DOMENICA 21 aprile 2019
PASQUA del Signore
Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sè gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perchè cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.
Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
(dal Vangelo di Luca 24,1-12)
“Ma hai letto il mio messaggio???”
“Sei online ma non leggi???”
“Vedo che hai letto ora… perchè non mi rispondi???”
Ansie da comunicazione moderna, che i nuovi mezzi tecnologici rendono più veloce e immediata. Chi usa WhatsApp ha ben presente di cosa si tratta riguardo le battute messe all’inizio.
Nella comunicazione attraverso il telefonino, la spunta al messaggio inviato che diventa doppia (messaggio consegnato con successo) e poi si colora di azzurro (il messaggio è stato letto dal destinatario) sono il segno che possiamo comunicare e che siamo ascoltati. L’indicazione sotto il nome del nostro contatto quando è “online” ci dà la certezza che la persona è attiva, presente e pronta al dialogo con noi.
Abbiamo una estrema necessità di comunicare e soprattutto di essere ascoltati e di avere risposte rapide a quello che chiediamo e cerchiamo.
Abbiamo bisogno che l’altro sia presente non solo fisicamente ma soprattutto con il cuore e con la mente, che ci ascolti e con l’ascolto ci comunichi che ci vuole bene. L’amore è prima di tutto esserci per l’altro, ascoltarlo, stabilire una comunicazione che già in sè stessa è inizio di risposta a tutti i problemi e alle necessità della persona. Possiamo dire che la prima e fondamentale richiesta che chiunque ci fa è quella di essere amato e ascoltato, anche se poi magari non abbiamo i mezzi per risolvere gli altri problemi più concreti. Già il comunicare e il dimostrare che ci siamo, che siamo vivi e presenti accanto all’altro, già questo dona una forza di aiuto che porta l’altro a sollevarsi dai suoi problemi e necessità .
Tradotto in termini “whastapp” possiamo dire che è segno d’amore vero fare di tutto per essere sempre “online” gli uni per gli altri, presenti e pronti all’ascolto vero e al dialogo vero.
Gesù con la sua morte in croce sembrava definitivamente “off-line”, cioè non più disponibile e perso per sempre. Agli apostoli, agli amici e discepoli, l’ultima comunicazione era quella delle parole sulla croce, così potenti e cariche di significato, ma di fatto le ultime.
La tomba in cui era stato posto il corpo di Gesù era il segno definitivo della non più disponibilità della presenza di Gesù per il mondo intero. Le sue parole e il suo esempio rimanevano, ma di fatto erano come un ricordo scritto su uno schermo ormai spento di un cellulare.
Mi ricordo quante volte ho guardato lo schermo dell’ultima chat con un caro amico prete, morto improvvisamente, con le ultime battute che ci eravamo scambiati. Erano parole banali per un saluto, niente di straordinario, ma vedere l’ora e la data dello scambio e niente più successivamente, mi dava un senso profondo di tristezza e distacco.
Le donne al sepolcro di Gesù ci vanno con questi sentimenti, che forse sono anche un po’ i nostri quando pensiamo al Signore. Anche a noi Gesù sembra davvero sempre “off-line” cioè non presente e in ascolto. Lo sentiamo “off-line” nella nostra vita e non capace di un dialogo diretto e attivo che ci dimostri il suo amore e la sua presenza.
La Pasqua è proprio nella direzione contraria. I due uomini che le donne vedono davanti al sepolcro di Gesù inspiegabilmente spalancato e vuoto sono come la spunta delle loro domande che diventa azzurra. Gesù è vivo, le ascolta, è di nuovo “online” nella loro vita, in quella dei suoi discepoli e quindi anche del mondo intero.
La Pasqua ha dentro questo annuncio che è diventato “virale” (usando ancora i termini della moderna comunicazione) nella storia, con continue testimonianze che Gesù è il vivente, che le parole sulla croce non solo le ultime e che la comunicazione non si è interrotta. La Pasqua è l’annuncio che siamo ascoltati e non siamo soli anche se non sempre abbiamo risposte rapide e immediate alle nostre domande.
Gesù è tornato “online” con la resurrezione, e tutto quello che ha detto e fatto prima è di nuovo disponibile e vivo. Anzi, proprio tutto quello che troviamo prima del suo ultimo respiro sulla croce, acquista con la Pasqua una forza incredibile, capace di dare vita anche alla nostra.
Gesù è tornato “online”, e vuole che lo siamo anche noi, gli uni per gli altri, in ogni momento e anche con ogni mezzo (anche della moderna tecnologia) in modo che non sia mai “morte” l’ultima parola, ma sia sempre la parola “vita”, la parola “amore”.
Giovanni don