piccole tregue quotidiane

amare i nemici è illogico, così come da falliti porgere l’altra guancia e rinunciare alla giusta vendetta. E’ la proposta altissima del Vangelo, alta come l’Everest e alta come il monte Calvario. Ma proprio da quest’ultimo Gesù apre la strada che rivoluziona il mondo. Spezzare la spirale del male è la vera vittoria che ci fa diventare già ora come Dio.

(DOMENICA 19 febbraio 2023 – VII anno A)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

(dal Vangelo di Matteo 5,38-48)

 

Si narra che durante il primo Natale della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, accadde un evento davvero singolare che è passato alla storia con il nome de “la tregua di Natale”. Non ci sono notizie certe a riguardo, ma sembra che spontaneamente già qualche giorno prima del 25 dicembre, mentre le truppe delle opposte nazioni erano nel freddo delle loro trincee, qualche soldato si incontrò di nascosto con qualcuno della nazione opposta per uno scambio di auguri e amicizia, coinvolgendo poi altri durante le pause dei combattimenti. Si dice che molti soldati celebrarono anche momenti di preghiera in ricordo dei caduti, arrivando a fraternizzare anche con improvvisate partite di calcio. Nella terribile carneficina che fu quella guerra, quei momenti ebbero davvero dell’incredibile, ma quando la cosa venne risaputa dai vertici militari, questi ultimi proibirono che si continuasse e la cosa non si ripeté più.

“Amate i vostri nemici” dice Gesù ai suoi discepoli, dopo averli invitati a non opporsi al malvagio, a porgere l’altra guancia, a privarsi di tutto pur di non entrare in conflitto.

La proposta di Gesù esce da ogni logica umana e punta davvero in alto, anzi sembra davvero puntare al di sopra delle possibilità umane. La sintesi delle indicazioni che dà Gesù è nell’ultima frase del Vangelo: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro…”. Essere come Dio? Ma è davvero possibile?

Il discorso della montagna, iniziato con le beatitudini, e che ora ci porta a queste indicazioni concrete nella vita di relazione tra esseri umani, fa apparire quella montagna troppo alta e dal percorso impossibile e forse senza giustizia. Ma è giusto perdonare sempre? È giusto non pretendere il contraccambio a chi ci ha fatto un torto ed è malvagio? Come posso amare il mio nemico? “Amore” e “nemico” sono due parole che si oppongono e non possono stare insieme. Ma non per Gesù, non per Dio Padre, e non per la proposta cristiana su come mandare avanti il mondo.

Nella Bibbia ci sono molti passaggi che sembrano smentire le parole di Gesù. Ci sono tanti episodi narrati in cui Dio stesso ordina stragi e stermini di nemici. Ma come sempre la Bibbia va presa tutta insieme, come un racconto che svela il vero volto di Dio ma anche svela l’uomo, le sue durezze e cattiverie. La Bibbia inizia con un racconto di vita e creazione armoniosa, prosegue con una contrapposizione continua tra bene e male, tra amore e odio, e si conclude per noi cristiani con il racconto di Gesù, che definitivamente abbandona ogni forma di violenza e vendetta, e apre la strada ad un unico senso che è quello dell’amore, anche a costo della vita stessa, ma che fa vincere davvero la vita.

Gesù aveva molti amici ma anche molti nemici, e sembra che siano questi ultimi a prevalere, perché lui a loro non oppone un potere armato ma l’amore disarmante. Non ha trasformato forzatamente i nemici in amici, ma anche per i nemici lui ha dato la vita e li ha amati, sapendo che in questo amore c’era la vera vittoria.

Anche io non posso trasformare magicamente i miei nemici in amici, non posso far sparire i torti e le ingiustizie che ho subìto. Anche quello che io stesso sbaglio e il male che faccio non posso cambiarli e farli sparire verso coloro che ho ingiustamente colpito. Posso però cambiare atteggiamento e provare la strada della non violenza e dell’amore, che spezza le spirali di vendetta e getta nuovi ponti di perdono. Posso iniziare con una tregua, tante piccole quotidiane tregue, e cercare di costruire la pace con parole non violente, cercando di tacere giudizi impulsivi e cattiverie gratuite, provando a mettermi nei panni dell’altro, che se anche è mio nemico è pur sempre un essere umano come me con lo stesso Dio Padre.

In questa assurda e terribile guerra in Ucraina mi rattrista come questa sia entrata fin dentro l’esperienza della tradizione cristiana dei due popoli ucraini e russo. È di questi giorni la decisione da parte della Chiesa ucraina di cambiare la data tradizionale del Natale ortodosso e portarla a quella nostra del 25 dicembre e non più al 7 gennaio come per la Chiesa russa. Anche la religione diventa dunque campo di battaglia, e in questo c’è davvero una sconfitta per tutti. Preghiamo che altre “tregue di Natale”, come quella così incredibile di 100 anni fa, possa ripetersi ancora e mettere piccoli semi di pace, piccoli mattoni di ponti tra i popoli.

La pace che costruisco fuori di me attraverso i piccoli gesti, nelle relazioni con gli altri, aumenta la pace in me, e mi rende più libero e più simile a Dio.

Giovanni don

Leave a Reply