DOMENICA 12 maggio 2013
Ascensione del Signore
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città , finchè non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betà nia e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
(dal vangelo di Luca 24,46-53)
Ricordo un film, “Flash Gordon” del 1980, che si concludeva in un modo molto semplice quanto originale. Nell’ultimissima inquadratura, dopo che tutto sembra felicemente concluso con la vittoria dei buoni sui cattivi, una mano nera in primissimo piano ruba l’anello del potere appena caduto al cattivo sconfitto, l’imperatore Ming. E allora accanto alla scritta “the end” appare un punto di domanda, seguito dai titoli di coda. Un espediente cinematografico che tiene in sospeso lo spettatore e che apre ad un sequel di tutta la storia (un sequel che poi in realtà non c’è stato visto lo scarso successo della pellicola…).
Luca conclude il racconto del suo Vangelo con questo episodio dell’Ascensione: Gesù dopo aver dato le ultime istruzioni ai suoi, li porta in un luogo prestabilito (che in realtà è volutamente tenuto un po’ vago, “verso Betania”) e qui si stacca e viene portato verso il cielo.
E’ finito tutto? Si volta pagina?
I dettagli del racconto ci fanno intravedere un bel punto di domanda accanto alla parola “fine” che saremmo tentati di mettere. Si intravede nel racconto un sequel che non è separabile da tutto quello che fino adesso è stato raccontato. E infatti lo stesso Luca scriverà il racconto dei primi passi della Chiesa proprio a partire da questo racconto della Ascensione di Gesù al cielo, ripresa nel capitolo primo del libro degli Atti deli Apostoli.
Gesù sembra andarsene ma in realtà non è affatto così. L’andare in cielo non è da interpretare come una nuova collocazione spaziale del Maestro. In realtà questo episodio racconta la nuova consapevolezza che i suoi discepoli hanno di Gesù: ora i discepoli hanno capito che Gesù è di natura divina e non un semplice eroico maestro simile a tanti altri prima di lui. Il cielo nella mentalità del tempoè il luogo di Dio. Dire che Gesù sale al cielo, significa comprendere che Gesù è proprio Dio, e in questa identità profonda va intesa ogni sua parola e ogni suo gesto. Tutto quello che segue nella vita dei suoi amici e discepoli ha un riferimento fondamentale nella sua divinità . Ma bisognerà che proprio dal cielo, cioè da Dio venga anche la potenza che sarà la forza della Chiesa, cioè lo Spirito Santo (“io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città , finchè non siate rivestiti di potenza dall’alto”), che è l’Amore di Dio che rinnova e dona coraggio.
I discepoli quindi non sono li a vedere Gesù che se ne va dopo che ha fatto tutto quel che doveva fare, e che li lascia soli in modo che si arrangino armati solo della loro buona volontà . Al contrario capiscono che il loro Maestro e Signore continua a vivere e operare in loro proprio perchè Dio. Per questo l’evangelista racconta che subito dopo averlo visto salire in cielo, i discepoli tornano a Gerusalemme pieni di gioia. E’ la gioia profonda di chi ha capito che non è stato abbandonato da Dio, e che nulla, nemmeno i propri limiti e debolezze, potrà sconfiggere la forza della loro testimonianza.
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Quando noi partecipiamo alla messa o viviamo qualche celebrazione, siamo tentati di mettere, più o meno con senso di sollievo, la parola “the end” alla fine, specialmente quando il canto finale ci “libera” dell’impegno domenicale. Siamo stati bravi e volenterosi, abbiamo fatto il nostro dovere e forse ci siamo guadagnati un po’ di punteggio da impiegare poi in eventuali richieste da inoltrare all’Altissimo.
Ma è questo il modo corretto di relazionarsi con Dio? Penso che il modo migliore di vivere la nostra preghiera e la nostra partecipazione alla messa domenicale, sia quello di mettere sempre un bel punto interrogativo alla parola fine, sentendo la conclusione della preghiera liturgica (sia quella comunitaria che quella che possiamo fare personalmente) come in realtà il “primo tempo” della nostra relazione con Dio nella vita ordinaria fuori di chiesa e dopo la preghiera. Non siamo saliti un attimo da Dio in cielo con il nostro spirito per poi ridiscendere e fare dell’altro o sentirci soli. In realtà la preghiera e l’incontro con Gesù nella celebrazione comunitaria domenicale sono il modo per ricordarci che Gesù è il nostro Dio sempre, e che le sue parole, se le ascoltiamo realmente, hanno una forza incredibile in ogni istante di quel che viviamo. Gesù non si stacca mai da noi, ma vive nella sua comunità e dentro la nostra stessa vita, nei nostri gesti e parole, anche quando questi non sembrano così perfetti e ci accorgiamo del nostro limite.
Una fede matura non è quella senza dubbi e granitica (le statue di granito sono infatti solide ma morte), ma è quella che mette sempre il punto interrogativo anche quando ci sentiamo lontani da Dio o sentiamo Lui lontano, e ci verrebbe la voglia di mettere in discussione tutto. L’ascensione è un invito a sentire il cielo, cioè Dio, sempre aperto verso di noi. Anche quando avvertiamo forte la distanza tra noi e Dio, il Vangelo ci ricorda che sarà sempre Dio a scendere con il suo amore verso di noi, in qualsiasi bassezza ci troviamo.
Domenica prossima infatti ricorderemo che solo quando riceveranno il dono dello Spirito, i discepoli saranno capaci di aprirsi al mondo e a diventare veri testimoni.
Giovanni don
Ma lo DICE che E’ necessario che LUI Ascenda per poi riSCENDERE in NOI.
Anche con quel … un po’ mi vedrete e un po’ non mi vedrete.
Ma CHI ha il CORAGGIO … OGGI di dire: “NON SONO PIU’ IO MA IL CRISTO VIVE IN ME”.
IERI … l’ASCENSIONE (giovedì 9 maggio 2013) … OGGI?
La differenza tra un’ANIMA MADRE e una zitella è che la PRIMA ha sempre il suo grembiule bagnato di lacrime di bambini … qualunque ESSI … SIANO!
L’assunzione è anche la prova provata che il paradiso è una realtà .GESÙ ha. “aperto quella porta” a tutti, purchè”pur non avendo veduto crediamo” con tutti i nostri limiti. Fa bene ogni tanto guardare il cielo, perchè ci dà la forza per proseguire ,sperare e combattere ogni giorno affinchè il suo Regno si veda anche qui in terra, finchè Lui trionferà attraverso la nostra testimonianza.È nostro dovere impegnarsi ogni giorno nella vita,politica,sociale e familiare senza arrendersi mai e prima o poi il mondo potrà cambiare,grazie a noi e al suo messaggio .
Gesù sale al cielo ed è per noi motivo di gioia perchè non ci lascia orfani ma porta con sè l’umanità redenta.La chiesa pellegrina sulla terra,corpo mistico di Gesù,alza gli occhi al cielo e scorge una croce che unisce la terra e il cielo e con speranza e vigile, attende l’incontro eterno nell’abbraccio della Trinità .
Domenica era la festa della Mamma … e questa vignetta lascia senza parole….
Ma quando leggo “Una fede matura non è quella senza dubbi …”
Ecco che sono contento della mia fede da bambino, … che fa le domande dei bambini, i suoi perchè per capire meglio (e quanti perchè che vengono! quanta Sete del mio Dio viene bevendo alla Sua fonte) … ma ci sono anche certezze su cui fondare la propria vita.
Come un bimbo che mai mette in dubbio l’amore del Padre.
Da anni ormai ci scriviamo e voglio condividere con tutti voi una grande gioia:
ieri il nostro piccolo Davide ha ricevuto il dono del S. Battesimo!
🙂
Il parroco ci ha concesso (o chiesto) di comporre le 4 preghiere dei fedeli e voglio quindi condividerle con voi.
1)
Grazie Signore per il Battesimo, il sacramento della fede.
Aiutaci, in questo Anno della Fede, a riscoprire, vivere e testimoniare lo stupore, la bellezza e la grandezza della nostra fede.
Per questo noi ti preghiamo
Ascoltaci, o Signore
2)
Grazie Signore Gesù che sempre guidi la tua Chiesa: grazie per averci donato il tuo nuovo vicario sulla terra Papa Francesco.
Aiutalo nel suo difficile compito e aiuta tutto il clero e noi laici ad essergli vicini, per ascoltare e vivere i tuoi insegnamenti.
Per questo noi ti preghiamo
Ascoltaci, o Signore
3)
Grazie Signore per il dono della Vita.
In occasione della giornata di mobilitazione in tutte le parrocchie italiane, per l’iniziativa di raccolta firme europea “uno di noi ,
ti chiediamo Signore di rendere l’Europa e tutti noi qui presenti, capaci di riconoscere e tutelare sempre ogni figlio concepito in quanto già pienamente essere umano e quindi uno di noi.
Per questo noi ti preghiamo
Ascoltaci, o Signore
4)
Ti preghiamo Signore per il piccolo Davide, per papà e mamma e per tutte le persone che gli staranno intorno:
perchè sappiano essere per lui la testimonianza nel Tuo Amore nel mondo
Per questo noi ti preghiamo
Ascoltaci, o Signore
“L’ascensione è un invito a sentire il cielo, cioè Dio, sempre aperto verso di noi. Anche quando avvertiamo forte la distanza tra noi e Dio, il Vangelo ci ricorda che sarà sempre Dio a scendere con il suo amore verso di noi, in qualsiasi bassezza ci troviamo.”
GRIDARE IL VANGELO CON LA VITA
Per le strade del mondo sui passi di Gesù
“Fammi continuare l’avventura”
Musiche e parole di Piccola Sorella Chiara di Gesù
http://www.youtube.com/watch?v=VKb_VaAUJsc&feature=player_embedded
Buona avventura a tutti!!!
ITE! MISSA EST!!! Tutta la seconda parte dell’omelia era scritta, nella liturgia tridentina, in queste tre semplici parole che la traduzione in italiano ha modificato e perciò ora ci vogliono 30 righi per dirlo.
Significavano: “Andate, è la (vostra) missione” e non “La messa è finita, andate in pace”. Le parole “The End” le hanno messe i traduttori e ora, finalmente, sentiamo l’esigenza del punto interrogativo, che però non basta. La Messa è finita? NO! Dopo la Missione Divina che si ripete “fisicamente” e non idealmente nella transustanziazione, inizia la missione umana di trasferire la gioia di aver assistito fisicamente alla Missione Divina domenicale, per tornare, domenica prossima a nutrirci della nuova Missione Divina in un circuito perenne, senza necessità di punto interrogativo che corregga l’affermazione errata della fine della messa.
La traduzione è uno dei tanti flutti dello shunami del dopo Concilio Ecumenico Vaticano II, e che con il Concilio delle Costituzioni, dei decreti e delle dichiarazioni non ha niente a che fare.
Perchè si vuole “evitare” l’INCARNAZIONE.
Cristo aveva il Corpo (Tommaso ci ha ficcato le dita dentro), gli apostoli avevano un corpo (in particolare tatto e vista), erano su una parte del cosmo creato che si chiama Terra e precisamente su quella parte della superficie del corpo terrestre che che si chiama Betania e che noi, oggi, con il nostro corpo, possiamo andare a visitare.
Ebbene! Ora il Cielo diventa un luogo della mentalità .
Vorrei sapere in che direzione “fisica” (quella che possono prendere i corpi) possa essere andato il Corpo di Cristo se non lungo la direzione zenitale di Betania! Perchè in nome del significato dell’evento, si deve distruggere la fisicità dell’accaduto! Il Corpo di Cristo, che poggiava con i suoi piedi a terra, poteva prendere 6 direzioni: in orizzontale (a destra, a sinistra, avanti o dietro)e in verticale (in alto o in basso) come tutti i “corpi materiali”. Voi quale avreste scelto, quella in orizzontale davanti agli apostoli che vi avrebbe visto incamminarvi e, allontanandovi, sparire in una nube?
“Una fede matura non è quella senza dubbi e granitica (le statue di granito sono infatti solide ma morte), ma è quella che mette sempre il punto interrogativo anche quando ci sentiamo lontani da Dio o sentiamo Lui lontano, e ci verrebbe la voglia di mettere in discussione tutto. L’ascensione è un invito a sentire il cielo, cioè Dio, sempre aperto verso di noi.”. Verissimo, don Giovanni. Con l’Ascensione niente finisce, anzi tutto comincia. Perchè comincia la Missione degli Apostoli che si rendono finalmente conto della natura Divina di Gesù. E, allo stesso modo, deve cominciare la nostra Missione di diffondere il Vangelo in ogni parte e di avere un comportamento coerente alla nostra Fede. Il Signore, anche se in Cielo, è sempre con noi. Lo capiremo meglio Domenica, con la Pentecoste. Speriamo che queste due Solennità rafforzino in maniera netta e decisa la nostra Fede nel Signore.
… e dimentichiamo l’INCARNAZIONE anche perchè la “corporeità ” delle nostre chiese che ci spinge ad “idealizzare” i concetti, tradisce la corporeità del nostro “corpo”. Vorrei proprio vedere se davanti ad un dipinto con il Cristo sollevantesi e gli Apostoli a bocca aperta prostrati a terra verrebbe di richiamare il Cielo come a qualcosa di inesistente.
Insomma: prima c’era, aveva un corpo, mi toccava, lo toccavo, mi parlava, gli parlavo; poi non c’è più, non mi tocca, non lo tocco, non mi parla, non gli parlo. Che vuol dire? Cristo ha perso il Corpo? E’ diventato altro?
Insomma (domanda di tanto tempo fa): “Cristo, in questo momento, il Corpo ce l’ha?” Questa è la domanda dell’Ascensione e la risposta dell’Ascensione è SI’
Per questo i discepoli se ne tornarono gioiosi!! Perchè avevano “visto” che CRISTO IN QUESTO MOMENTO HA IL CORPO anche se non lo vedevano. E’ la nostra natura che impedisce la vista del corpo di Cristo, non la natura del Corpo di Cristo ad essere invisibile. E’ della nosgtra natura che bisogna parlare per capire l’Ascensione, perchè del Corpo di Cristo si sa già tutto: E’ PRESENTE!!!
Per chi vuole approfondire il tema dell’Ascensione, ecco, io ho trovato questa “fonte di acqua pura” a cui abbeverarsi:
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/audiences/2013/documents/papa-francesco_20130424_udienza-generale_it.html
PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 24 aprile 2013
Anzitutto ricordiamo che, con l’Ascensione, il Figlio di Dio ha portato presso il Padre la nostra umanità da Lui assunta e vuole attirare tutti a sè, chiamare tutto il mondo ad essere accolto tra le braccia aperte di Dio, affinchè, alla fine della storia, l’intera realtà sia consegnata al Padre.
C’è, però, questo “tempo immediato tra la prima venuta di Cristo e l’ultima, che è proprio il tempo che stiamo vivendo.
Dalla stessa udienza di mercoledì 24 aprile 2013 di Papa Francesco: “Quello che ci è chiesto è di essere preparati all’incontro – preparati ad un incontro, ad un bell’incontro, l’incontro con Gesù -, che significa saper vedere i segni della sua presenza, tenere viva la nostra fede, con la preghiera, con i Sacramenti, essere vigilanti per non addormentarci, per non dimenticarci di Dio. La vita dei cristiani addormentati è una vita triste, non è una vita felice. Il cristiano dev’essere felice, la gioia di Gesù. Non addormentarci!”
Notate?
Dice “… saper vedere i segni della sua presenza…”. Mi viene chiesto una attenzione ai segni e non alla presenza: perchè?
Devo saper vedere i “segni” della “Sua presenza” perchè non posso vedere la “presenza”, ma se non vedo i segni non vuol dire che non c’è la PRESENZA, ma solo che “io non vedo” una PRESENZA CHE C’E’. Ed inoltre: se vedo i “segni” non vuol dire che la realtà sono i segni, la realtà è la Presenza (che non posso vedere) che causa i segni che posso vedere.
In altri termini ancora. Sono i segni che mettono in moto la mia umanità fisica, corporea, volitiva, esperenziale, deduttiva, riconoscitiva. La presenza è scontata.
Questo mi dice Papa Francesco.
@Dario
Grandissimo commento Dario!
Mi ricordava il mio cugico acquisito che lavorando all’LHC (al CERN) di Ginevra mi spiegava il bosone di Higs.
Incredibile quante analogie ci sino tra scienza e teologia!
Anche li gli scienziati generano una increspatura nello spazio di Higs (che non si vede e di cui non si hanno prove) per generare (lui diceva uno “spruzzo”) il borsone.
Individuato quello si ha la prova dell’esistenza dello spazio di Higs che da la “materia” alle particelle.
Aggiungeva anche che ora “paradossalmente” la scienza non riesce a spiegare la doppia natura della materia che è sia energetica che corpusolare allo stesso tempo.
Quante analogie!
Quando ci diciamo “a Sua immagine” … ed ora la scienza ce lo conferma sempre più!
🙂
(e c’è chi parla ancora del “caso” … che non saprebbe costruire una casa, ma avrebbe fatto tutto questo straordinario, complesso ed affascinante mondo).
Se solo anche noi avessimo più fede di comprendere la nostra vera natura che ci è stata Rivelata da Gesù!
🙂
“Non son solo! Siamo in due! Andate da Momus…” cantava Rodolfo verso la fine del primo atto di Boheme.
Nemmeno io sono solo, ma voi non andate da Momus, restate qua e guardatevi questo video.
http://www.youtube.com/watch?v=_b_riBEduSU&feature=youtu.be