Eucarestia, fusione di corpi


DOMENICA 10 giugno 2012
Solennità  del Corpo e Sangue del Signore

Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perchè tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città  e vi verrà  incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là  dove entrerà , dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà  al piano superiore una grande sala, arredata e già  pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città , trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità  io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
(dal vangelo di Marco 14,12-16.22-26)

Al museo del Castello Sforzesco di Milano è conservata l’ultima opera scultorea di Michelangelo Buonarroti, la Pietà  Rondanini. Il nome di questo gruppo scultoreo viene dai marchesi Rondanini che la aquistarono nel 1744 per metterla a Roma e che poi, dopo vari passaggi finì a Milano, dove si può ancora oggi ammirare.
La particolarità  di questa opera è che è un abbozzo, non è un opera finita. Si dice che Michelangelo vi lavorò fino a pochi giorni prima di morire, nel 1564. Il grande artista rinascimentale iniziò la scultura parecchi anni prima, attorno al 1553. Ne fece una prima versione, ma poi decise di cambiare e iniziò, sullo stesso marmo una seconda versione. Questo cambiamento di impostazione è visibilissimo in vari punti, compreso il doppio braccio destro di Gesù, che Michelangelo aveva iniziato a riscolpire in una posizione diversa.

Il gruppo scultoreo rappresenta Maria in piedi che sorregge il corpo di Gesù, anch’esso quasi in piedi, ma cadente. Il fatto che l’opera sia incompiuta, e che le figure con i volti e le parti delle figure siano ancora in fase di abbozzo e non levigati, accentua ancor di più il senso di fusione tra i due corpi, quello di Gesù e quello della madre. Maria e Gesù, pur se rappresentati nel momento terribile della deposizione dal patibolo della croce, sono abbracciati in una maniera molto dolce e direi, a mio parere, piena di vita e di amore.
Non si sa bene se è Maria che emerge dal marmo di Gesù o viceversa, e questo è estremamente stimolante per una riflessione spirituale davanti alla scultura.
Maria, nella nostra tradizione spirituale, rappresenta la Chiesa, tutti noi. E allora, in questo lavoro incompiuto di Michelangelo così intenso, vedo questa reciproca fusione tra la comunità  dei credenti e Gesù morto e risorto. La Chiesa sorregge e mostra al mondo il Signore morto e risorto perchè essa stessa è parte di Gesù, e perchè la Chiesa è il vero Corpo di Cristo. Senza questa presenza di Gesù nella Chiesa, la Chiesa non ha senso, proprio come nella scultura michelangiolesca Maria è li perchè li c’è Gesù, e non avrebbe senso rappresentata da sola.
Quando la sera dell’ultima cena Gesù pronuncia le frasi che poi sono al centro della messa che celebriamo, non intende solo consegnare ai discepoli un nuovo rito e nuove formule, in modo da sostituire quelle antiche ebraiche. Gesù quella sera, nel cenacolo, consegna ai discepoli una nuova identità  e una nuova missione: essere il suo corpo nel mondo per portarlo ovunque e verso tutti.
Nella messa a volte siamo troppo attenti ai riti, alle parole e a compiere i gesti in modo corretto e liturgicamente esatto. Ma il rito, fatto di gesti e parole, ha senso se ne conosciamo il fine che è quello di fonderci con Cristo, ritrovando ogni volta la nostra identità  di Corpo di Cristo.
Se Gesù ha dato tutto se stesso per il mondo, anche noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso.
Questa è la vera Eucarestia da celebrare con la vita…. tutti i giorni, in una continua e quotidiana fusione di corpi, quello nostro e quello di Gesù.

Giovanni don

7 comments

  1. “Quando la sera dell’ultima cena Gesù pronuncia le frasi che poi sono al centro della messa che celebriamo, non intende solo consegnare ai discepoli un nuovo rito e nuove formule, in modo da sostituire quelle antiche ebraiche. Gesù quella sera, nel cenacolo, consegna ai discepoli una nuova identità e una nuova missione: essere il suo corpo nel mondo per portarlo ovunque e verso tutti.
    Nella messa a volte siamo troppo attenti ai riti, alle parole e a compiere i gesti in modo corretto e liturgicamente esatto. Ma il rito, fatto di gesti e parole, ha senso se ne conosciamo il fine che è quello di fonderci con Cristo, ritrovando ogni volta la nostra identità di Corpo di Cristo.
    Se Gesù ha dato tutto se stesso per il mondo, anche noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso.
    Questa è la vera Eucarestia da celebrare con la vita…. tutti i giorni, in una continua e quotidiana fusione di corpi, quello nostro e quello di Gesù.”

    Don Giovanni!
    Come non dirti i pensieri che mi suscitano le tue parole dove piccoli cambiamenti modificherebbero la profondità dove queste scavano… ma come dirteli se la mia ingnoranza mi costringere ad una espressione diretta con parole mie, incapace come sono di farti paragoni biblici, teologici, magisteriali che non siano richiami diretti, e direi infantili, all’argomento.
    Non so! E perciò mi taccio, fintanto che non troverò parole, e se le troverò…

  2. @ Dario
    Alla fine mi sono chiesta:
    “perchè Dario ha bisogno di cercare altre parole?
    Allora, scusa il copia e incolla, anche se secondo me nulla c’è da replicare a
    Don Giovanni, tranne il voler esprimere una propria testimonianza su dove e come scavano certe parole e la Parola nella nostra vita.

    L’Eucaristia è il corpo di Gesù, secondo il racconto dell’Ultima Cena (Mc 14,22). La Chiesa è il corpo di Gesù, dice Paolo nella lettera ai Colossesi (1,24). Allora l’Eucaristia e la Chiesa sono la stessa cosa? Beh, con calma… Ricordiamoci che stiamo parlando con un linguaggio simbolico, ma certamente è vero che tra queste due realtà esiste un legame profondo.
    Giovanni Paolo II nell’enciclica Ecclesia de Eucharistia (“La Chiesa vive dell’Eucaristia ) ricordava questo mistero per cui la partecipazione al corpo di Cristo nel sacrificio eucaristico ci costituisce collettivamente come chiesa-corpo di Cristo. Se, infatti, la Chiesa ha un senso nel mondo è soltanto per il legame con il suo Capo, per cui diventa presenza reale (sacramento!) di Cristo nel mondo. Ci nutriamo del suo corpo per portarlo nella vita di tutti, non per compiacerci di noi stessi. Abbiamo ricevuto un dono che non ci rende migliori degli altri, ma solo più responsabili. E questa responsabilità a volte è un peso difficile da sopportare, perchè ci rendiamo conto della nostra indegnità .
    Per fortuna viene in nostro soccorso la parola dell’apostolo Paolo: “Abbiamo questo tesoro in vasi di creta perchè appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio e non viene da noi (2Cor 4,7).

  3. ciao a tutti, mi ha fatto molto piacere leggere il commento di don Giovanni…. si parla sempre di più di una dimensione sacramentale dell’esistenza umana, di situazioni nella vita che effettivamente sono eucarestia, anche se il termine è ancora vincolato al sacramento rituale. D’altro canto il sacramento rituale è il simbolo di quello che si vive, noi celebriamo nei sacramenti ciò che abbiamo sperimentato, senza questi collegamenti all’esistenziale il rito sacramentale si riduce ad un banale rito magico.
    Le mediazioni rituali rimandano alle mediazioni della vita umana, dove si attua la storia della salvezza e della rivelazione di Dio in tutta la sua profondità e ampiezza…

  4. “Nella messa a volte siamo troppo attenti ai riti, alle parole e a compiere i gesti in modo corretto e liturgicamente esatto. Ma il rito, fatto di gesti e parole, ha senso se ne conosciamo il fine che è quello di fonderci con Cristo, ritrovando ogni volta la nostra identità di Corpo di Cristo.”

    A VOLTE??????
    🙂
    Si a volte siamo attenti … ma solo a volte. E un nostro modo di amare il Signore, … ed a a volte lo amiamo troppo.
    Ma solo a molte mi raccomando! Moderazione!
    🙂

    Tutto sta nella nostra risposta a questa questione del “troppo”:

    – Impegnarci a comprendere ed a far comprendere il senso dei gesti nel rito. E quindi a maggior ragione ed anche per questa ragione il rito va eseguito in modo corretto.

    – Oppure constatare, come nella vignetta, che l’impresa è troppo ardua ed arrendersi. E coprire il nostro fallimento con patetiche giustificazioni in stile “la volpe e l’uva” del tipo “ma non è il rito che conta, ciò che conta è ben altro”. Il che è anche vero … se non fosse che durante la celebrazione si sta compiendo un rito e non “benaltro”.

    🙂

  5. Fratelli,
    Sorelle,
    grazie per le vostre riflessioni.
    Eucarestia non significa forse “RINGRAZIAMENTO”?
    Dio si rende visibile nel corpo di Gesú,e ci dice mangiami,cioè assimila il messaggio eterno nel passare delle cose,perchè tutto è corpo di Cristo,tutto è creato dal Padre con il fine di manifestare a noi il suo Pensiero:suo Figlio.
    Ogni nostra riflessione sulla Parola di Dio ci rende UNO con Dio:”chi pensa Dio forma una cosa sola con Dio”,dice S.Paolo.
    Dio non è lontano da noi, ce lo ha rivelato incarnando suo Figlio una volta per tutte nella storia, per dirci quello che ogni uomo fa con il corpo di Cristo,come ognuno di noi tratta,o ha trattato questa presenza divina nel suo organismo.Il Vangelo è per me personalmente, per ognuno di noi,anzitutto.
    Nell’Eucarestia riconosco quello che è suo,perchè Lui lo dice.E lo dice su quello che io gli offro:”questo è mio,questo è il mio corpo”.
    Questo è il mio Pensiero,questo SONO IO.
    E perchè NESSUNO si pensi innocente per tutto il sangue che ancora si versa,
    ci dice: bevi il mio sangue,è versato PER te.PER causale e finale.
    Tutti abbiamo partecipato all’uccisione di Gesú,perchè quella fu la rivelazione di quello che continuamente succede nella vita di ogni uomo.
    Non furono i Giudei a uccidere Gesú.Siamo stati noi;in termini di Veritá il tempo non esiste:”…prima che Abramo fosse IO SONO”.Gesú è il centro dell’Universo,la Via,la Porta aperta all’Infinito,all’Uno,a Dio.

    Maria,la creatura perfetta che Dio ha concepito, la Immacolata concezione,perchè suo Figlio si renda visibile a noi.

    Grazie don per l’immagine che stava concependo Michelangelo.
    Io penso che morí,Dio lo chiamó a Sè,ma la scultura della pietá era terminata, non poteva migliorare.
    La perfetta immagine di fusione tra Maria e il Figlio di Dio,suo figlio…

    FIGLIA DI SUO FIGLIO DICEVANO I PADRI DELLA CHIESA.
    Ringrazio Dio per il suo corpo e per il sangue versato da Gesú

  6. modo corretto e liturgicamente esatto. Ma il rito, fatto di gesti e parole, ha senso se ne conosciamo il fine che è quello di fonderci con Cristo, ritrovando ogni volta la nostra identità di Corpo di Cristo.
    Se Gesù ha dato tutto se stesso per il mondo, anche noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso.
    Questa è la vera Eucarestia da celebrare con la vita…. tutti i giorni, in una continua e quotidiana fusione di corpi, quello nostro e quello di Gesù.

    E’ vero, don Giovanni. L’Eucarestia è il Momento più bello e più intenso da vivere per chi si definisce Cristiano. In quel Momento non solo riceviamo Cristo, ma automaticamente accettiamo l'”incarico” di portare Cristo in tutto il mondo e, ciò che più conta, di portare Cristo tra le persone che ancora non Lo hanno conosciuto oppure Lo evitano. Compito tutt’altro che facile, impossibile se ci poggiamo solo sulle nostre capacità umane. Ma se crediamo veramente in Lui, anche la salità più ripida si spianerà . Che il Signore accresca la nostra Fede per affrontare le umane difficoltà e per compiere degnamente la Missione che ci ha affidato.

  7. Chi ha avuto la fortuna di vedere su TV2000 le celebrazioni con Benedetto XVI per questa importante festa dei cattolici sarà sicuramente rimasto colpito da questa ondata di Amore da Dio e verso Dio.

    Da:
    http://2.andreatornielli.it/?p=4392

    “Papa Montini parlava dell’importanza non solo della celebrazione dell’eucaristia da vivere come sacramento che edifica la Chiesa, ma anche della presenza reale speciale del corpo e sangue di Cristo nelle specie eucaristiche, che la Chiesa conserva nei «tabernacoli della misericordia». Ecco le sue parole: «L’eucaristia conservata nei templi e negli oratori è come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale, anzi della Chiesa universale e di tutta l’umanità , perchè essa sotto il velo delle sacre specie contiene Cristo capo invisibile della Chiesa».

    Non è dunque Papa Benedetto a guardare indietro con nostalgie che vogliono cancellare le riforme conciliari. È il Concilio e il magistero dei Papi post-conciliari che troppe volte non è stato compreso, non è stato ascoltato e in qualche caso è stato tradito.”

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