il miracolo dei gesti semplici

resurrezione del ragazzo (colored)
DOMENICA 9 giugno 2013

In quel tempo, Gesù si recò in una città  chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città , ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città  era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, à lzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
( dal Vangelo di Luca 7,11-17)

Papa Francesco prende un rosario lanciato al volo da un pellegrino…
Papa Francesco, finita la messa, esce per primo e saluta i fedele sulla porta della chiesa…
Papa Francesco aiuta una signora disabile a prendere la borsa che le è caduta….
Papa Francesco inizia sempre i suoi discorsi con “buon giorno” e “buona sera”…
Non possiamo riconoscere che molto spesso sono queste le notizie che vengono messe in prima pagina riguardo papa Bergoglio.
Come mai fa così tanto notizia che un papa raccolga una borsa caduta ad una signora o che dica “buona sera”? Forse perchè i gesti semplici di umanità  quotidiana stanno diventando rari?
Nel Vangelo di questa domenica uno degli elementi di straordinarietà  non è tanto la resurrezione del morto, ma proprio il gesto di profonda umanità  che Gesù compie avvicinandosi con vera e sincera compassione a questa vedova che piange il figlio morto. Se a noi pare una cosa scontata, non lo era affatto al tempo di Gesù. Le vedove e gli orfani erano le categorie più deboli di quel tempo, e più volte anche i profeti richiamavano ai credenti di Dio la priorità  della carità  verso di loro, segno che molto spesso erano abbandonati al loro destino di povertà  anche da chi si considerava religioso e fedele a Dio.
Gesù è straordinario anche e prima di tutto in questa compassione (compatire… cioè provare lo stesso dolore) che lo muove a fare quello che è in suo potere, superando anche pregiudizi e chiusure. Gesù si troverà  molto spesso di fronte alla scelta di mettersi dalla parte del povero, e non avrà  dubbi di agire sempre per il bene dell’uomo, anche se questo lo porta a trasgredire le regole “religiose” del suo tempo (ad esempio quando opera guarigioni in giorno di sabato…).
Gesù viene acclamato profeta, e in Lui viene vista la potenza della presenza di Dio. Questo accade per la sua capacità  di resuscitare dai morti (secondo le profezie legate alla venuta del Messia), ma anche per la sua estrema compassione e capacità  di toccare le povertà  umane in nome di Dio.
Noi non siamo capaci di resuscitare i morti, perchè questa rimane una prerogativa di Dio, ma abbiamo la stessa capacità  di Gesù di compatire e di non rimanere ciechi difronte alle povertà  e sofferenze di chi incrociamo sulla nostra strada.
Molto spesso si tratta di gesti piccoli e ordinari, con i quali possiamo rendere “miracolosa” la nostra umanità , facendola specchio dell’umanità  di Cristo.
Un papa che fa gesti veri e sinceri di piccola umanità  non sminuisce certo il suo ruolo di capo della Chiesa universale, anzi forse la esalta. Se in tempi passati (ma anche recenti purtroppo) l’autorità  si serviva del distacco umano e della distanza per sottolineare il proprio ruolo e il proprio compito in mezzo (e sopra) gli altri, Gesù nel Vangelo ci ricorda che proprio il più grande per essere riconosciuto come tale deve farsi piccolo e vicino ai piccoli, anche a costo di apparire inadatto e magari ridicolo agli occhi di molti.
Gesù stupiva quando andava mangiare con i peccatori, quando si intratteneva con i bambini, quando parlava con donne e con coloro che erano ritenuti lontani da Dio. Gesù stupisce anche in questo suo piangere per una povera vedova. Ed è proprio così che mostra la sua vera umanità  divina, e insegna a noi a fare altrettanto, anche con i gesti semplici della vita di tutti i giorni.

Giovanni don

DAI SEGNI DEL POTERE AL POTERE DEI SEGNI
di Tonino Bello, vescovo di Molfetta (1935-1993)

“Sulle Murge baresi da cui provengo, ho visto passare cingolati, carri armati di media stazza: 3 miliardi l’uno!!! Si costruirebbero caseggiati con 35 alloggi per ospitare 35 famiglie senza tetto. Non ci sarebbe bisogno degli episcopi per tamponare; qualcuno dice: “Cosa fai? metti negli episcopi gli sfrattati .. va bè .. ma cosa fai? due, tre, cinque famiglie nelle chiese … ma sono tanti gli sfrattati!!”

Vedete, noi come credenti ma anche come non-credenti non abbiamo più i segni del potere. Se noi potessimo risolvere tutti i problemi degli sfrattati, dei drogati, dei marocchini, dei terzomondiali, i problemi di tutta questa povera gente, se potessimo risolvere i problemi dei disoccupati, allora avremmo i segni del potere sulle spalle. Noi non abbiamo i segni del potere, però c’è rimasto il potere dei segni, il potere di collocare dei segni sulla strada a scorrimento veloce della società  contemporanea, collocare dei segni vedendo i quali la gente deve capire verso quali traguardi stiamo andando e se non è il caso di operare qualche inversione di marcia. Ecco il potere dei segni e i segni del potere. I segni del potere non ne abbiamo più, non dobbiamo averne; ecco perchè non dobbiamo neanche affliggerci.

Io come Vescovo adesso non mi debbo affliggere più che tanto perchè ci sono 3.000 marittimi nella mia città  di Molfetta che sono sbarcati perchè ormai le compagnie navali sono in crisi, imbarcano i terzomondiali ecc.Non devo risolvere io il problema ma le istituzioni; però io devo esprimere solidarietà  con questa gente, devo dividere cioè il loro pane nero. Non devo dividere soltanto la mia ricchezza ma devo dividere anche la loro miseria, la povertà  di quella gente, lo stile, la sofferenza, tutti grossi problemi”

7 comments

  1. Il corteo della morte cammina. Quanta sofferenza nei loro volti!… Ed ecco arrivare il corteo della vita. E’ Gesù . il Dio vivente e misericordioso, che va incontro all’umanità smarrita e sofferente. Gesù si avvicina e tocca e tutto si rinnova.Gesù non ci ha lasciati soli nel mondo e irrompe improvvisamente nella povertà della nostra vita portando fede, speranza e carità . Desidero impegnarmi per trasformare la mia vita ordinaria in SPECCHIO DELL’UMANITA’ DI CRISTO.

  2. E’ proprio vero, i miracoli si fanno con i gesti semplici di solidarietà sincera.
    Non abbiamo che “cinque pani e due pesci” e sicuramente ci chiediamo a cosa possano servire.
    Messi nelle mani di Gesù non solo bastano, ma avanzano pure.
    L’importante è non ostinarci a tenerli per noi (presto moriremmo di fame!)

  3. Caro DON!
    Questa volta devo dirti Bravo!

    La vignetta ricorda che Gesù che parla (con affetto) usando un IMPERATIVO!

    Gli “imperativi di Gesù danno VITA e spesso parla con imperativi.
    Infatti Gesù all’inizio della sua predicazione, ed in continuità con i precedenti profeti come Giovanni Battista, predicava con un imperativo: CONVERTITEVI!

    Il secondo tema di cui la vignetta ne fa APOLOGIA! è il tema dell’OBBEDIENZA!
    Che è il capo dei voti religiosi. [http://it.cathopedia.org/wiki/Voto_di_obbedienza].
    Ebbene la vignetta dice che OBBEDIRE a Gesù da VITA.

    Ci fa poi sorridere perchè ci ricorda che i giovani di oggi non obbediscono molto volentieri ai genitori per andare a scuola.
    Eppure l’andare a scuola è un ricevere un DONO. Il dono dell’istruzione.
    Anche Gesù ci indica degli imperativi, … per darci dei DONI!
    Siamo noi che quando non obbediamo … e ce li perdiamo!
    🙂

    Ripensando a me … anche io quando ero giovane alle medie (ma anche qualche anno dopo) non avevo molta voglia di andare a scuola.
    Ma ora, che sono ingegnere, (e con i tempi che corrono… quella laurea mi ha dato un bel lavoro)
    sono davvero molto felice di aver obbedito agli imperativi che mi dicevano di andarci e soprattutto di studiare!

    Temi non facili da trattare caro DON:
    Gli “imperativi di Gesù e l’obbedienza …
    ma con questa vignetta compi un opera di grande testimonianza alla verità .

    GRAZIE!

    Grazie anche per aver parlato del Papa e di Don Tonino Bello (per chi vuol conoscerne di più http://it.cathopedia.org/wiki/Don_Tonino_Bello).

    Peccato per la sbavatura “(ma anche recenti purtroppo)” a cui non si dice verso chi sia riferito … anche se temo di saperlo…
    🙁
    ma spero sempre di sbagliarmi.

  4. “Và , la tua fede ti ha salvato! dice Gesù quando “miracolizza chi glielo chiede.
    Questa volta no, nessuno glielo ha chiesto, se lo è chiesto da solo, lo fa per compassione, “Vedendola,… !
    Tutto torna! Mettersi dalla parte dei deboli, mettere il bene sopra le regole, una grande lezione di umanità ! Una grande lezione per l’umanità , che può dare gli stessi frutti, inferiori per grandezza, certo, ma gli stessi frutti di compassione, condivisione di sofferenze, di servizio.
    Ma…!
    Perchè Gesù prova compassione per questa vedova e non per tutti gli altri, per tutti noi, da allora ad oggi, e da oggi a sempre.
    E’ una dote del carattere di Gesù che possiamo e dobbiamo imitare?
    Dove sta la straordinarietà del fatto. Dove sta la prima straordinarietà ?
    Mi è capitato di leggere, proprio questa mattina, questo sul libro di Marcello Bordoni “Gesù di Nazaret. Presenza, memoria, attesa a pag. 224,225, nel paragrafo “Le apparizioni del Risorto :

    “Dal riconoscimento del Risorto scaturisce […] la missione dei testimoni […] non solo testimoni di un passato avvenimento, ma di una presenza del Risorto. Si può dire con Dufour che nel vedere’ […] regolato soprattutto dal tema del riconoscimento del passato di Gesù, si compie il movimento apocalittico dell’AT che nel passato trova il senso del futuro, mentre nell’udire’ il racconto si proietta verso l’avvenire e la missione per cui i discepoli dovranno sviluppare la ricchezza del presente del Risorto. Così la triplice struttura delle narrazioni delle apparizioni gerosolimitane si muove secondo uno schema temporale: “per iniziativa, che è di Dio stesso, il Risuscitato rinnova continuamente il presente del discepolo che è invitato ad assumere il passato nella persona di Gesù di Nazarert, e questo gli dona di costruire l’avvenire della Chiesa (Citazione di X. Leon-Dufour, Resurrection).

    E allora?
    E’ la Risurrezione di Cristo che deve darci la chiave di lettura, altrimenti professiamo un’altra cosa.
    Il miracolo delle apparizioni non cambia la natura del risorto (ora c’è, ora no), ma modifica la capacità del testimone, nel senso che ne “rinnova continuamente il presente .
    E oggi, mentre proclamiamo il Vangelo, possiamo pensare solo ad… oggi?
    Io non me la sento. Sento che l’oggi deve essere compreso, inserito, contenuto, sì, in quello che vivo, ma non può essere staccato dalla visione apocalittica, parusiaca.
    NO!
    Altrimenti torniamo ad essere una ONG.
    Gesù vede il funerale e prova compassione, compassione per la morte terrena, per la morte. Chi è allora, con lo sguardo nelle regole del suo tempo (AT), nell’udire il racconto (NT, cioè noi), il “Ragazzo , proiettato nell’avvenire della testimonianza della presenza del Risorto?
    Siamo noi tutti “non miracolati adesso, perchè lo siamo già domani, per la compassione di Gesù. Siamo tutti noi che non siamo stati testimoni oculari di Cristo, non gli abbiamo potuto sfiorare le vesti, e quindi potremmo pensare che non potremo mai sentire quelle parole: “Và , la tua fede ti ha salvato! .
    E invece no!
    Perchè noi continuiamo a toccare le vesti di Cristo, benchè non lo vediamo. Il nostro presente non è modificato da Cristo, come lo fu quello dei discepoli, (cioè noi viviamo il nostro presente nel tempo storico), ma questo non significa che Cristo non sia qui, perchè è Risorto, cioè è fuori dal tempo, in tutti i tempi, in tutto il tempo.

  5. “Gesù stupisce anche in questo suo piangere per una povera vedova. Ed è proprio così che mostra la sua vera umanità divina, e insegna a noi a fare altrettanto, anche con i gesti semplici della vita di tutti i giorni.”. E’vero, don Giovanni. La riscoperta della semplicità , dei gesti piccoli ma di grande importanza. Papa Francesco sta impostando il suo Ministero Petrino su questa riga e ci sta invitando a riscoprire la bellezza della semplicità . E’ un’occasione importante, che noi non possiamo non sfruttare. Grazie per aver ricordato la figura di Don Tonino Bello!!!!!!!!!!

  6. A proposito di “gesti semplici” ma da concretamente da santi:

    Oggi è la memoria liturgica di San Luigi Gonzaga, primogenito del duca di Mantova, che rifiutò gli onori e i fasti della sua famiglia per morire di malattia a Roma a soli 23 anni, per essersi caricato sulle spalle un appestato e averlo portato all’ospedaletto vicino al Campidoglio.
    Niente Tv nel 1591, niente media o foto dietro le scelte di questo ragazzo, passato alla storia per una eccessiva sottolineatura della sua purezza a scapito di quel realismo senza effetti speciali in cui si è consumata la sua esistenza.

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