Gesù esercita il suo potere con la forza dell’amore, con la fatica del perdono, con la bellezza dell’ascolto, con la dolcezza delle parole, con la concretezza della carità, con la sorpresa del dono. Ecco le armi del potere di Gesù re dell’universo. Ci crediamo come cristiani? (DOMENICA 24 novembre 2024 – XXXIV anno B Cristo Re dell’universo)
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
(dal Vangelo di Giovanni 18,33-37)
Che cos’è il potere? il grande sociologo Max Weber, vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo dice: “Il potere è la possibilità che un individuo, agendo nell’ambito di una relazione sociale, faccia valere la propria volontà anche di fronte a un’opposizione”.
Nel Vangelo di questa domenica, a poco più di un mese dalla celebrazione del Natale, abbiamo un confronto di poteri: quello di Pilato e quello di Gesù.
Pilato è il rappresentante del più grande potente del mondo, l’imperatore di Roma, mentre Gesù è un uomo in catene che si definisce come inviato da Dio, e alla domanda se è “re” lui risponde di sì.
Nel quadro del Vangelo di questa domenica abbiamo una difronte all’altra due potenze, quella di Roma e quella di Dio, che non sono lì per una conferenza sulla pace o per uno scambio di convenevoli, ma per un vero e proprio scontro. Chi vincerà?
In questo periodo storico assistiamo a diversi drammatici scontri di potere nelle guerre tra i popoli del mondo. Abbiamo Russia contro Ucraina, lo Stato di Israele contro i gruppi terroristici di Hamas e Hezbollah a Gaza e in Libano, e sullo sfondo lo scontro con l’Iran. Abbiamo guerre in Africa e nel Sud Est Asiatico, tra nazioni e dentro le stesse nazioni in guerre civili che dilaniano i popoli. E poi ci sono le guerre commerciali tra potenze economiche come tra Cina e Usa e Europa. Ma scendendo nel piccolo delle nostre vite ci sono guerre sociali e anche dentro le famiglie, dove ci si arma uno contro l’altro per avere più potenza e forza, con il fine di prevalere.
Se il potere è “far valere la propria volontà” su chi si oppone, Gesù ha questo potere difronte a Pilato e ai Capi religiosi che lo hanno consegnato a lui? Sembra proprio di no!
Ma se Gesù è Dio, perché non fa prevalere il suo potere infinito e impone la sua volontà che sappiamo è per il bene, per la vita e la fraternità? Perché è così debole e finirà crocifisso?
Perché non finiscono le guerre, perché non riescono a mettersi d’accordo rinunciando a distruggersi reciprocamente causando solo sofferenza e morte? Perché non scendere a compromessi e trovare la via che fa finire i conflitti anche dentro le nostre relazioni personali? Perché Dio non fa qualcosa con la sua onnipotenza?
“Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. Con questa frase così enigmatica Gesù tenta di mostrarci la strada per comprendere non solo la sua vicenda con Pilato ma anche la nostra di oggi, dentro i nostri conflitti.
Gesù non sta guardando fuori dal mondo in senso fisico, come si riferisse a un pianeta di qualche galassia lontana, e non sta parlando di un tempo fuori dalla sua e la nostra Storia. Il mondo e il tempo a cui Gesù si riferisce sono dentro il nostro mondo e il nostro tempo, e sono un mondo e un tempo in cui il potere non si esercita con la forza bruta, con i missili, con le guerre commerciali e con la prevaricazione fisica e morale. Gesù esercita il suo potere la forza dell’amore, con la fatica del perdono, con la bellezza dell’ascolto, con la dolcezza delle parole, con la concretezza della carità, con la sorpresa del dono. Ecco le armi del potere di Gesù re dell’universo, che vince perdendo, che vive per sempre anche morendo per amore, che anche se è lasciato solo accoglie tutti.
Ci crediamo come cristiani? Siamo capaci di esercitare questo potere che è alla nostra portata? Ci crediamo che non apparteniamo solo al mondo della violenza ma apparteniamo all’esercito del regno di Dio?
C’è uno scontro che forse è più difficile ma decisivo per tutti gli altri scontri, e non è contro qualcun altro fuori di noi, ma “contro” noi stessi. Siamo tutti un po’ Pilato e un po’ Gesù, dentro di noi c’è un po’ del mondo dell’Imperatore di Roma e un po’ del Regno di Dio.
Stando accanto a Gesù nella preghiera, nell’ascolto del Vangelo e nella vita comunitaria, impariamo pian piano a far prevalere più Gesù e meno Pilato, più il potere di Dio e meno quello dell’uomo, e diventiamo anche noi stessi dei potentissimi Re, come Gesù.
Giovanni don