Il perdono non è il premio del pentimento e il pentimento non è la paga per ottenere il perdono. Se dal punto di vista delle relazioni umane invece spesso la pensiamo così (entrando nel vortice del giustizialismo), con Dio funziona in modo diverso. Il perdono viene sempre prima ed è l’unica vera possibilità per cambiare vita. (DOMENICA 6 aprile 2025-V di Quaresima anno C)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
(dal Vangelo di Giovanni 8,1-11)
È nato prima l’uovo o la gallina? La domanda non è banale come potrebbe sembrare e ha alle spalle una lunga storia. C’è chi se l’è posta in filosofia, a partire dall’antichità, e chi ha cercato una risposta dal punto di vista scientifico. Per il grande filosofo greco Aristotele è nata prima la gallina, perché la gallina è il risultato (l’atto) dell’uovo, che a sua volta è una gallina solo in potenza, nel futuro. Senza una gallina, non avremmo l’uovo.
Per la scienza, invece, è venuto prima l’uovo, perché nell’evoluzione delle specie animali ci sono fossili di uova risalenti a molto prima della comparsa degli uccelli, come appunto la gallina.
Questo “enigma” dell’uovo e della gallina viene solitamente usato per indicare che ci sono cose che non possono esistere l’una senza l’altra e per le quali non esiste una soluzione definitiva.
La domanda che sorge leggendo tutto il Vangelo, ma in particolare questo famoso racconto del capitolo ottavo di Giovanni, è: viene prima il perdono o il pentimento?
Per ottenere il perdono bisogna prima pentirsi, oppure il pentimento viene dopo il perdono?
Il pentimento è quel moto del cuore che indica il riconoscimento dello sbaglio, e anche il desiderio di cambiare attraverso scelte e gesti contrari all’errore.
Il perdono è un movimento interiore che nasce da uno sguardo capace di riconoscere, in chi ha sbagliato, del buono e la possibilità concreta di fare il bene e di cambiare.
Perdonare significa dare un’altra possibilità, permettere di agire diversamente rispetto allo sbaglio commesso.
Pentimento e perdono sono entrambi molto difficili. Siamo infatti condizionati da un pensiero comune secondo cui sia giusto, sopra ogni cosa, far rispettare le regole e ottenere ciò che ci spetta. Non c’è spazio per la perdita, per il “tirarsi indietro”.
Anche il pentimento viene frenato, perché manca lo spazio per ripensare alle proprie azioni e mettersi in discussione, soprattutto quando l’altro è visto costantemente come un avversario davanti al quale non si può retrocedere di un millimetro.
Tutto questo lo troviamo nel racconto evangelico di oggi.
Una donna ha sbagliato in modo evidente e senza ombra di dubbio, e viene esposta pubblicamente come oggetto di una battaglia contro Gesù.
Da una parte ci sono i difensori della “vera” religione; dall’altra, questo nuovo Maestro che parla di Dio in modo nuovo e, per loro, inaccettabile.
In mezzo c’è la donna, che da un lato — quello di scribi e farisei — è considerata solo una peccatrice, mentre dall’altro — quello di Gesù — è guardata nella sua interezza, e non solo in base al suo peccato. Gesù, infatti, la chiama “donna” e le si rivolge come a una persona.
Mentre farisei e scribi non vogliono perdonarla perché la legge di Dio “impone” di condannarla, Gesù la perdona.
La cosa straordinaria è che la perdona indipendentemente dal suo pentimento.
Non viene detto se questa donna abbia chiesto perdono, né se abbia intenzione di cambiare vita.
“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più.” Non le dice che quel perdono ricevuto si “attiverà” solo se cambierà vita, perché il perdono è immediato e preventivo.
Gesù dona speranza alla donna, perché anche lui spera che quel perdono darà frutti concreti.
L’amore gratuito è più efficace di una condanna definitiva che chiude ogni possibilità di futuro.
Quante volte, invece, pensiamo che sia giusto e logico perdonare solo se, dall’altra parte, c’è la richiesta di perdono e la dimostrazione di aver capito lo sbaglio e di voler cambiare. Altrimenti si diventa deboli in un mondo di forti, e si perde solamente.
Questa logica del “pentimento come necessario per il perdono” la applichiamo anche a Dio, pensando che solo comportandoci bene potremo ottenere il suo perdono e il suo amore di Padre.
Ma Gesù ha mostrato il vero volto di Dio, anche attraverso le sue azioni umane verso le persone che aveva davanti.
E davanti a lui non c’è solo la donna, ma anche i suoi accusatori e quasi carnefici.
Anche per loro Gesù, con una finezza davvero “divina”, usa parole di misericordia.
Non li condanna con un giudizio, ma si appella al loro cuore, offrendo loro l’occasione di ripensare al proprio modo di agire.
“Chi è senza peccato, scagli per primo la pietra…”. Con queste parole Gesù tocca il cuore di scribi e farisei, che lasciano cadere sia le pietre sia la loro furia giustizialista. Sembrano davvero pentiti di aver guardato la donna come un oggetto, e vedono Gesù non più come un avversario, ma come un amico e un maestro di misericordia.
Prima il perdono o il pentimento? Se con la gallina e l’uovo forse restiamo intrappolati in un eterno dibattito filosofico e scientifico, con il Vangelo non ci sono dubbi: il perdono viene sempre prima!