andrà tutto bene

Negli ultimi giorni di Gesù, tra la domenica trionfale e il venerdì sul Golgota c’è tutta la storia di Gesù, tutte le sue fatiche, i trionfi e le sconfitte, le amicizie e i tradimenti, la salita e la caduta… ma alla fine di tutto c’è la resurrezione. Anche se non tutto sembra andare bene nella storia di Gesù, come nella nostra storia, alla fine c’è sempre la vita, la resurrezione, il bene di Dio, il suo amore

(DOMENICA 10 aprile 2022 le Palme)

 

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

(Vangelo di Luca 19,28-40)

 

Qualche giorno fa sul portone di una casa ho visto un foglio da disegno tutto sbiadito con un arcobaleno quasi cancellato e la scritta anch’essa quasi illeggibile “andrà tutto bene”. È ancora lì dove era stato appeso dai bambini di quella famiglia all’inizio del periodo della pandemia, nel marzo del 2020.

Sono passati più di due anni e la pandemia, seppur molto cambiata, ancora è presente e condiziona la nostra vita. In più si è aggiunta da più di un mese un’altra crisi mondiale, la guerra in Ucraina, e questa è la pandemia del virus della guerra che devasta il mondo fin dall’inizio della Storia umana, e non è mai finita.

Quel “andrà tutto bene” sbiadito ancora appeso alla porta sembra dirci che alla fine non tutto è davvero andato bene nella Storia di questi ultimi anni. Molti oggi infatti ironizzano sull’ingenuità di quello slogan che aveva unito nei primi terribili shoccanti momenti della crisi sanitaria mondiale. Eppure dire a se stessi e al prossimo “andrà tutto bene” in quel momento così improvviso di tragedia era una necessità. Non solo era spontaneo ma era anche doveroso. Quando le cose sembrano andare tutto per il verso sbagliato e la tragedia ci sovrasta, è proprio la speranza quella che non dobbiamo spegnere, per non rischiare di chiuderci in noi stessi in un terribile ed egoistico “si salvi chi può” che alla fine non salva nessuno.

In questa Domenica delle Palme, che apre le celebrazioni della Settimana Santa, il Vangelo che viene letto all’inizio della processione che ci porta in chiesa con i rami d’ulivo benedetti, ci racconta dell’inizio della fine di Gesù e della sua storia. L’ingresso nella città di Gerusalemme, scenario degli ultimi atti della missione di Gesù, è trionfale, e rappresenta il punto più alto della missione del Maestro, che è acclamato dalle folle come re.

Ma da lì in poi la storia è tutto un precipitare, fino al punto più basso, il sepolcro dove il corpo di Gesù è rinchiuso dalla pietra. Dagli “osanna” si passa in fretta al “crocifiggilo”, si passa dalle folle che lo seguono alla solitudine del Calvario. Leggendo il racconto sembra davvero che “niente va bene” nella storia di Gesù e ogni sua promessa sembra vanificata dagli avvenimenti. Eppure chi racconta la storia di Gesù, fin dagli inizi a Betlemme e Nazareth, per poi passare alla Galilea e al viaggio verso Gerusalemme, ha ben presente il vero punto di svolta di tutta la storia, la Resurrezione. Anche se Gesù appare sempre meno seguito e compreso, anche se pian piano la sua umanità viene travolta dal rifiuto e dalla violenza, e anche se i suoi insegnamenti in opere e parole sono sempre più incompresi e quasi dimenticati, alla fine vince la vita, e nulla è perduto. La forza di Gesù è in quell’amore che lui porta fino in fondo ed è in quella sua totale fiducia nel Padre che lo sorregge tutto il tempo. Anche se tutto non sembra andare bene, dentro di sé Gesù sa che “tutto andrà bene”, tutto andrà secondo il Bene che è Dio.

Quel disegno con l’arcobaleno e la scritta sbiadite sembrano davvero descrivere la mia fede nel Vangelo. Nelle parole e in quel che faccio la mia fede appare come un disegno che pian piano scolora diventando inutile. La mia fede nel Vangelo che mi dice che il Bene di Dio in me è presente, si scolora e non appare convincente per nessuno, tanto meno per chi cerca in me un aiuto nella speranza.

Ho bisogno di nuovo di mettermi dentro il Vangelo, devo nuovamente immergermi (battezzarmi) nella Passione di Gesù dove i vari personaggi (gli apostoli, la folla, i capi religiosi, Pilato, i soldati, Giuda e Barabba…) in qualche modo sono aspetti diversi del mio modo di vivere il rapporto con Cristo. Dentro questa Passione così dolorosa e terribile c’è la mia storia, la Storia del mondo, la Storia di oggi che mi interroga. Dentro la Passione di Gesù così terribile, rimane forte il messaggio di speranza: tutto andrà bene, tutto andrà secondo il Bene di Dio. Entrando dentro la storia di Gesù ricoloro la mia fede e la mia speranza, e così con amore potrò donare forza a chi condivide la sua storia con la mia.

Giovanni don

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