un segno dal cielo che ci rende segni per il mondo

a messa in auto (colored)
DOMENICA 2 agosto 2015

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là  e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafà rnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là  dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità , in verità  io vi dico: voi mi cercate non perchè avete visto dei segni, ma perchè avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà . Perchè su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perchè vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità , in verità  io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà  il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà  la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà  fame e chi crede in me non avrà  sete, mai!».
(dal Vangelo di Giovanni 6,24-35)

Ho iniziato a leggere un libricino di un autore che amo molto, Henri Nouwen, dal titolo “la forza della sua presenza”, che parla dell’Eucarestia. Mi piace il punto di partenza dell’autore che è una domanda porta prima di tutto a se stesso: celebro tutti i giorni l’Eucarestia… ma so quello che sto facendo?”
Verrebbe da pensare che la domanda è in fondo un po’ banale per un prete. Sicuramente il prete sa bene cosa sta facendo!
Eppure anche per me questa domanda così semplice diventa fortemente provocatoria. E’ vero che conosco bene i riti, la storia e le modalità  della celebrazione eucaristica, ma non è scontato che sia sempre pienamente consapevole di quel che ormai da una vita celebro insieme alla comunità .
La domanda “so cosa sto celebrando” la potrei esplicitare in un altro modo: la mia vita è presente nella messa? Quale connessione c’è tra i gesti che compio e quello che credo e vivo io e la comunità  che celebra con me?
Il passo di Vangelo di questa domenica racconta quello che succede dopo che Gesù ha compiuto il segno della moltiplicazione dei pani e pesci. Gesù è fuggito dopo aver compiuto il segno miracoloso perchè la folla aveva male compreso il significato del suo agire. Erano venuti per farlo re mentre lui aveva dato un messaggio di servizio umile.
La folla cerca Gesù ma è ancora incapace di capire il significato di tutto l’agire del Maestro, e questo è ben raccontato dall’evangelista Giovanni che fa emergere la distanza tra l’insegnamento di Gesù e la comprensione della folla e anche dei suoi discepoli.
La folla cerca segni di potere e nuovi miracoli prodigiosi come ai tempi di Mosè nel deserto, ma Gesù propone una via diversa che è quella della fiducia della presenza di Dio nella povertà  del suo Messia Gesù e nel segno della condivisione. Il più grande segno dal cielo è proprio Gesù che si fa lui segno di Dio, quindi anche noi se vogliamo segni da parte di Dio non dobbiamo fare altro che essere come Gesù, cioè diventare noi stessi segni l’uno per l’altro, segni di amore e cura reciproci.
La Messa che celebro quindi non è tanto una serie di riti da adempiere ma una scuola antica e sempre rinnovata di amore divino e umano. Comprendo la messa che celebro (sia io che la celebro sull’altare che ogni singolo fedele che la celebra con la sua partecipazione in chiesa) se mi fido che della presenza del Signore in quel pane e vino sull’altare che sono consacrati corpo e sangue di Gesù e se mi impegno a vivere come Gesù, ad essere come lui, rinnovando il miracolo della sua presenza nei gesti e nelle parole della mia vita quotidiana.
Quando nella preghiera del Padre Nostro diciamo “dacci il nostro pane quotidiano”, non chiediamo solo i beni materiali del cibo che nutrono il corpo, ma chiediamo il cibo più importante che è l’amore, la pace, la serenità  del vivere, la giustizia, la solidarietà … Questo cibo lo chiediamo al plurale (e non “dammi il mio pane…”) perchè non posso chiedere mai solo per me stesso, chiuso nella mia ricerca di benessere, ma mi prendo carico anche di colui che ho accanto e riconosco che la mia fame di amore è la stessa di tutti gli uomini e donne del mondo.
E chiedendo il pane quotidiano, mi impegno, anzi ci impegniamo come comunità  ad essere l’uno per l’altro questo pane che rende la vita eterna, cioè piena di Dio, piena di Salvezza.

Giovanni don

3 comments

  1. Parole vere nella loro semplicità .
    Ancora ci sono quelli che vedono la liturgia come in insieme di pratiche esteriori e che guardano a Gesù come ad un taumaturgo che dovrebbe dare segni. Senza sapere che il segno per eccellenza è il pane della vita unito al servizio umile.
    Su questo dovrebbero insistere i preti di oggi, dando risalto alla concretezza di una liturgia quotidiana nella vita dell’ essere umano. Questo dovrebbero comprendere i fedeli dopo una predicazione tutta teorica fatta dalla Chiesa di ieri, a cui restano aggrappati molti ecclesiastici di oggi.

  2. «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?».

    Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». 

     

     

    Qui un po risponde all'annoso quesito di cosa viene prima tra il credere o il fare:

    Non fare, ma credere

  3. "E chiedendo il pane quotidiano, mi impegno, anzi ci impegniamo come comunità ad essere l’uno per l’altro questo pane che rende la vita eterna, cioè piena di Dio, piena di Salvezza". Giusto, don Giovanni. In questo passo del Vangelo, c'è la doppia esplicitazione. C'è Gesù che chiarifica ed esplicita la Sua Missione: quella di essere vero Pane e vera Acqua per noi. Ma c'è anche l'esplicitazione della Nostra Missione: quella di essere vero Pane e vera Acqua per i nostri fratelli. Quindi, nutriamoci del vero Pane e dissetiamoci della vera Acqua. Per poi distribuirla a chi ci sta vicino.

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