
    Troppa ortodossia, troppi “si Signore”, e poca ortoprassi; da qui lo smarrimento di molti “cristiani che non comprendono più la proposta cristiana.

    Nello stesso contesto del vangelo Gesù denuncia l’istituzione religiosa come un grande albero di fichi pieno di foglie……bellissimo, imponente, sontuoso…ma senza nessun frutto, è come se fosse già secco, sterile.

  8. Grazie don… Anche io sono convinto dell’importanza di quello che dici, della “voglia di vivere il Vangelo” nonostante la fatica, della ricerca fatta onestamente e coraggiosamente insieme a persone che incontriamo lungo il cammino… piuttosto che restare “arroccati” e comodi nel “sentirsi in regola”, nell’obbedire silenziosi a norme imposte, magari difficili, ma confortanti…

    Poi tutti, umanamente, a volte siamo un figlio, a volte l’altro… a volte giudichiamo e ci sentiamo “giusti”, a volte riusciamo a superare questa visione e a considerare valido il punto di vista degli altri, anche di chi pensiamo che sbagli…

    Ah, scusa per le discussioni chilometriche 🙂

  9. Riparto dalle parole del Don:

    “Gesù racconta la parabola dei due figli (che ricorda molto quella più lunga e articolata che troviamo nel Vangelo di Luca, la parabola del figliol prodigo) ai capi religiosi. Sono coloro che credono di stare dalla parte di Dio…”

    Ebbene, anche l’omelia di Benedetto XVI su questa parola è partita da questa considerazione.
    Ma in più vi ha trovato, come elemento comune l’umiltà .

    Solo nell’umiltà vi è la possibilità di cambiare e tornare alla Casa del Padre!

    Personalmente, questa parola l’avevo anche meditata in un gruppo preghiera/lezio che tiene un mio amico. Ebbene a me aveva colpito la parola “pentimento”. Una caratteristica che accomuna sia il figlio che poi torna, che i convertiti da Giovanni.
    Senza pentimento, invece, non c’è nessuna vera conversione.

    Francesco

    PS.
    Per chi ha piacere di ascoltare le parole del Papa circa il vangelo della domenica seguente, lo può fare sintonizzandosi su TV2000 al canale 28 del digitale terrestre, il sabato alle 17.30.
    Non c’è tutta la messa ma solo qualche parola estratta dall’omelia del Pontefice.

  10. Anch’io mi riconosco nell’attegiamento dei due figli: una parte di me vive una religiosità di facciata fatta di gesti e di attegiamenti che non rispecchiano completamente quello che vivo dentro, l’altra vivendo con difficoltà il fatto di essere cristiano, camminando con fatica, cercando di trovare sostegno alle mie fatiche nella Parola, che trovo sul tuo sito ed è per questo il mio sentito grazie

  11. La battuta potrebbe essere capovolta!
    “Se vai con un politico sei una escort, se vai con un peccatore sei una prostituta”.
    Oppure.
    “Se sei una prostituta vai con i peccatori, se sei una escort vai con i politici”.
    Ma allora anche.
    “Se sei un peccatore vai con le prostitute, se sei un politico vai una escort”.
    Tutte e quattro frasi per confermare quell’antico detto:”Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
    E invece il Vangelo mi fa pensare che l’inversione, il capovolgimento, sia di un altro tipo: dimmi chi sei e ti dirò con chi vai!
    E la risposta di Gesù è: se sei una prostituta andrai con il Signore e sorpasserai tutti verso il traguardo della salvezza.
    Basta saperlo!
    Ma cosa devo sapere?
    Risposta: che SONO una prostituta, e che la prostituzione è peccato!
    Chi mi dice questo? Lo posso sapere da me? Quello che è peccato per me, lo è anche per gli altri? Quello che non è peccato per me, cos’è per gli altri?
    Basta la mia etica a rispondere a queste domande? L’etica è uguale per tutti?
    Cosa ha fatto Hitler per non passare avanti a San Francesco nel regno di Dio?
    Io non so rispondere da me! Voi sì?
    Io ho bisogno del Magistero, della Dottrina, della Patristica: non è questione di etica, di morale, scontate per tutti almeno nelle parole (salvo poi a non essere così e a rinfacciarcelo continuamente). E’ questione di teologia, cioè di vedere le cose con l’occhio di Dio e non con l’occhio dell’uomo.
    Se la Fede si riduce all’Etica è come dire “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei; se la Fede è credere in Cristo allora è uguale a “dimmi chi sei e ti dirò con chi vai”.
    Cristo ci vuole dire che non basta l’etica: nel piano della salvezza c’è dell’altro, che stravolge il piano umano.
    Altrimenti vedermi sorpassato da una prostituta mi seccherebbe molto.

  12. ciao Dario, è interessante ciò che scrivi, mi sto arrovellando le cervella per preparare gli incontri di catechismo con i genitori dove dovrò proporre la riconciliazione ed appunto il sorpasso della prostituta. Cosa dire per chiarire le idee ed aiutare a comprendere e rendere la cosa credibile?

    Allora tu dici di avere bisogno del magistero ecc.., in realtà ciò di cui hai bisogno è il vangelo, manca nel tuo elenco, il magistero ti deve aiutare a capire meglio ciò che un testo di 2000 anni fa vuole dirti oggi, ma non può permettersi di allontanarsi da questo.
    Chi mi dice che la prostituzione è peccato? Il vangelo, Mc 7,21 elenca 12 atteggiamenti che escono dall’uomo e si proiettano verso gli altri che lo rendono impuro. Il primo sono le fornicazioni, le prostituzioni, considerate sia sessualmente che in maniera figurata.
    Quindi chi conosce il vangelo può dire di conoscere ciò che propone Gesù e confrontarsi con la proposta cristiana: Gesù non abolisce il peccato, ma cambia il modo con cui Dio si rapporta con esso. Dio non è schifato dai peccatori come si pensava, ma essi sono oggetto del suo amore come tutti gli uomini. Ai peccatori non è preclusa la comunione con Dio, ma l’infinita misericordia di Dio li chiama alla riconciliazione con Lui; il suo amore e il suo perdono offerti gratuitamente a priori vogliono ottenere la conversione del peccatore ad una vita in sintonia con Lui.

    Ecco allora la dinamica della salvezza: la prostituta che viene a conoscenza ed accetta in coscienza il messaggio di Gesù, che si rende conto di essere una peccatrice, si convertirà ; mentre chi si ritiene un giusto, come i farisei, rimarrà sulle sue posizioni e non accetterà il messaggio.

    Hitler? Povero uomo, delle 12 azioni peccaminose elencate da Gesù penso non ne abbia saltata una….si sarà poi convertito/pentito?

    Ma, Dario, tutto questo non si traduce concretamente in etica cristiana?

    PS
    la domanda è rivolta a tutti, che ne pensate, sono in errore?

  13. Concordo sul fatto che il riferimento unico sia il Vangelo,con i necessari aiuti interpretativi dell’esegesi, e anche del Magistero quando non cerca di imporre idee distanti dal Vangelo stesso… ma questo pone due problemi: il primo è che il Vangelo ovviamente non può contenere le risposte a tutto, e il secondo è distinguere le interpretazioni “corrette” da quelle sbagliate…
    La risposta credo sia questa: il Vangelo ci indica uno “stile”, un’attenzione: lo stile dell’amore e del bene dell’uomo. Tutto quello che va nel verso del bene, della gioia, dell’aiuto ai fratelli, della verità , è buono. E in questo ognuno di noi ha diritto e dovere di indagare, interrogarsi e capire, in piena onestà e coscienza, cosa sia bene e cosa male. Non è un’etica autocostruita e comoda, è un ragionare basandosi su documenti e interpretazioni per capire come devo comportarmi.
    Per questo i casi vanno valutati ognuno in modo diverso, non è che qualsiasi forma di prostituzione possa essere definita peccato, secondo me dipende… ma soprattutto, non è questo l’importante, non mi interessa se sia peccato: quello che dovrei chiedermi è come sta la prostituta, se ha bisogno di aiuto, se posso accettarla, accoglierla, aiutarla, starle vicino, ascoltarla… il giudizio se sia peccato o meno non sta a me, e considerando che Dio è misericordia non credo che se ne occupi neanche lui. Il messaggio della parabola è questo, l’unica cosa importante è come io accolgo questo messaggio di amore, e come lo “rifletto” sugli altri. Il vero peccato è non fare questo, non “diffondere” l’amore che viene da Dio… dice Arias che saremo “giudicati” non sul male che abbiamo fatto, ma sul bene che non abbiamo fatto, e mi sembra un atteggiamento più positivo e responsabile.

  14. “i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto”.

    Non passano davanti in quanto pubblicani o prostitute, ma in quanto gli hanno creduto!
    In quanto si sono pentiti (altro che non sapere se ciò che si fa è peccato o meno!) e si sono convertiti, hanno cambiato vita, come Giovanni gridava nel deserto.

    Anche sulla Croce abbiamo 2 malfattori, uno si pente e riconosce (ecco l’umiltà ) che quello che faceva era malvagio, e sappiamo che lui sarà in paradiso con Gesù.
    Anche l’altro parla a Gesù, … ma i Vangeli ci tengono a farci sapere che Gesù ha assicurato solo a quello pentito che sarà in paradiso.

    La chiave di lettura allora non è essere o meno prostitute o essere o meno sacerdoti: ma essere umili, pentirsi e cambiare vita per seguire Gesù e compiere la volontà del Padre.

    Almeno, a mio avviso dice questo…. ma è evidente che vi sono diverse interpretazioni.
    Alcune anche in contrasto tra di loro ed altre che fanno dire al testo cose che non dice.

    C’è chi condanna tutti i sacerdoti in quanto tali, o chi vede nel fratello che dice si e poi non va un’analigia con chi dice di far parte della Chiesa ma poi ne denigra i suoi insegnamenti.

    Dunque che fare?
    Ognuno sceglie da se?

    Francesco

  15. Vediamo se il Magistero ci aiuta:
    … e la risposta è SI!

    Leggiamo quindi:

    ESORTAZIONE APOSTOLICA
    POSTSINODALE
    VERBUM DOMINI
    DEL SANTO PADRE
    BENEDETTO XVI
    ALL’EPISCOPATO, AL CLERO,
    ALLE PERSONE CONSACRATE
    E AI FEDELI LAICI
    SULLA PAROLA DI DIO
    NELLA VITA E NELLA MISSIONE
    DELLA CHIESA

    cioè l’ha scritta per noi ( FEDELI LAICI … NELLA MISSIONE DELLA CHIESA )!

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20100930_verbum-domini_it.html#_ftnref122

    L’ermeneutica della sacra Scrittura nella Chiesa

    La Chiesa luogo originario dell’ermeneutica della Bibbia

    29. Un altro grande tema emerso durante il Sinodo, sul quale intendo ora richiamare l’attenzione, è l’interpretazione della sacra Scrittura nella Chiesa. Proprio il legame intrinseco tra Parola e fede mette in evidenza che l’autentica ermeneutica della Bibbia non può che essere nella fede ecclesiale, che ha nel sì di Maria il suo paradigma. San Bonaventura afferma a questo proposito che senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro: «Questa è la conoscenza di Gesù Cristo, da cui hanno origine, come da una fonte, la sicurezza e l’intelligenza di tutta la sacra Scrittura. Perciò è impossibile che uno possa addentrarsi a conoscerla, se prima non abbia la fede infusa di Cristo, che è lucerna, porta e anche fondamento di tutta la Scrittura».[84] E san Tommaso d’Aquino, menzionando sant’Agostino, insiste con forza: «Anche la lettera del vangelo uccide se manca l’interiore grazia della fede che sana».[85]

    Il necessario trascendimento della «lettera»

    38.
    Nel recupero dell’articolazione tra i diversi sensi scritturistici diventa allora decisivo cogliere il passaggio tra lettera e spirito. Non si tratta di un passaggio automatico e spontaneo; occorre piuttosto un trascendimento della lettera: «la Parola di Dio stesso, infatti, non è mai presente già nella semplice letteralità del testo. Per raggiungerla occorre un trascendimento e un processo di comprensione, che si lascia guidare dal movimento interiore dell’insieme e perciò deve diventare anche un processo di vita».[125] Scopriamo così perchè un processo interpretativo autentico non è mai solo intellettuale, ma anche vitale, in cui è richiesto il pieno coinvolgimento nella vita ecclesiale, quale vita «secondo lo Spirito» (Gal 5,16). In tal modo diventano più chiari i criteri messi in evidenza dal numero 12 della Costituzione dogmatica Dei Verbum.

  16. Sono d’accordo che l’importante sia il fatto che pubblicani e prostitute scelgono di cambiare vita e per questo sono “salvati”. Questo è alla portata di tutti, ed è quello che dovremmo fare…

    Ma dire che “senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro” è assurdo, che significa, che solo se Dio mi dona la fede posso leggere la bibbia? O che solo se già da prima credo che sia tutto vero (senza averlo letto, solo per sentito dire) ho diritto a leggerla? Questo è in linea col divieto di leggere la bibbia (pena scomunica) che la chiesa ha professato fino al XX secolo…
    E ancora: può la Chiesa affermare di essere l’unica a poter leggere ed interpretare la bibbia? E soprattutto, può farlo basandosi su un documento scritto da essa stessa? C’è qualcosa che non va, quello che attualmente si chiama conflitto di interessi…

  17. @ Stelucky

    “senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro

    E’ proprio così!

    Senza la fede, che cosa vuoi capire? Come puoi interpretare Adamo ed Eva?
    In 1000 modi se non di più.
    O senza la fede cos’è l’azione dello Spirito Santo?

    Per cui è proprio così:
    “senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro

    o meglio … hai 1000 chiavi, … ma solo una è quella giusta!
    🙂

    “Questo è in linea col divieto di leggere la bibbia (pena scomunica) che la chiesa ha professato fino al XX secolo”

    Ed ecco quindi il senso di quel divieto.

    Se la leggi senza fede e la capisci sbagliata, poi causare danni.
    Per farti capire ciò, la gravità di ciò (visto che ogni cattolico è anche un missionario, ed è grave insegnare cose errate), ecco l’atto di amore che è la scomunica.
    Come un rimprovero di un genitore al figlio: lo fa per il suo bene.

    In Magistero resta immutabile, … ma cerca di farsi meglio capire.

    Francesco

  18. @Dele
    Eh, Dele, attenzione.
    Tu dici “Gesù non abolisce il peccato, ma cambia il modo con cui Dio si rapporta con esso.”
    I tuoi “studi biblici.it” invece pregano “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo”, anzi “… che togli il peccato del mondo”
    Allora pure tu sei d’acordo che L'”Agnello di Dio che porti i peccati del mondo” è il modo in cui Dio si rapporta con il peccato?

  19. @Dele
    Tu dici: “Cosa dire per chiarire le idee ed aiutare a comprendere e rendere la cosa credibile?”
    E’ difficile rendere credibile il sorpasso della prostituta, eh!
    Certo! Come fai ad aiutare a comprendere se già tu non sei convinto che è VERO. Allora lo puoi solo rendere credibile, e comunque grande è lo sforzo, specie se devi farlo con adulti, (genitori da far riconciliare) perchè prima della riconciliazione ci vuole il pentimento, e come può pentirsi chi sa che sarà sorpassato da una prostituta?
    Come renderlo credibile? Solo se lo si crede VERO!
    E il brano del Vangelo che mi hai indicato parla di impurità , non di prostituzione! TU ha affiancato la prostituzione alla impurità in quel brano del Vangelo!
    La prostituzione è un peccato perchè è la NEGAZIONE dell’AMORE (Amore… parola che leggo molto spesso qui).
    Dovresti essere donna per sapere, provare, vivere l’apertura delle labbra e la lubrificazione della vagina con uno sconosciuto, con uno che non si AMA, con uno che nemmeno ti piace, con uno che puzza, con uno che NON TI AMA.
    PERCHE’ AMORE E’ RELAZIONE!!!
    La prostituta sa cos’è l’amore perchè ne conosce fino in fondo, in fondo, ma proprio fino in fondo, la NEGAZIONE.
    Allore per una prostituta E’ FACILE “mutar d’accento” e CONVERTIRSI ALL’AMORE. Per chi non è prostituta, invece, è difficile, molto difficile! AMARE senza conoscere il vivere nella negazione dell’amore E’ DIFFICILE e Gesù lo sapeva e questo SECONDO ME ha voluto dirci: L’amore della prostituta è esperienza! L’amore delle non prostitute è dialettica.

  20. @Dario
    Ma per proporre una cosa come vera, non devo passare per il credibile?
    Io credo vero il sorpasso della prostituta, vero e credibile anche nel modo in cui tu lo spieghi. Forse l’ultima frase la correggerei con ” l’amore delle non prostitute( e di chi non ne conosce bene la negazione) rischia di essere soltanto dialettica”; Gesù non denuncia il fatto che chi ama non può convertirsi, ma quelli che si ritengono giusti, i sani, i farisei di tutti i tempi non si convertiranno, perciò continueranno a credere in un Dio castigatore che detesta i peccatori: questo è il peccato del mondo, l’essere convinti di non essere amati da Dio. Un peccato inventato dalla religione, e Gesù è l’agnello di Dio, perchè sacrifica la sua vita fino alla morte, che toglie il peccato del mondo, quel peccato inventato……per toglierlo si scontrerà duramente con l’autorità religiosa e sarà assassinato dai suoi rappresentanti. In quest’ottica è ancora più chiaro il sorpasso delle prostitute e dei pubblicani, gente peccatrice (impura) che ha trovato la salvezza nel vangelo, salvezza che prima le era assolutamente negata, perchè convinti che Dio li detestava. Bisogna tenere presente che queste categorie di persone (prostitute, pubblicani, malati…) ai tempi di Gesù non avevano accesso ai rituali di purificazione, quindi erano inequivocabilmente dannate.

    Per quanto riguarda Mc 7,21 non capisco il problema, dai una lettura a qualche seria esegesi.

    Un’altra cosa: tu scrivi “prima della riconciliazione ci vuole il pentimento , ma chiariamo una cosa: il perdono di Dio precede il pentimento dell’uomo, Dio non mi ama perchè mi pento e mi converto, ma io posso pentirmi e convertirmi perchè Dio mi ama. Dio si è già riconciliato con l’uomo, tocca ora all’uomo nella sua libertà compiere i passi verso la riconciliazione con Lui.

  21. E no! Caro Dele!
    Se una cosa è credibile è perchè PUO’ essere creduta, dipende dalla capacità del propositore a farla “PASSARE” per VERITA’: ma può anche NON essere vera.
    Se la cosa è VERA deve esere solo conosciuta e non abbisogna di essere spiegata.
    Così anche l’incredibile PUO’ essere VERO!
    E’ credibile che un datore di lavoro paghi a chi ha fato un’ora di lavoro lo stesso di quello che aveva promesso a chi ne ha fatto 10? NO! Non è credibile EPPURE E’ VERA!
    Insomma: il credibile può essere vero o non vero.
    Il vero è!

  22. E’ indubbio che una cosa credibile può essere anche falsa, o una bugia.
    Al contempo una cosa non credibile difficilmente potrà passare come vera, e nell’ambito dell’iniziazione cristiana nel quale io ho collocato questo discorso è importante tenerne conto.
    Poi, scusa, non è non credibile il fatto della paga del datore di lavoro, perlomeno a mio avviso è credibile, giustificato e…..coinvolgente.
    E’ vero e credibile il sorpasso dei peccatori, è vero e credibile un Dio che non guarda ai meriti degli uomini ma ai loro bisogni……poi ci sono cose su cui bisogna fare attenzione…i miracoli, la natività , la resurrezione, i sacramenti…realtà che se ben proposte sono credibili, e nella loro credibilità meravigliosamente vere. Ma se proposte come vere, dogmaticamente vere, diventano non credibili e non sono accolte nella coscienza delle persone, o non sono assimilate nel modo corretto.

  23. @Dele
    E’ lì, dove dici tu, il problema: “le cose vere, dogmaticamente vere, diventano non credibili!”
    E per superarlo in realtà proponi di far passare la fede attraverso la razionalità e non attraverso la ragione e la Grazia!!
    Io penso di capire il perchè! Perchè tu, in effetti non parli delle cose “vere”!!! Parli delle cose “proposte come vere”, e io ci leggo che nemmeno tu le credi “vere”, ma le credi perchè te le hanno “proposte come vere”.
    Tu esamini il “proporre”, il “parlare”, il “convincere”, lo “spiegare”.
    Io propongo il “sentire”, il “percepire”, “l’intuire”.
    Tu cerchi un discorso razionalmente comprensibile e credibile e devi passare attraverso le regole dell’umanità , della temporalità , del “secolo”.
    Io cerco una comprensione ragionevolmente intuita passando attraverso le regole della divinità , dell’istantaneità , dell’eternità .
    Capisco! Sono due visioni diverse! Che vuoi che ti dica! Ti potrà sembrare che la mia visione mi allontani dall’uomo (ti risponderò anche alla questione del centro) e invece, ti assicuro, mi ci avvicina con più carità e anche con meno pretese.

    Ti ripeto: due letture mi hanno aiutato. “Il Tempo. Valore filosofico e mistero teologico” del teologo Marcello Bordoni, e “La fine del tempo” del fisico teorico Julian Barbur. Il tempo visto dal Fisico e dal Teologo, dalla Scienza e dalla Fede. Un Fulmine!!!

  24. Ho riletto la tua riflessione e non posso tacerti una domanda che riferisco più al “secolo”: ma tu “veramente” credi che oggi “una cosa non credibile difficilmente potrà passare come vera”?.
    Se io osservo la situazione italiana, se rifletto sulla situazione economica, se analizzo i crac economici, se immagino quelli che hanno acquistatao pezzi di carta per tanti euro, se ascolto la televisione, le televisioni, se guardo i “consigli per gli acquisti”, penso che OGGI sono proprio molte le cose non credibili che passano per vere, e sempre molte di più!

  25. Francesco :
    @ Stelucky
    “senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro
    E’ proprio così!
    Senza la fede, che cosa vuoi capire? Come puoi interpretare Adamo ed Eva?
    In 1000 modi se non di più.
    O senza la fede cos’è l’azione dello Spirito Santo?
    Per cui è proprio così:
    “senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro
    o meglio … hai 1000 chiavi, … ma solo una è quella giusta!

    “Questo è in linea col divieto di leggere la bibbia (pena scomunica) che la chiesa ha professato fino al XX secolo
    Ed ecco quindi il senso di quel divieto.
    Se la leggi senza fede e la capisci sbagliata, poi causare danni.
    Per farti capire ciò, la gravità di ciò (visto che ogni cattolico è anche un missionario, ed è grave insegnare cose errate), ecco l’atto di amore che è la scomunica.
    Come un rimprovero di un genitore al figlio: lo fa per il suo bene.
    In Magistero resta immutabile, … ma cerca di farsi meglio capire.
    Francesco

    Sul serio? Davvero credi a questo? Quindi l’interpretazione è valida e accettabile solo se filtrata da un pregiudizio? Se tu già credi che sia vero? Non ci vedi il rischio (fondato) di forzare il testo per dimostrare quello che già credi?
    E il magistero… resta immutabile? Sicuro? Se così fosse, tutte le ritrattazioni e le scuse?
    In ogni caso, l’immobilità non sarebbe una buona qualità , visto che la vita è dinamica, il mondo e le persone cambiano…

  26. @Stelucky

    “Quindi l’interpretazione è valida e accettabile solo se filtrata da un pregiudizio?”

    pregiudizio???? Mi chiami la fede un pregiudizio? Mi chiami lo Spirito Santo che opera nella Chiesa un pregiudizio?
    Ma chi sei tu per parlare così?
    E’ forse un pregiudizio ciò che muove milioni di persone nella Storia a donare la loro Vita al servizio di Dio nella Chiesa, amando i fratelli, magari nel servizio sacerdotale, o in una vita religiosa?

    “In ogni caso, l’immobilità non sarebbe una buona qualità , visto che la vita è dinamica, il mondo e le persone cambiano…”

    Passa questo mondo, passano i Secoli, solo chi Ama non passerà mai.
    🙂

    Francesco

  27. Dario, nella mia parrocchia io ho dato la disponibilità per condurre, animare, gli incontri di catechismo agli adulti del nuovo programma di icfr. A motivo di idee progressiste sono “monitorato da curato e parroco, comunque siccome di ortodossi tradizionalisti disponibili non ce ne sono, mi hanno affidato 2 gruppi. Di adulti. Ora tutto il mio discorso è incentrato su questo: come fare accettare la fede cristiana oggi agli adulti?
    La soluzione migliore è dire loro di concentrarsi su quello che SENTONO, che PERCEPISCONO, che INTUISCONO (come scrivi di fare tu ): è perfetto, sono d’accordo, è lo Spirito che ci guida nella direzione giusta. Sono convinto che anche altri che scrivono in questo sito la pensano così.
    Meno entusiasti saranno il curato e il parroco, e probabilmente il vescovo, che vogliono io PROPONGA, PARLI, SPIEGHI il vangelo per CONVINCERE le persone ad accoglierlo.
    La soluzione è che le due cose vanno concordate.

    Ti ricordo che dobbiamo fare i conti con una rivelazione, rivelazione che ha calato totalmente nel “secolare Colui che è l’ infinitamente altro , nell’umano ciò che è divino.

    Pensa che in questi incontri con gli adulti dobbiamo partire dal primo annuncio, perchè oggi praticamente nessuno conosce Gesù. Eppure siamo tutti cristiani.
    E’ per questo che devo proporre le cose in maniera credibile, ragionevole (non è uguale a razionale?), in modo che quanto proposto possa essere in sintonia con ciò che si intuisce.

    Così non abbiamo due visioni diverse, ma dobbiamo restare sul vangelo; indicami dei passaggi del vangelo dove Gesù ordina di mettere al centro Dio in maniera separata dall’uomo…

    E teniamo ben presente che nei vangeli Gesù SPIEGA, PROPONE, PARLA e CONVINCE.

  28. @Francesco
    L’accezione di pregiudizio a cui mi riferivo non era ovviamente quella “negativa” di “valutazione errata”, ma quella legata all’etimologia: “giudizio dato prima”.
    Di fatto, se tu hai già la fede, e leggi il Vangelo a partire da questa, ha pre-giudicato il testo… hai già un’idea, e cerchi di leggerlo per dimostrarla e trovarle fondamento.
    Ma mi chiedo: da dove ti è arrivata la fede, se non hai potuto leggere il Vangelo? Da quello che ti hanno detto altri? In questo modo non è la tua fede, ti sei adeguato a quella che altri ti hanno dato, e senza avere i mezzi per poterci ragionare su…
    è come dire che ti fanno entrare a scuola solo dopo che hai imparato a leggere e a scrivere, non ha senso! Mi sembra più logico leggere il Vangelo, valutarne le diverse interpretazioni, valutare anche la tradizione delle chiese e delle religioni e grazie a tutto questo “formare” la mia fede…

  29. @Stelucky: Attenzione .. cerchi di dimostrare che la fede ce la diamo da noi??? Dio proprio non conta nulla? Non ha fatto nulla per l’umanità ? per te?

    Ma poi non ci allontaniamo dalle parole del Magistero per cercare di dimostrare che sono errate, perchè quello che dicono è un’altra cosa:
    Le riporto:

    San Bonaventura afferma a questo proposito che senza la fede non c’è chiave di accesso al testo sacro: «Questa è la conoscenza di Gesù Cristo, da cui hanno origine, come da una fonte, la sicurezza e l’intelligenza di tutta la sacra Scrittura. Perciò è impossibile che uno possa addentrarsi a conoscerla, se prima non abbia la fede infusa di Cristo, che è lucerna, porta e anche fondamento di tutta la Scrittura»

    Si sta parlando di accesso al testo per “addentrarsi a conoscerla” non di “darsi” una fede.

    Stelucky, non so tu, ma io ne so meno di San Bonaventura …
    La desinenza SAN a me indica ancora qualcosa … quindi umilmente leggo, studio, cerco di capire, e di seguire la via indicata da un Santo …

    Molte vie ci vengono indicate:

    Tu ne indichi una, …
    ecco dove la tua via differisce da quella indicata dal Magistero o da un Santo … preferisco evitarla, spero che tu non ti offenda per questo mio modo di fare, … ma trovo più ragionevole fare così, che non seguire chi mi dice che su Gesù è bene pensarla diversamente dalla sua Chiesa.

    Perdonami ma ho preso questo “vizio” di Amare Gesù e (quindi) la Sua Chiesa.
    🙂

    Francesco

Leave a Reply