DOMENICA 14 maggio 2017
quinta di Pasqua
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perchè dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità , in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perchè io vado al Padre»(dal Vangelo di Giovanni 14,1-12)
Sono passati 100 anni dagli avvenimenti che hanno segnato profondamente una piccola località del Portogallo e che l’hanno fatta diventare in seguito uno dei santuari più visitati dai cristiani cattolici di tutto il mondo. Parlo di Fatima, dove tre piccoli poveri pastori raccontano di aver avuto delle visioni di Maria, la mamma di Gesù. Le apparizioni iniziano in Cova d’Iria il 13 maggio 1917, con cadenza mensile fino all’ultima più spettacolare del 13 ottobre dello stesso anno, nella quale uno straordinario miracolo del sole, che “danza” in cielo, viene visto da migliaia di persone.
Di questa storia cosi particolare, ancor prima delle visioni, dei messaggi e anche dello stesso miracolo del sole, mi ha colpito non poco la figura di questi tre piccoli pastori: Lucia, Francesco e Giacinta.
Nelle foto che li raffigura al tempo degli avvenimenti appaiono come tre piccoli monumenti di solidità e forza, pur essendo piccoli e poveri. Come usava allora, non sorridono nelle foto, ma hanno una espressione dura, quasi innaturale per bambini di 10, 9 e 7 anni. La storia ci racconta che i due più piccoli, Francesco e Giacinta non sopravvivranno di molto alle apparizioni, e moriranno tra il 1919 e il 1920, mentre Lucia la più grande, dopo essersi ritirata in convento, muore invece a 98 anni.
I tre bambini non vengono subito creduti quando raccontano di quello che hanno visto, e persino i genitori si mettono contro di loro. In seguito anche le autorità arriveranno persino a metterli per qualche giorno in carcere, pur di sviarli dai loro racconti ritenuti falsi e sovversivi. Ma i tre bambini non desistono e non hanno paura di continuare a dire quella che per loro è una esperienza vera che non possono negare.
Mi vengono allora in mente proprio le parole di Gesù quando ai discepoli, impauriti dal carico delle rivelazioni di Gesù nell’imminenza della sua morte, dice: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”, e poco dopo, rispondendo alla domanda di Tommaso, dice “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Sono espressioni di forte impatto non solo teologico ma anche spirituale, interiore, emotivo.
Gesù, che come uomo tra poco mostrerà tutta la sua fragilità umana, lasciandosi catturare, torturare e infine mettere in croce, rimane la via di Dio, rivela la verità di Dio, dona la vita piena di Dio.
Con Gesù Dio Padre ha voluto abitare nell’umanità . Ecco dove “dimora” Dio: nell’uomo Gesù e in chiunque vive come lui e si fida di lui. Le “molte dimore” di Dio non sono quelle dell’aldilà , ma quelle che sulla terra corrispondono alle molte esperienze di vita umana, alle molte situazioni di vita in cui si trovano gli uomini e ci troviamo noi. Dio non va ricercato fuori dalla storia umana, ma proprio dentro. Questo è il “miracolo” di Gesù e il fondamento della sua rivelazione.
Per questo l’invito di Gesù a non turbarsi nel cuore è rivolto anche noi, che siamo sempre tentati di pensare che nella storia umana non ci sia più posto per Dio e per quello che ci insegna la fede.
Avere fede è fidarsi di Gesù, proprio a partire dall’umiltà della croce, nei suoi gesti umili di servizio ai poveri, nella sua capacità di piegarsi verso gli ultimi. In questo sta la via di Dio, una via che conduce al cielo e dal cielo conduce alla terra.
I tre pastorelli di Fatima hanno avuto questa certezza, donata da una esperienza fortissima che ha fatto loro sentire l’immensità del cielo dentro la loro piccola e fragile vita.
Il messaggio di Maria a Fatima parla di conversione, penitenza e preghiera. Sono tutte indicazioni di strada che ci portano a Gesù nella nostra vita, e a sentire che Dio Padre dimora in noi.
Lucia, Francesco e Giacinta, così piccoli, poveri e fragili sono tre dimore dell’Onnipotente Dio, che proprio dai più piccoli è partito per rivelare al mondo la verità della sua misericordia.
Giovanni don
Complimenti bellissima vignetta!
🙂
“Con Gesù Dio Padre ha voluto abitare nell’umanità . Ecco dove “dimora Dio: nell’uomo Gesù e in chiunque vive come lui e si fida di lui”. Chi segue (come me) il wrestling (dal punto di vista distaccato dello spettacolo e sapendo che le mosse non vanno assolutamente imitate nella vita reale) sa che esiste un wrestler famoso, Triple H, chiamato così perchè il suo nome d’arte è Hunter Hearst Helmsley, quindi tre H appunto. Nella frase “io sono la Via, la Verità e la Vità ” ho subito associato Gesù a un “Triple V”. Le tre “V” determinanti e fondamentali per ognuno di noi, racchiuse tutte da Gesù e che, come hai scritto giustamente tu, portano al Cielo ma vanno ricercate qui, nelle dimore terrene. Che il Signore ci aiuti e ci sostenga in questa loro ricerca quotidiana.