Nella casa di Pietro

suocera guarita (colored)
DOMENICA 8 febbraio 2015

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città  era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perchè lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là  pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perchè io predichi anche là ; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
(dal Vangelo di Marco 1,29-39)

Una signora anziana malata e a letto, a cui ho visitato in questi giorni, mi ha detto che la cosa che le pesa di più della sua condizione è proprio quella di sentirsi inutile e impotente. Non può più prendersi cura dei figli e dei nipoti, e questa è davvero la cosa che la fa soffrire di più. Questa sofferenza è quella che probabilmente prova anche la suocera di Pietro, anziana che Gesù visita e guarisce nella casa dell’apostolo. E’ significativo che appena guarita la donna si rimette al servizio, facendo del dono della guarigione ricevuta da Gesù un dono che restituisce ad altri.
Per raccontarci di questa guarigione l’evangelista Marco ci fa entrare in una casa importante, quella di Simon Pietro e di suo fratello Andrea a Cafarnao, sulle rive del lago di Galilea.

resti della casa di Pietro sotto la moderna Chiesa in ricordo di Pietro Cafarnao, Galilea
resti della casa di Pietro sotto la moderna Chiesa in ricordo di Pietro
Cafarnao, Galilea

La casa di Simone c’è ancora, e gli archeologi hanno più di un elemento per dire che quelle quattro pareti, poste sotto la chiesa costruita sul sito archeologico dell’antica Cafarnao, sono proprio dell’apostolo. Infatti sono state trovate tracce piccole ma determinanti che fanno capire che proprio in quella casa di pescatori si ritrovava una primitiva comunità  legata al ricordo di Pietro. Questa casa si trova poco distante dalla sinagoga della città , anch’essa conservata, da dove Gesù e gli apostoli si muovono subito dopo il culto del sabato per andare proprio in questa casa dove giace malata la suocera di Pietro.
E’ sabato, e in quel giorno sacro non è permesso altro che pregare e fare il minimo indispensabile, ma soprattutto nessun lavoro, per non offendere Dio e la sua Legge.
Ma è proprio di sabato che Gesù opera questa guarigione, coinvolto dai suoi discepoli che hanno intuito che il Maestro va oltre le regole religiose, con una autorità  riguardo le cose di Dio che nessun altro ha.
Gesù trova una donna che è immobilizzata da una febbre che le impedisce di vivere e di trovare un senso alla sua esistenza. Possiamo immaginare quelle quattro pareti domestiche immerse in un clima di immobilità  e dolore, come spesso accade nelle nostre case quando la malattia di anche uno solo dei componenti della famiglie costringe lui o lei all’immobilità .
Gesù, che è appena uscito dalle pareti “sacre” della sinagoga, entra nelle pareti altrettanto “sacre” della vita umana, e possiamo davvero affermare che per lui non c’è differenza e separazione tra sacro e profano, tra tempio e vita, tra l’essere rivolti a Dio e l’essere rivolti all’essere umano. Questo si vede benissimo in tutto quel che accade dentro la casa di Pietro: Gesù, proprio nel giorno in cui si dovrebbe essere tutti solamente per Dio, prende per mano questa donna e la risolleva (termine che richiama nel greco la resurrezione). Compie un gesto apparentemente “impuro” toccando una donna malata, ma in realtà  per Gesù è proprio nel prendersi cura delle ferite fisiche e interiori della suocera di Pietro che santifica il sabato e rende gloria a Dio.
E la donna finalmente può ritrovare la sua dignità  non solo perchè guarita e capace di darsi da fare, ma soprattutto perchè non è segno di maledizione ma di benedizione, e Dio le fa visita proprio nel momento della sua massima debolezza.
Ancora una volta Gesù sta istruendo i suoi discepoli e attraverso loro istruisce anche noi oggi, e la casa di Pietro diventa modello di come può e deve essere la comunità  cristiana.
La Chiesa è la casa dove ci si prende cura gli uni degli altri e dove nell’amore reciproco si rende culto a Dio. I cristiani guardando al povero e prendendosene carico arrivano direttamente a Dio, proprio come Gesù ha fatto.

Giovanni don

10 comments

  1. Mi sono sempre chiesto per quale ragione Gesù sanava, liberava, (quasi) tutti – il brano odierno del Vangelo di Marco dice “molti” – coloro che incontrava, mentre noi oggi consideriamo la guarigione come una sorta di tabù.
    Non sarà che ci fanno paura – forse perchè crediamo poco? – le Sue parole “chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perchè io vado al Padre”?
    Eppure Gesù le ha evidenziate e sottolineate facendole precedere da “in verità ” detto addirittura 2 volte.

  2. Il vangelo secondo il Don:
    “ma in realtà per Gesù è proprio nel prendersi cura delle ferite fisiche e interiori della suocera di Pietro che santifica il sabato e rende gloria a Dio.”

    Di la verità ! Questa e una tua pura aggiunta!

    Ma dice che è proprio così.
    Se fosse così: perchè prima non la guarisce e solo POI va alla sinagoga?

    Invece, Gesù, PRIMA va alla sinagoga (immaginiamo che preghi) lasciando la mamma di Pietro malata a casa e solo POI fa il miracolo.
    O sbaglio?

    E questo fatto, questo ordine cronologico che i Vangeli ci tengono a farci sapere, cosa ci insegna?

  3. A conferma di questo il racconto continua:
    Provo a cogliere alcuni aspetti cronologici:

    “gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.

    Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni

    Al mattino presto … si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.

    Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».

    Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perchè io predichi anche là ; per questo infatti sono venuto!».”

    Ora, stando al contesto, quel “«Tutti ti cercano!»” è rivolto ad altri “malati” ma Gesù si guarda bene dal guarirli e dice “Andiamocene altrove”

    Per evitare di farli camminare? Per Guarirli a casa loro?
    Certo che no (poi ovvio che li guarirà quando li vede) ma perchè la sua missione è un altra.
    Che evidentemente è più importante … ma che hai nostri giorni sembra solo una perdita di tempo.

    “perchè io predichi anche là ; per questo infatti sono venuto!».”

  4. @Luigi
    Ebbene, oggi possiamo dire che è esattamente così.

    Se chiariamo 2 aspetti.
    1) Non è la persona che fa il Miracolo, ma è sempre DIO.

    2) Per Guarire con Gesù occorreva che lui lo volesse o dovevi arrivare a toccare il suo mantello
    … ma già con Pietro bastava essere coperti dalla sua ombra.

    3) Quanti SANTI anche i meno “famosi” hanno fatto opere davvero ancora più “miracolose”?
    Il dono dell’obiquità ! l’ha avuto San Pallottino. … chi lo conosce?

    4) Ma Gesù dice “compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi,”
    Qual’è quindi l’opera che Gesù compie?
    Guarire? Fare Miracoli? … no, anche, ma solo come segno.
    La sua opera è un’altra, per che cosa è venuto?
    “perchè io predichi anche là ; per questo infatti sono venuto!».

    Ecco la sua opera! Portare il Vangelo! A quante persone Gesù l’ha portato?
    12 discepoli .. che poi solo 1 era sotto la croce
    10.000 al miracolo del pane … ma che poi se ne sono andati tutti, tanto che hai chiesto anche ai suoi “e voi non ve ne andate?”
    (tipo dialogante e diplomatico vero?)
    Ma facciamo che lui direttamente sia arrivato a tutta la palestina e stimiamo anche in 100.000.
    Toh, facciamo tutti gli abitanti di li 1.000.000

    Ebbene, senza essere Santo, (non uffcialmente) ma solo credente.
    Papa Benedetto XVI, quello che i media hanno sempre trattato come uno scarsissimo in comunicazione, che rispetto a Papa Francesco …
    Ebbene solo lui, ha preso la Chiesa che contava 1 Miliardo di battezzati ed in questo clima di secolarizzazione imperante, l’ha lasciata a Papa Francesco con 1.2 Miliardi.
    200.000.000 di battezzati in più.

    Ora se l'”opera” di Gesù è predicare, fa si che 200.000.000 di persona abbiano ricevuto il Vangelo in pochi anni, non è forse un opera più grande?!

    🙂
    Un caro saluto
    Fra

  5. In molte famiglie ci sono ferite fisiche e interiori, lasciamo entrare nelle nostre case Gesù, lasciamoci prendere per mano e guarire.Nella mia casa quando non c’era Gesù tutto era duro e difficile.In certi momenti mi sentivo quasi mancare il respiro e nel cuore un peso mi opprimeva.La vita nella mia famiglia è cambiata quando ho lasciato che il Signore vi regnasse. Ciò che era impossibile è diventato possibile.Prendersi cura gli uni degli altri e amarsi reciprocamente è la CASA in cui dimorare.

  6. @Francesco B

    Per gli ebrei il sabato è la ricorrenza più importante e va interamente dedicata al Signore. Inizia dopo il tramonto del venerdì e si conclude all’apparire delle prime stelle del sabato. In ebraico, Shabbath deriva da shavath (“cessare ) e ricorda il giorno in cui il Signore concluse la creazione. Prima che inizi, la padrona di casa accende le candele, che indicano la fine del lavoro e l’inizio del riposo.
    Un giorno di risposo assoluto. Alla cena, il capofamiglia recita il “qiddush (consacrazione), benedicendo il vino contenuto in un apposito calice. Sempre a tavola, il sabato si conclude con la “havdalà (separazione): recitando alcune benedizioni, il capofamiglia riempie il calice di vino, accende un lume, che indica il contrasto tra la luce del sabato e le tenebre degli altri giorni, e asperge profumi per salutare in allegria il termine della festa.
    Nelle 24 ore bisogna astenersi da qualsiasi attività e non chiederne ad altri, i cibi devono essere preparati in precedenza, il riposo deve essere assoluto per tutti (animali compresi) e ci si può spostare solo a piedi.

    Precisato questo, per rispetto al Vangelo e al contesto storico, Gesù da buon ebreo qual era è andato in sinagoga con i suoi amici. L’ordine cronologico, in questo caso, non toglie e non aggiunge nulla perchè nel rispetto della Legge Gesù non avrebbe dovuto fare alcun miracolo e tanto meno la suocera di Pietro mettersi a “servirli” perchè … spignattare… rientra proprio nella lista delle azioni vietate il Sabato…
    Quindi l’insegnamento di tutto il brano non sta nel fatto cronologico, bensì nel messaggio NUOVO di Gesù che l’Amore supera la Legge…
    Il Sabato è per l’Uomo, non l’uomo per il Sabato!!!

    …” Ancora una volta Gesù sta istruendo i suoi discepoli e attraverso loro istruisce anche noi oggi, e la casa di Pietro diventa modello di come può e deve essere la comunità cristiana.
    La Chiesa è la casa dove ci si prende cura gli uni degli altri e dove nell’amore reciproco si rende culto a Dio. I cristiani guardando al povero e prendendosene carico arrivano direttamente a Dio, proprio come Gesù ha fatto.”

    Grazie, don!

  7. “Ancora una volta Gesù sta istruendo i suoi discepoli e attraverso loro istruisce anche noi oggi, e la casa di Pietro diventa modello di come può e deve essere la comunità cristiana”. Vero, don Giovanni. Mi piace quest’idea di Gesù che “rompe gli schemi” della religione ufficiale e schematizzata secondo logiche umane. Quello che fa Nostro Signore è uno dei primi e concreti esempi di ciò che la vera Fede deve essere. Vale a dire, dinamicità e non staticità secondo schemi fissi e immutabili. Purtroppo, anche noi qualche volta siamo tentati dallo schematizzare la Fede. E questo è un errore che, con l’aiuto del Signore, dobbiamo assolutamente cercare di evitare.

  8. @Nica
    Grazie Nica per il tuo intervento.

    Ma a me qualcosa dice anche l’ordine cronologico con cui Gesù fa le cose:
    -prima sinagoga
    -poi guarigione

    La tua spiegazione mi fa capire anche che Gesù ha fatto una cosa in più di sabato.
    Una cosa che è stata un gesto d’amore per un’altro e non per se stesso.
    Ma non togliendo altri Suoi gesti di amore verso Dio, … infatti prima è andato in sinagoga e poi il giorno dopo la preghiera del mattino.

    “Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.”

    Ora, trovo interessante come noi cristiani abbiamo subito interpretato questo come un abbandonare tutti i doveri!
    Infatti non facciamo più nulla di quello che hai descritto!
    (E poi ci lamentiamo che si è perso il senso del sacro!).

    Mi correggo: è rimane la messa alla domenica .. ma il percepito non è del tipo “se anche non ci vai non succede nulla”?

    Inoltre, Gesù aveva una bella “scusante”, mentre noi non guariamo nemmeno nessuno!
    🙂

    Quindi lo seguiamo nel NON rispettare la legge del sabato (cosa che Lui non ha mai detto).
    MA ci guardiamo bene dal seguire Gesù nel suo “Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”.
    Inoltre proprio questo lo potremmo anche fare … sicuramente meglio che non guarire qualcuno, … ma ci sembra eccessivo. E forse lo fa qualche ordine monastico … contenti loro!

    Diciamoci la verità : ci viene MOLTO più comodo dire che Gesù facendo quel gesto ci dice di non fare un bel nulla di sabato o di domenica.
    🙂

    Ed allora, quando un governo dice “tutti i negozi sempre aperti” (per avvantaggiare indovinate chi?… l’amore per Dio? o per quell’altro che Gesù chiamava mammona?)
    Non si trovarono 40 giusti che fossero contrari.
    nemmeno 30, nemmeno 10.

    (ora mi taccio che ho già messo troppe citazioni).
    🙂

    Un caro saluto a tutti.
    Fra

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