In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafà rnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamà n, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città , per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino
(dal Vangelo di Luca 4,21-3)
Il Vangelo di questa domenica inizia dove era finito il racconto del vangelo di domenica scorsa. Anzi, viene ripetuta l’ultima riga, quando Gesù proclama che quel che è stato letto da lui dal rotolo del profeta Isaia si sta realizzando.
E’ davvero importante non dimenticare il legame profondo di tutto il brano di Gesù nella sinagoga di Nazareth, anche se la liturgia lo divide in due diverse domeniche.
Gesù sta dicendo ai suoi concittadini, che lo hanno visto crescere e ne conoscono bene la famiglia, che le parole di misericordia di Isaia (…ai poveri il lieto annuncio, ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista, a libertà agli oppressi…) non sono parole sepolte nel passato o così lontane nel futuro da risultare inutili, ma sono parole di “OGGI” con lui, inviato da Dio per realizzare tutto questo.
La prima reazione è lo stupore, e l’evangelista sottolinea che “…tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia”.
Ma la meraviglia pian piano si trasforma in odio e violenza quanto “tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno”.
Cosa è successo tra la reazione di meraviglia a quella di sdegno?
Gesù, testimone di verità , non ha i cosiddetti “peli sulla lingua”, e oltre a rivelare che la parola antica di Isaia si realizza, svela anche la profonda ipocrisia di tutti coloro che sono in quel luogo di preghiera, così vicini fisicamente alla Parola di Dio ma nello stesso tempo così lontani. Infatti ascoltano le parole della Scrittura ma queste parole non le fanno scendere nel loro cuore e nella loro vita, che rimangono invece abitati da pregiudizi e chiusure.
Gesù svela loro questa ipocrisia, citando la stessa Scrittura e ricordando le volte in cui Dio non è riuscito a fare nulla per il suo popolo ma solo a degli stranieri “lontani da Dio” (la storia di Elia e di Eliseo…).
Gesù guarda in faccia i suoi concittadini e non dice loro che il nemico della fede è fuori da quelle pareti della sinagoga e non li incita ad armarsi e convertire il mondo “tutto cattivo e lontano da Dio”. Gesù punta il dito proprio su di loro e sul nemico di Dio che hanno dentro il loro cuore, un nemico che impedisce loro di accogliere veramente Dio mentre è li a due passi da loro.
A questo punto io non posso non sentirmi interpellato in questa provocazione di Gesù che vale per tutti coloro che erano in quella sinagoga come per me e per noi oggi.
Quale è la mia reazione allo sguardo interrogativo di Gesù?
Gesù mi sta dicendo chiaramente che il primo nemico per la mia fede sono io stesso, nella misura in cui ascolto superficialmente i suoi insegnamenti e mi chiudo nei confronti dei fratelli.
I concittadini di Gesù risposero con il rifiuto e la violenza, arrivando persino all’eliminazione fisica di colui che li interrogava e nello stesso tempo li chiamava a conversione.
Io non posso tentare di nuovo di eliminare Gesù buttandolo dal precipizio di Nazareth per metterlo a tacere, ma posso zittirlo seppellendolo in una fede superficiale e fatta di riti stanchi e abitudinari. Posso mettere a tacere Gesù, se mi chiudo in me stesso e nella mia comunità e tradizioni non ascoltando la storia che mi circonda che mi parla di Dio in modi sempre nuovi. Posso zittire il Vangelo se non lo metto in pratica in modo coraggioso e uscendo per strada, come dice spesso papa Francesco, anche a costo di sporcarmi, ma con la convinzione che le parole di Gesù sono vive e cambiano il mondo per davvero.
Giovanni don
Posso mettere a tacere Gesù, se mi chiudo in me stesso e nella mia comunità e tradizioni non ascoltando la storia che mi circonda che mi parla di Dio in modi sempre nuovi. Posso zittire il Vangelo se non lo metto in pratica in modo coraggioso e uscendo per strada, come dice spesso papa Francesco, anche a costo di sporcarmi, ma con la convinzione che le parole di Gesù sono vive e cambiano il mondo per davvero
Vero, don Giovanni. Posso zittire Gesù e la sua Buona Novella proprio nei modi che hai perfettamente descritto. D'altronde, la base della storia è sempre la stessa. La Fede è un Dono, ma è un Dono che va curato e alimentato ogni giorno in maniera viva. Altrimenti si spegne, non ci sta nulla da fare. Signore, fa che arda sempre in me la fiammella della Fede. Fa che arda sempre in me il "combustibile" necessario per alimentarla e non farla estinguere mai.
"Gesù guarda in faccia i suoi concittadini e non dice loro che il nemico della fede è fuori da quelle pareti della sinagoga e non li incita ad armarsi e convertire il mondo “tutto cattivo e lontano da Dio”. Gesù punta il dito proprio su di loro e sul nemico di Dio che hanno dentro il loro cuore, un nemico che impedisce loro di accogliere veramente Dio mentre è li a due passi da loro."
Sento veramente forte questo aspetto.
Penso al dolore che ha provato Dio nel constatare come proprio il suo popolo sia così lontano da lui …
Immagino il suo sconcerto e la sua tristezza …
Uno sconcerto ed una tristezza che ho provato anche io in questi giorni di Family Day.
Ho visto molti "uomini di chiesa" (chi ha orecchi per intendere) che quindi dicono "Signore Signore" … ma poi non fare nulla secondo il Suo disegno, … anzi. Forse per timore (ma chi sono io per giudicare? … e quindi non giudico, … per questo dico "forse") … ad ogni modo mi rimane la tristezza di vedere queste figure che, scelte da Dio, per guidare il suo popolo, poi mostrano, chi un'atteggiamento tiepido verso le famiglie che con grandi sacrifici si mettono sui pulman per Roma, … per giungere sino anche a chi sbertuccia i partecipanti, chi dice che sono "truppe cammellate", che non ragionano, … o chi scredita tutta la manifestazione dando degli ipocriti ai politici che la sostengono … da che pulpito!
Che tristezza …
Signore pietà!
Cristo pietà!