DOMENICA 9 febbraio 2014
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, nè si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchè vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
(dal Vangelo di Matteo 5,13-16)
Siete sale della terra! Siete luce del mondo!
Queste espressioni che Gesù pronuncia ai suoi discepoli sulla montagna, hanno una forte carica positiva, e si traducono immediatamente per i discepoli in un impegno ad essere quello che sono (sale e luce), senza nasconderlo o perderlo.
Essere sale della terra, significa, nel linguaggio evangelico, essere segno di fedeltà a Dio, una fedeltà che non si deve perdere…
Essere luce, significa diventare punto di riferimento per tutti coloro che cercano Dio nel buio della loro vita e delle vicende tristi del mondo. Gerusalemme e il Tempio costruito in essa, nella tradizione biblica, avevano questa vocazione, cioè essere punto di attrazione e luce per tutti i popoli. Ora sono i discepoli, e non più una città o un luogo specifico, a diventare con le loro opere d’amore punti luminosi nella storia, in ogni luogo o tempo in cui si trovano, quindi anche oggi.
L’altra sera abbiamo letto e meditato questo brano del Vangelo con i componenti del nostro gruppo missionario parrocchiale, e ci siamo chiesti se questa pagina è ancora vera oggi. Ci siamo chiesti se anche oggi Gesù direbbe ai suoi discepoli del XXI secolo “voi siete sale della terra e luce del mondo”. Tutti hanno raccontato la propria esperienza di incontro con quei missionari, che in varie parti del mondo spendono la loro vita nella testimonianza della fede, e nel racconto, tutti concordavano del dire che i missionari conosciuti mostravano una serenità grande e una incredibile luce negli occhi…
Era presente all’incontro anche un padre comboniano, originario della nostra parrocchia, padre Raffaello Savoia, che da tantissimi anni si occupa della missione in America Latina, e in particolare della condizione degli afro-americani. All’inizio della condivisione è rimasto in silenzio e in ascolto, specialmente quando quelli del gruppo missionario raccontavano la loro idea di missionario, come persona sempre serena e forte e con una “luce particolare” negli occhi, proprio come dice il Vangelo. Quando gli ho chiesto se era d’accordo su tutto quello che era emerso, si è messo a raccontare della situazione della zona dove si trova ultimamente ad operare, cioè quella parte della Colombia che confina con il Venezuela.
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Tutta la luce che sembrava brillare sulla missione e i missionari è sembrata improvvisamente spegnersi. Infatti il racconto delle terribili condizioni della popolazione e dei missionari di quel luogo, costretti a convivere e a sopravvivere alla violenza della guerriglia e dei signori del narcotraffico, ha messo in tutti una certa angoscia. La cattiveria umana quando si scatena è davvero una terribile cappa di buio che oscura i cuori, la speranza e il futuro dei singoli e di un intero popolo. Ad un certo punto del racconto di padre Raffaello ho pensato che forse noi uomini oggi nel mondo siamo più oscurità che luce e siamo più veleno che sale. Con quel racconto, il quadretto del missionario sempre felice e pieno di entusiasmo sembrava rompersi definitivamente. Ma è stato proprio padre Raffaello, che conosco da anni come persona carica di entusiasmo, fede e voglia di vivere, a sottolineare che proprio in quelle condizioni così terribili di quella zona di missione, i missionari, invitati più volte a lasciare tutto e mettersi in zone più sicure, sono invece rimasti e fermamente convinti a continuare la loro presenza. Essere sale della terra, cioè segno di fedeltà a Dio, ed essere luce del mondo, cioè punto di riferimento per chi cerca Dio, è a volte assai difficile e richiede un grosso atto di coraggio in Colui che rimane sale e luce per gli uomini, cioè Gesù. Lui è la luce del mondo ed è colui che sulla croce è rimasto fedele al patto d’amore tra Dio e l’uomo, anche quando il buio scendeva su tutta la terra…
Gesù quando dice “voi siete sale, voi siete luce” lo dice consapevole che il mondo è pieno di buio e violenza, ma proprio per questo crede negli uomini che si è scelto come discepoli, anche se loro stessi sono segnati dal limite umano.
Le tante zone oscure del mondo, dentro e fuori dell’uomo, hanno bisogno della nostra luce e del nostro sale, che sono la luce e il sale di Gesù in noi.
Se perdiamo la fiducia in Dio e pensiamo che il suo Vangelo non cambierà nulla, sarà davvero come gettare via il sale insipido e come nascondere una luce potente che invece andrebbe messa in alto.
Ascoltiamo dunque queste parole dette ai discepoli come rivolte a noi, a ciascuno di noi personalmente e come comunità . Sentiamole come un enorme atto di fiducia di Gesù che ancora oggi crede in noi e con noi illumina le tenebre del mondo.
Giovanni don
Grazie, don. Molto simpatica la vignetta…adatta ai tempi di crisi, per un sorriso fra tante vere difficoltà .
Ma le parole di Gesù in questa pagina sono veramente forti.
Gesù non dice “voi sarete…voi diventerete…col vostro impegno trasformerete… ma VOI SIETE!
“Gesù quando dice “voi siete sale, voi siete luce lo dice consapevole che il mondo è pieno di buio e violenza, ma proprio per questo crede negli uomini che si è scelto come discepoli, anche se loro stessi sono segnati dal limite umano.
Le tante zone oscure del mondo, dentro e fuori dell’uomo, hanno bisogno della nostra luce e del nostro sale, che sono la luce e il sale di Gesù in noi.”
Abbiamo una grande responsabilità , Gesù ci dà tutto l’onore e tutto l’onere
dell’essere suoi amici…
È dove le tenebre sono più oscure che le piccole luci risplendono come il sole…
Il discepolo di Gesù è SALE . Il sale dà gusto e sapore alle cose.Essere sale dunque vuol dire dare un senso alla propria vita e rivestirla di futuro e di eternità ,volgendo lo sguardo al cielo e annunciando a chi si incontra che la vera speranza e la vera gioia ,che danno sapienza alla vita, vengono dal Signore.
Il discepolo è LUCE.Mi viene in mente il verso del salmo ” Il giusto risplende come LUCE.Il giusto è colui che diventa, giorno per giorno, immagine di Gesù,che ama come è amato dal Signore ,annunciando l’AMORE cioè GESU’.
Signore aiutami a non perdere il sapore ,diventando sale che non serve a nulla e fa’ che in me risplenda la tua LUCE.
“Ascoltiamo dunque queste parole dette ai discepoli come rivolte a noi, a ciascuno di noi personalmente e come comunità . Sentiamole come un enorme atto di fiducia di Gesù che ancora oggi crede in noi e con noi illumina le tenebre del mondo”. Proprio così, don Giovanni. Queste parole di Gesù ci devono dare consapevolezza. La consapevolezza che abbiamo ricevuto un grande Dono, quello di riconoscere il Signore come unica Salvezza. Ed è un Dono che porta con se grandi responsabilità , come quella di essere “sale” e “luce” in questo mondo. Non è facile. Non è assolutamente facile. Però incominciamo a insaporire le “pietanze” e a illuminare le “stanze” della nostra vita quotidiana. Partendo da ciò che ci circonda e affidandoci a Lui, tutto ciò che ci sembrerà difficile potrà essere notevolmente addolcito. Signore, dammi la forza a essere un piccolo ma importante granello di sale e una piccola ma significativa fonte di luce.
Noi sian come le lucciole viviamo nelle tenebre…questa famosa canzone di oltre mezzo secolo fa può’essere il simbolo di noi cristiani. Come le lucciole se facciamo luce siamo visti e tutti cercheranno di acchiappare. Diventando più’ricchi grazie al nostro messaggio.