Bartimeo è cieco e povero solo per chi non lo vede con gli occhi del cuore. Bartimeo ha una luce dentro e una ricchezza di umanità che Gesù riconosce e mette in luce.
Siamo anche noi ciechi quando non vediamo l’altro e quando non vediamo l’amore che abbiamo dentro. Gesù può ridonarci la luce del cuore, la luce della fede.
(DOMENICA 27 ottobre 2024 – XXX anno B)
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
(dal Vangelo di Marco 10,46-52)
L’altro giorno mi è arrivata sul telefono, insieme ad un messaggio, una foto particolare scattata da un amico, frate Antonio, che da anni porta avanti la sua missione cristiana con i poveri di strada. La foto non era immediatamente chiara. Si intravedeva un cartone, dei sandali e una coperta su un pavimento di cemento. Era chiaramente una foto fatta di notte in un ambiente urbano. Non era una “bella” foto, ma il messaggio che la accompagnava ne raccontava la storia. Era stata scattata su uno dei marciapiedi della stazione Cipro della linea A della metropolitana di Roma, la fermata che porta ai Musei Vaticani. Nel messaggio frate Antonio raccontava della sua notte passata a dormire li insieme ad un senzatetto che conosceva da tempo. Questo uomo di nome Roman, dal Bangladesh, si era preoccupato che anche l’amico frate Antonio, che aveva deciso di passare la notte per strada con lui e altri senzatetto, non fosse privo di una coperta e di un cartone e che avesse anche qualcosa da mangiare.
La notte di quella stazione lungo le strade di Roma si è improvvisamente illuminata con inaspettati gesti di amicizia e carità che hanno illuminato il cuore di frate Antonio in quella buia e fredda notte di fine ottobre.
È lungo una strada trafficata che Gesù incontra Bartimeo, questo povero non vedente che a sua volta non è visto o addirittura messo in ombra dalla folla che vive a Gerico e segue Gesù.
Bartimeo è costretto a mendicare attenzione, e sembra ormai rassegnato a vivere invisibile ai bordi della società. Solo la sua mano, tesa per ricevere la carità, è a malapena vista dagli altri, ma il suo grido di aiuto è un fastidio e lo si vorrebbe far tacere. Ma questo cieco povero dimostra una grandissima forza interiore, mentre chi sta attorno a Gesù ancora una volta dimostra di essere cieco quando c’è da vedere quello che davvero conta.
Le parole di Gesù “Chiamatelo!” sono il primo imperativo che vuole guarire chi è cieco nel cuore e non vede il fratello Bartimeo nella sua umanità e nei suoi bisogni. E così la prima guarigione miracolosa avviene negli occhi del cuore dei discepoli, che cambiano atteggiamento e si rivolgono a Bartimeo, non più come un fastidioso intralcio, ma come ad un amico. “Coraggio! Àlzati, ti chiama!” sono parole luminose che accendono l’amicizia e illuminano chi è nel buio del suo dolore. Quanto sarebbe bello che invece di accecarci continuamente gli uni gli altri con parole di giudizio o, peggio, con silenzi di indifferenza, ci sostenessimo con parole che illuminano, che riaprono alla speranza e guidano alla felicità. Il compito di ogni cristiano è quello di rialzare, incoraggiare, sostenere e guidare così all’incontro con Gesù che è luce di gioia.
L’evangelista Marco ci descrive un gesto straordinario compiuto da Bartimeo, che è quello di gettare via il mantello per poter andare da Gesù. Per un povero il mantello era tutto, serviva per ripararsi e dormire per strada. Ma anche la più grande ricchezza è nulla al confronto dell’amicizia con Gesù, ed è nulla rispetto al tornare al centro della strada e non più ai margini.
“La tua fede ti ha salvato” dice Gesù, mettendo letteralmente in luce una forza interiore che già c’era in questo cieco, e che aveva solo bisogno di essere incoraggiata per poter uscire e rimettere in piedi.
Roman, amico per una notte in strada a Roma, ha dimostrato a frate Antonio con pochi umili gesti (condividere un cartone, una coperta e due cose da mangiare) che abbiamo tutti una luce dentro che ci rende simili a Dio, che ci rende ricchi di umanità anche se siamo poveri di mezzi.
La storia di Bartimeo nel racconto del vangelo così come quella dell’incontro di Roman con frate Antonio nella stazione della metropolitana ci insegnano che tutti noi siamo poveri e mendichiamo amore e attenzione che spesso non vediamo in noi e attorno a noi. Ci insegnano però che possiamo ritrovare proprio dentro una luce di ricchezza umana che può illuminare e incoraggiare altri ciechi e poveri come noi.
Questo è un miracolo di luce che come è accaduto lungo le strade di Gerico può accadere anche oggi lungo le strade della nostra vita e del mondo.
Giovanni don