in un dialogo notturno, Gesù e Nicodemo da nemici diventano amici. Il fariseo che riconosce il buio dentro di se, riconosce che quel Maestro che gli altri farisei vorrebbero eliminare, ha una luce nuova. Quella luce è accesa anche per me oggi, per illuminare le mie notte e quelle del mondo.
(DOMENICA 10 marzo 2024 – IV di Quaresima anno B)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».(dal Vangelo di Giovanni 3,14-21)
A metà anni 80, in televisione ottiene un grande successo un programma televisivo satirico, “Quelli della notte”, ideato e condotto da Renzo Arbore.
Il programma andava in onda dopo le 23 e voleva burlarsi dei talk-show di discussione politica e culturale che in quel periodo si stavano sempre più affermando. Arbore con quel programma e anche con la famosa canzone “Ma la notte no”, diventata un tormentone, crea uno spazio televisivo notturno dove si parla di tutto, ma in modo assolutamente ironico e quasi sovversivo. La notte è il tempo in cui tutto diventa meno determinato e controllato, dove si può dire e fare di tutto senza giudizio e con libertà.
Gesù e Nicodemo sono nel Vangelo “quelli della notte”, perché proprio di notte si svolge il dialogo profondo di cui abbiamo questa domenica il passaggio finale. L’evangelista Giovanni ci tiene a sottolineare che proprio nel buio della notte Nicodemo, che fa parte del gruppo dei Farisei che si contrappongono a Gesù, si reca da quest’ultimo per parlarci e cercare di comprenderlo.
Esce e si reca da Gesù a quell’ora forse perché timoroso di essere visto e giudicato dai suoi fratelli Farisei, e anche perché riconosce la notte nel suo cuore, nella sua mente e della sua fede… e cerca una luce nuova.
Il Maestro non si sottrae a questo confronto che lo porta ad affermazioni altissime che mettono in discussione Nicodemo, e lo segneranno così profondamente da iniziare a cambiarlo. Infatti lo ritroveremo ancora nel racconto evangelico, quando è l’unico che tenta di mettere in discussione i propositi di eliminazione di Gesù da parte dei capi dei Giudei, e poi coraggiosamente al momento della sepoltura di Gesù, quando offrirà una quantità esagerata di aloe per il suo corpo, con un atto che dice concretamente la sua conversione.
Ma ora è qui con la sua notte interiore in cerca di chiarimenti, pronto anche a risposte diverse e “sovversive” che smontano pregiudizi e rigidità, tipiche di una posizione religiosa chiusa.
Quante volte riconosco la mia notte interiore e che ho bisogno di comprendere e crescere nella fede? Quante volte senza accorgermene ho gli occhi chiusi di fronte a Dio e a quello che Dio mi mostra nelle vicende della vita e della Storia. Quante volte non sono disposto al dialogo con l’altra persona anche se mi costa fatica e mi costringe a mettermi in discussione, uscendo dalla mia zona di confort mentale e spirituale?
In questo dialogo tra Nicodemo e Gesù vedo uno spiraglio di luce nelle mie difficolta di dialogo e anche in quelle del mondo. Siamo immersi in tante notti nelle relazioni umane, in famiglia, tra persone che sono in coppia, tra gruppi sociali, tra religioni e nazioni. Siamo in una notte che richiede il coraggio di uscire in cerca di luce nuova, e il Vangelo ce la può offrire, se solo ci proviamo.
Come dice bene Gesù, il male preferisce il buio, perché non venga mostrato il non senso che non solo distrugge l’altro ma autodistrugge se stessi. Il male si nasconde sotto il pregiudizio che l’altro non può mai capire, che è diverso da me, che sicuramente mi farà solo del male. E così anche la più piccola possibilità di bene viene spenta.
Capita così tra le nazioni che si fanno la guerra come anche dentro le nostre relazioni umane. Capita anche nei confronti di Dio, che abbiamo messo dentro una scatola di rigide consuetudini e tradizioni, ma che non arriva a illuminare davvero il cuore e le scelte che facciamo.
Nicodemo e Gesù invece proprio di notte accendono luci nuove per entrambi. In quella notte si accende anche una improbabile amicizia tra Gesù e uno che fa parte proprio del gruppo di quelli che lo vogliono eliminare.
Per quanto riguarda la nostra vita, di giorno tutto è già stabilito e determinato nelle decisioni, abbiamo già tutto programmato e non c’è tempo per cambiare idea e tentare strade nuove nelle relazioni umane. Ma la notte no.
Se riconosciamo la notte che abbiamo dentro e la affrontiamo come Nicodemo, allora tutto diventa possibile. Dentro la nostra notte rimane l’unica vera luce che cambia la mia storia e quella del mondo, la luce di Dio che illumina “a giorno” tutto in modo nuovo.
Giovanni don