la nostra non è la religione della paura ma della speranza! Il Vangelo non lega ma libera, e non vuole farci assumere uno sguardo triste sulla storia. Gesù non vuole che i suoi discepoli entrino “in trincea” per combattere la storia, ma desidera che entrino dentro ogni angolo della storia con la forza dell’ottimismo e della misericordia che salva
(DOMENICA 13 novembre 2022 – XXXIII anno C)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».(dal Vangelo di Luca 21,5-19)
Si salvi chi può…
Potrebbe essere il motto del periodo storico che stiamo vivendo, nel qualche tutto nell’umanità sembra andare a rotoli e l’unico modo per affrontare la presente situazione storica è salvare solo noi stessi, magari chi abbiamo più vicino e quel poco che ci rimane.
Gesù è un guastafeste quando qualcuno gli fa notare la bellezza, la grandiosità e solidità del Tempio di Gerusalemme, meraviglia di costruzione e arte, che allora ben rappresentava la grandiosità e solidità della tradizione religiosa di Israele.
“Di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”, sentenzia il Maestro, e poi preannuncia guerre, carestie e pestilenze, persecuzioni e tradimenti. Gesù parla in modo diretto con un linguaggio che gli studiosi chiamano “apocalittico”, che letteralmente significa “rivelativo”, immaginando un futuro dalle tinte fosche e terribili e per nulla rassicuranti per chi lo ascolta.
“Si salvi chi può” potrebbero pensare i suoi ascoltatori, e anche per noi oggi, queste parole che annunciano cataclismi guerre e malattie, sembrano terribilmente di attualità, ed è gioco facile dire che tutto si sta rivelando vero oggi più che mai. Molto probabilmente quando Gesù nel passaggio di Vangelo di questa domenica parla di “si solleverà nazione contro nazione…” pensiamo alla guerra in Ucraina e l’escalation di timori nucleari. Quando dice “…e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze”, ecco che ripensiamo all’ultimo terremoto, alla siccità e al caro-prezzi, e alla pandemia che ci ha sconvolti…
Non c’è proprio nulla di consolatorio in questa pagina del Vangelo? Gesù vuole terrorizzare con lo scopo di controllare? Così fanno di solito i dittatori in politica e anche a livello commerciale e persino religioso, usando tutti i mezzi di comunicazione a disposizione, con lo scopo di farsi eleggere, farci comprare qualcosa e controllare le coscienze. Questa cosa di fare leva sulle paure e su una visione negativa della storia sia in senso generale sia a livello personale c’è da sempre nella storia e non solo di oggi. A livello religioso non sono mai mancanti i predicatori di paure, che annunciano che le cose terribili predette da Gesù e dalla Bibbia si stanno avverando ora più che mai: “Si salvi chi può… e se segui me, pagando il dazio della tua libertà, e ti darò io solo l’antidoto per salvarti”.
Ma la nostra non è la religione della paura ma della speranza! Il Vangelo non lega ma libera, e non vuole farci assumere uno sguardo triste sulla storia. Gesù non vuole che i suoi discepoli entrino “in trincea” per combattere la storia, ma desidera che entrino dentro ogni angolo della storia con la forza dell’ottimismo e della misericordia che salva. Gesù usa un linguaggio duro perché è realista e conosce bene come vanno le cose nella storia dell’umanità, e non solo oggi ma in ogni epoca. Lui stesso affronterà fino in fondo il suo destino che è la condanna religiosa e la morte in croce. Ma lo fa con la resurrezione nel cuore, con la certezza che “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”.
Gesù vede la Storia e la sua stessa storia piena di sofferenze anche terribili, ma ci vede dentro anche Dio come Padre e quindi con una speranza che è quella che può guidare i suoi discepoli.
Non seguiamo chi facilmente alimenta le paure e le frettolose divisioni tra chi è buono e chi è cattivo, chi divide facilmente “dalla parte di Dio” e “contro Dio”. Non facciamo guerre di religione che hanno solo fatto del male prima di tutto a Dio! Accogliamo la sfida che proprio dentro questo nostro mondo e dentro questa nostra storia così pieni di violenza, fragili e malati, continua a pulsare il cuore di Dio dentro il nostro cuore e dentro il cuore di tutti gli uomini.
Non “si salvi chi può…” ma “ci salva chi può!… Dio!”
Giovanni don