In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà , avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà , prendi ancora con te una o due persone, perchè ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità ; e se non ascolterà neanche la comunità , sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà . Perchè dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»
(dal Vangelo di Matteo 18, 15-20)
La messa finale della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid l’ho seguita insieme al gruppo di giovani con cui sono andato in Spagna, in un parco del centro della capitale spagnola, attraverso un maxischermo. Non siamo riusciti ad entrare la sera prima nel grande ma male attrezzato spazio di Cuatros Vientos, nella periferia, e così abbiamo ripiegato per il centro cittadino. Sicuramente se riuscivamo ad entrare avremmo seguito pure li su un maxischermo la veglia e la messa, con la differenza che avremmo penato non poco per la mancanza di bagni e di acqua da bere e la pioggia.
Delle parole del papa nell’omelia (che commentava il capitolo 16 di Matteo, quando Gesù affida a Pietro la Chiesa), mi ricordo un passaggio che mi sono segnato: non si segue Gesù in solitaria. La Chiesa è parte fondamentale per l’esperienza di Cristo. Non arrivo a Cristo se non passo prima di tutto attraverso l’esperienza della prima comunità di discepoli che mi hanno lasciato la testimonianza delle sue parole e azioni. Non posso fare esperienza di Cristo se non la condivido con i cristiani di oggi, con la Chiesa di oggi.
L’esperienza cristiana non è un cammino in solitaria. Il rischio è di farmi un Gesù “mio”… che non è certo quello che Gesù stesso voleva.
Conosco molti che rifiutano apertamente l’esperienza comunitaria della fede, e in particolare rifiutano la Chiesa. Dicono che credono in Gesù ma non nella Chiesa.
Andando un po’ in profondità a queste loro affermazioni si avverte un sincero rifiuto della Chiesa così come loro la sentono e come essa si presenta a loro e al mondo d’oggi. Se siamo sinceri, tutti noi abbiamo spesso dei moti di rifiuto di certe manifestazioni della Chiesa, sia del passato che di oggi.
Non credo che questa sia una mancanza di fede. Anzi è necessario che la Chiesa in continuazione si auto-critichi per domandarsi in continuazione se è fedele o meno al mandato di Gesù di rappresentarlo in terra (“tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo”). E’ questo in fondo il moto di continua conversione al vangelo che tutti nella Chiesa siamo chiamati a fare, dal papa fino all’ultimo battezzato.
Dell’esperienza madrilena, non porto via nulla delle esperienze oceaniche che sono state organizzate, anche perchè non ero presente in nessuna di esse. Era davvero difficile esser presente al saluto del papa il primo giorno, alla via crucis e infine alla veglia e messa di Cuatros Vientos.
C’era davvero troppa gente, e il rischio di passare da comunità in preghiera a massa indistinta era davvero forte. E le masse indistinte non sono mai una comunità …
Dell’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù porto via i piccoli incontri per strada con gente di lingua e razza diverza e i momenti di preghiera dove eravamo un migliaio o poco più (quindi non una folla oceanica); porto via l’esperienza di amicizia e di cammino con i giovani del bus con i quali sono venuto e poi tornato a casa. Dell’esperienza della GMG, porto via la dimensione “cattolica” della Chiesa, nel senso letterale del termine. La Chiesa è davvero “universale” (è questo il significato di “cattolica”): il messaggio di Cristo coinvolge e accomuna davvero persone di luoghi, culture e lingue assai diverse.
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Ricordo in particolare che durante un momento di preghiera, il prete spagnolo ha invitato i presenti a fare un canto religioso secondo la propria cultura e tradizione. Abbiamo cantato noi italiani e dopo di noi un gruppo di cristiani dalla Siria e infine un gruppetto di brasiliani. Ne è venuto fuori un mix di canti e suoni davvero diversi, apparentemente opposti (…una nenia un po’ monotona e triste da parte dei siriani e un canto festoso con un mezzo ballo da parte dei brasiliani…). Ed era lo stesso Cristo che ci univa. E questa unità di fede la sperimentavamo concreta e visibile.
E’ vero, non si può seguire Cristo in solitaria, come ha detto papa Benedetto. Cristo stesso ha detto ai suoi amici che lui è presente dove c’è una comunità che cerca di stare insieme, nell’amore, nella cura reciproca e nel perdono reciproco. Non una massa…ma una comunità reale che alla fine contagia il mondo intero.
Giovanni don
“Non si segue Gesù in solitaria. La Chiesa è parte fondamentale per l’esperienza di Cristo. Non arrivo a Cristo se non passo prima di tutto attraverso l’esperienza della prima comunità di discepoli che mi hanno lasciato la testimonianza delle sue parole e azioni. Non posso fare esperienza di Cristo se non la condivido con i cristiani di oggi, con la Chiesa di oggi.”
Bellissime parole.
Ho trovato anche questa citazione che sintetizza (anche se con parole forti) questo concetto:
«Chi non ha maestro che se stesso, è discepolo di uno stolto».
San Bernardo
Questo commento invece è per sorridere:
La vignetta GMG potrebbe non essere esagerata ed anzi è esattamente nella direzione delle intenzioni di Don Gioba che nella sua sezione “chi sono” scrive: “Anche le pagine del Vangelo sono fonte di ispirazione, non per banalizzare il messaggio che contengono, ma al contrario per cogliere la potenza di gioia che è nascosta nella storia di Gesù…”
Ed infatti in Giovanni 14 troviamo:
12
In verità , in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perchè io vado al Padre.
13
Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perchè il Padre sia glorificato nel Figlio.
14
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Bravo Don, continua così!
😉
Francesco
@Francesco
ciao Francesco, non rieco ad afferrare il senso del tuo post, anche perchè penso che la vignetta abbia della triste ironia, se invece, al contrario, sono due o tre milioni, allora, in tal caso c’è il papa….io dò un significato diverso al brano di Giovanni che citi.
Penso che il testo di Matteo sia illuminate, non serve essere in 2 milioni.
Ho letto (Dario non ricordo la fonte) che gli ebri si arrovellavano il cervello pensando a quanti uomini servivano per rendere valido un rito, ed erano arrivati alla conclusione di 12, come le tribù di Israele. Gesù come al solito la spara grossa: ne bastano 2!!
Mi permetto di consigliare una esegesi molto bella di un frate, Alberto Maggi, che troverete http://www.studibiblici.it/VideoOmelie/trascrizioni.
Dario, Alberto non è un famoso teologo, nè ricopre un alto grado nella gerarchia ecclesiastica, eppure secondo me le sua esegesi è vera, è evidente che è in sintonia con lo Spirito.
Concordo con Dele sulla vignetta, anch’io vi leggo una sottile ironia. Credo che la si debba smettere di continuare a mettersi in mostra con pompose e costruite manifestazioni. Gesù con la sua semplicità ha operato in mezzo alla società di allora e ha fatto sì che il suo messaggio arrivasse fino a noi (nonostante tutti gli errori commessi nei secoli passati). I gesti che hanno maggior influenza sul mondo sono quelli della testimonianza diretta e dell’applicazione vera del Vangelo vedi: San Francesco, Madre Teresa di Calcutta ecc. ecc. Con i loro gesti di amore rendevano presente Gesù perchè erano sempre “due o tre riuniti nel mio nome”.
@Dele, sono d’accordo con te…
Il problema è quando in quella Chiesa (con la C maiuscola) si fatica tanto a vedere la presenza di Gesù, sia per le inevitabili corruzioni e mancanze delle persone che la compongono, sia nel modo che ha di parlare e di essere…
Se fosse una Chiesa che accoglie tutti, che si concentra sul bene comune e sugli ultimi, che non scende a compromessi, che supera norme, regole e dottrine a favore della libertà e della coscienza personale, che accetta le critiche e le opinioni di tutti con gioia e cerca ogni giorno di essere più vicina a quello che Gesù voleva, allora forse riusciremmo tutti a vederci la sua presenza… altrimenti il rischio è che sia addirittura di intralcio e allontani le persone, invece di riunirle!
@tutti.
Premesso che una battuta è una battuta. E per sua natura non può che essere un po … così.
Va presa cioè con leggerezza.
Se ora la vado a spiegare … non farà più ridere. Come quando si spiavano le barzellette … o le si capiscono o niente, … non ci saranno altri commenti a riguardo …. meglio glissare.
Il mio citare Giovanni 14 non può che essere una battuta alla battuta.
La vignetta ironizza che sul fatto che per Gesù ci sono 2 o 3 persone, mentre per il Papa molte di più.
Pare impossibile che per il Papa si abbia molto di più che per Gesù.
Pare impossibile ad un uomo, compiere cose più grandi di quelle compiute da Gesù …
Impossibile per la logica umana … ma per quella Divina.
Ed ecco Gesù che ci illumina:
“In verità , in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi”
Capite? “di più grandi”!!!!!!!!!
Ecco perchè per guarire occorreva toccare fisicamente il mantello di Gesù.
Mentre con Pietro bastava essere toccati dalla sua ombra.
Con Gesù c’erano 12 apostoli, con il Papa, ecco i milioni di Giovani ed il miliardo di battezzati in tutto il mondo.
Ma è quindi Pietro che viene Glorificato, è quindi per il Papa che si fa tutto questo.
NO. Se fose per loro, … non succederebbe nulla.
Allora perchè è possibile ciò?
E sempre Gesù che ci dice che:
“Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perchè il Padre sia glorificato nel Figlio.”
Capite?
“perchè il Padre sia glorificato nel Figlio”
🙂
Francesco
@Francesco
scusa Francesco non avevo capito che avevi fatto dell’ironia sull’ironia.
Devo però dirti che le tue parole mi danno un pò di inquietudine.
Non è la proporzione Gesù:2=Papa: 2’000’000 che mi interessa, non penso sia questa l’opera + grande che Gesù si aspetta da noi. Poi non è vero perchè nei vangeli si parla spesso di moltitudini, grandi folle che seguono Gesù,anche nel testo degli atti che tu ricordi quando parli dell’ombra di Pietro (non è però specificato che è l’ombra di Pietro a guarire, lo pensa la folla superstiziosa).
Ma è proprio questa la triste denuncia: folle che seguivano Gesù senza comprenderlo, addirittura fraintendendolo, folle che seguono il papa nella stessa situazione 2000 anni dopo!!!
Penso che l’ironia nella vignetta voglia lanciare questo allarme: folle che seguono il papa nell’ignoranza di Gesù, nell’ignoranza del vangelo. Folle che pensano ancora che Dio è felice e mi vuole bene se vado a messa, se mangio il suo corpo, se partecipo ad un rito, se obbedisco al papa (ma solo nelle cose che riguardano il rapporto con Dio, poi nelle mie cose personali e nel rapporto con gli altri anche il papa non deve intromettersi).
Folle magari che pensano che se riescono ad essere oscurati dall’ombra del papa avranno risolto i loro problemi…
Queste cose purtroppo sembra che passino per la maggiore e sono assecondate dalla gerarchia. Potrebbere essere facile fraintendere la figura del papa, oggi una star, un imperatore che siede su un trono, vive in un palazzo, veste abiti sfarzosi e indossa oggetti preziosi, si muove in elicottero circondato da guardie del corpo e nel suo nome si spendono cifre pazzesche.
Ma Gesù ha glorificato il padre morendo per portare fino in fondo il suo messaggio di amore, nella semplicità ed umiltà , ed è su questa linea che noi possiamo fare altrettanto se non di +, non radunando 2 3 o 10 milioni di persone ad una messa.
Vedo che ci stiamo sbizzarendo a chi ha più citazioni da interpretare a beneficio dei propri pensieri; e fra tante vedo che nessuno cita la frase del Vangelo di domenica 28 Agosto: ” Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perchè non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” Eppure sono parole dette da Gesù a Pietro, primo papa!!! Con questo non è che Gesù lo abbia poi allontanato, ma certamente gli ha fatto capire che non era infallibile, anzi gli ha rimarcato che era un essere umano, che i suoi pensieri erano solo umani. Cito ancora una frase tratta da un libro, edito da Piemme prima dell’ultima GMG, “Orgoglio e pregiudizio in Vaticano” (per me il libro è interessantissimo): “….E prenda le Giornate Mondiali della Gioventù, l’evento religioso di cui si parla di più al mondo, con il vantaggio, tra l’altro, di tornare regolarmente come i Giochi olimpici o il Campionato di calcio……..” (Sono le confessioni di un cardinale sulla chiesa di ieri e di oggi). Abbiamo la necessità di tornare alla semplicità del Vangelo che parla e riparla, scrivi e riscrivi, sono ormai più di duemila anni che non riusciamo ancora a metterlo in pratica. Eppure (sempre dal libro): “Esiste un Dio che ama gli uomini, e a ciascuno di essi pone una domanda (come a Pietro) – <> – alla quale ognuno rispnde come può. Questo è il fondamento, l’imprescindibile, il resto è spiegazione, organizzazione, consolidazione, cose necessarie, lo ripeto, ma a volte nocive, quando finiscono per impedire che si senta quel semplice messaggio [<>] che sta alla base, quella domanda intima essenziale, e di conseguenza la propria risposta personale.
fra i segni avevo scritto “Mi ami?”
@Dele … ma mi fai le pulci ad una battuta?
L’ho scritto in riga 1 che era una battuta!
Ho ti ha fatto ridere o niente.
Leggendoti direi niente.
Che brutta visione che hai della GMG, di questi giovani che si sono trovati riuniti nella fede …
“Folle magari che pensano che se riescono ad essere oscurati dall’ombra del papa avranno risolto i loro problemi”.
Perchè devi dire ciò di loro?
Fare di tutta un erba un fascio?
Perchè … a che scopo?
Perchè dire che la maggior parte pensa che “poi nelle mie cose personali e nel rapporto con gli altri anche il papa non deve intromettersi”?
Tutti ipocriti quindi?
Così … seguiamo la moda del secolo: attacchiamo la Chiesa tanto per attaccare.
Ecco, io, a dir poco, non sono d’accordo.
I giovani sono il nostro futuro, la nostra speranza, … sono un dono di Dio, perchè ogni figlio è un Dono di Dio.
Questi giovani (ma in fondo come tutti) hanno solo bisogno di una guida, di un punto di riferimento, e questo Papa gli mostra Gesù.
Francesco
@Francesco, Dele stava ovviamente generalizzando… anche io, che sono abbastanza “dentro” alla vita della Chiesa, vedo purtroppo tante persone che fanno proprio così, si concentrano sull’evento, sull’apparenza dei riti, sulla frequenza e sulle norme formali, per poi evitare accuratamente ogni domanda “scomoda”, ogni dubbio, ogni cosa che li interroghi veramente e li costringa a mettersi in discussione… non tutti, ovviamente, ma di persone religiose ma lontane dal Vangelo purtroppo ne vedo tante.
Poi magari anche alla GMG c’è chi crede veramente, c’è chi si interroga, c’è chi si da da fare, c’è chi ne trae qualcosa di buono (sicuramente se preso nel verso giusto si riesce a trovare qualcosa di buono per la nostra crescita in ogni situazione).
Ma è davvero il modo migliore per favorire la crescita spirituale? E davvero il Papa è una figura di riferimento valida? E davvero il Papa mostra Gesù? Non è un’attacco alla Chiesa, sono domande spontanee, lecite, che ogni cattolico dovrebbe farsi…
@Stelucky anche io sono “dentro alla vita della Chiesa.
Capisco le domande … e se bene poste sono lecite.
Proviamo a rispondere assieme:
– Ma è davvero il modo migliore per favorire la crescita spirituale?
– (manca il soggetto della frase) se ti riferisci alla GMG, beh … io so, ed ho conosciuto molte persone che si sono convertite alla GMG. Erano molto lontane dalla fede ed ora … le vedessi! Rinate, dei veri e begli esempi!
Ho dei dubbi sul fatto che siano o meno lo strumento migliore, … sicuramente non sono per tutti. Occorre davvero esserlo Giovani. Io ho una bimba piccola ora .. ecco io ora non potrei parteciparvi.
– E davvero il Papa è una figura di riferimento valida?
– O si. Su questo non ho alcun dubbio.
– E davvero il Papa mostra Gesù?
– Senza alcun dubbio. Proprio nella GMG ha invitato all’adorazione ed a ripercorrere la Via Crucis. Cos’altro poteva fare?
Francesco
@Stelucky
Anch’io sono “dentro” la vita della Chiesa e la mia esperienza è molto simile alla tua. Conosco parecchie persone in vari ambienti (paese, città , mondo universitario, ecc…) e questa è quanto vedo:
-delle persone intelligienti che hanno un minimo di libertà di pensiero, pochissimi frequentano ancora ambienti cattolici (tristissimo ma vero);
-meno di pochissimi di quelli che frequentano ambienti cattolici hanno un minimo di conoscenza della figura di Gesù (tristissimo ma vero);
-giovani che conosco, che avevano partecipato con grande entusiasmo alla GMG del giubileo (o a Colonia), o hanno perso ogni contatto con la fede, o sono rimasti tali e quali a come erano prima: nessun aspetto di conversione (triste ma vero).
Proprio ieri, uscendo da una chiesetta votiva, ho incrociato una donna che entrava, l’ho salutata con un sorriso e neanche mi ha guardato in faccia: stava andando ad adorare una immagine stampata della Madonna affissa sul muro.
Esperienza a mio avviso significativa: pochissimi cattolici hanno capito che Gesù ha desacralizzato COSE, CREDENZE e TRADIZIONI per rendere sacro l’UOMO e tutto ciò che è UMANO.
S.Ignazio di Antiochia diceva “Si educa molto con quel che si dice, ancor più con quel che si fa, ma molto di più con quel che si è”.
A mio parere, il Papa parla bene (anche se non dice più tutto quello che diceva 30 anni fa) ma con fare diplomatico (Gesù non lo era per niente), si veste “di porpora e di bisso” (ricorda qualcosa??), abita in lussuosi palazzi, è servito e riverito, gestisce un impero finanziario… Mentre il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo…
Il papa porta a Gesù? Si e no, un po’ si e molto no ad essere sinceri…
@Stelucky
Grazie, non sapevo come riproporre la cosa a Francesco!!
@Daniele, … ad essere sinceri, … neanche parlare male delle persone che vanno a pregare porta a Gesù.
Con i tuoi ragionamenti di “desacralizzato”, purtroppo seguiti da molti, come fai ha stupirti che poi “siano in pochi a frequentare”?
Evidentemente hai avuto molto successo, il tuo obiettivo è proprio convincere che non c’è nulla di sacro nel frequentare… ed allora la gente sta a casa.
@Francesco… ancora stiamo a contare i “pochi che frequentano”? Non sarebbe il caso di pensare a COME SONO quelli che frequentano? Se sono pecore ubbidienti e non pensanti, o se sono uomini e donne con una fede matura, cosciente, magari con un mare di dubbi, ma che cercano la verità ? (come la stessa Chiesa invita ogni uomo a fare nei documenti del concilio)
Scusa, ma obbedire ciecamente, ritenere delle cose giuste solo perchè le ha dette il Magistero, ritenere il Papa una figura che mostra Gesù solo perchè invita all’adorazione e alla via Crucis (che sono forme di devozione popolari nate nel corso dei secoli, non necessariamente il modo migliore per tutti di avvicinarsi a Dio) non mi sembra un atteggiamento razionale… e alla ragione, ci ricorda Ratzinger e altri documenti della Chiesa, non dobbiamo rinunciare!
Quindi, facendo ancora una volta riferimento al Concilio:
la dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e determinato da convinzioni personali, e non per un cieco impulso istintivo o per mera coazione esterna. L’uomo perviene a tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine mediante la scelta libera del bene e se ne procura con la sua diligente iniziativa i mezzi
e
Perciò ognuno ha il dovere e quindi il diritto di cercare la verità (3) in materia religiosa, utilizzando mezzi idonei per formarsi giudizi di coscienza retti e veri secondo prudenza.
La verità , però, va cercata in modo rispondente alla dignità della persona umana e alla sua natura sociale: e cioè con una ricerca condotta liberamente, con l’aiuto dell’insegnamento o dell’educazione, per mezzo dello scambio e del dialogo con cui, allo scopo di aiutarsi vicendevolmente nella ricerca, gli uni rivelano agli altri la verità che hanno scoperta o che ritengono di avere scoperta; inoltre, una volta conosciuta la verità , occorre aderirvi fermamente con assenso personale.
Questo non significa che gli insegnamenti della Chiesa siano necessariamente sbagliati, ma neanche che siano giusti per definizione… Se tu non ammetti dubbi su Chiesa e Papa e sulla loro dottrina evidentemente non riusciremo a dialogare… personalmente preferisco tenermi i dubbi, la libertà , la coscienza, la ricerca e la responsabilità .
Il discorso della desacralizzazione operata da Gesù è molto importante e decisivo per comprendere in maniera corretta la proposta cristiana. Devo dire che sono stupito che Francesco non sia d’accordo, i vangeli mi sembrano così chiari su questa faccenda. In particolar modo il vangelo dell’infanzia di Luca è mirabile: la contrapposizione tra il sacro Zaccaria, in definitiva sterile, e la profana Maria, che darà alla luce il Figlio di Dio. Gerusalemme e Nazareth, tempio e tugurio, legge e fede.
La prima comunità cristiana, quella su cui negli ultimi anni ci si stà concentrando per comprendere la fede “originale”, faceva molta attenzione ad evitare la terminologia e le abitudini sacre proprio perche aveva fatto proprio l’atteggiamento di Gesù nei confronti della pratica religiosa stabilita.
Ma quello che Gesù aveva cacciato fuori dalla porta….è rientrato dalla finestra. Col tempo, a causa di un’evoluzione storica, si vennero introducendo nella chiesa non solo formule ed espressioni sacrali, ma si è anche arrivati a costruire templi, a istituire giorni festivi in senso religioso,a organizzare un clero gerarchico sacro separato dai comuni profani. E l’assurdità maggiore è arrivata quando la punta della sacra piramide gerarchica si è assunta il massimo potere conferito dall’alto, direttamente da Dio.
Se si legge un pò di storia della chiesa, non solo teologia, tutte queste cose vengono a galla e sono evidenti, vere. L’uomo e la sua sete di potere hanno fatto tutto.
E’ necessario tornare alle origini se si vuole salvare il salvabile, tornare a comprendere che non è il tempio sacro perchè è la casa di Dio, ma il tempio è sacro quando ci sono dentro le persone, le persone rendono sacro il tempio, perchè loro sono la dimora dello spirito. Una chiesa vuota non ha nulla di sacro.
Il punto centrale e decisivo del problema sta nel prendere coscienza di tre fatti del massimo interesse che vengono espressamente messi in evidenza nel NT: il conflitto mortale tra Gesù e l’istituzione sacra, la totale assenza, rifiuto, del sacro nelle comunità primitive, ed infine il fatto che i cristiani abbiano messo al centro della loro fede un uomo crocifisso.
Bisogna quindi dire che siamo messi molto male come comunità cristiane, c’è da fare un gran lavoro di informazione e di rievangelizzazione.
@Francesco
Non hai mai letto Matteo 7:21 “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.”
Luca 13:25 “Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà : Non vi conosco, non so di dove siete.
Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà : Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità !”
Il pregare deve essere inserito in una precisa dinamica di vita, come pure i sacramenti, altrimenti non servono a nulla, rimarremo degli operaturi di iniquità , dei costruttori del nulla.
Carissimi, si è appena concluso il convegno eucaristico, dove il Papa, a mio avviso, ha messo al centro Gesù.
Penso sia utile, anche per continuare il nostro dialogo su questo Papa, conoscere il suo pensiero.
Riporto quindi alcune parole di un bell’articolo che ci riporta le parole del Papa, … penso ci possa aiutare a capire come il Papa cerca di riportare la centralità di Gesù nel mondo.
Ben consapevoli che nel mondo di oggi la spiritualità eucaristica si scontra con il laicismo dominante, secondo cui la religione è un fatto privato.
Ma ecco di cosa ha parlato il Papa:
Gesù accenna al mistero dell’eucarestia nella sinagoga di Cafarnao: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» (Gv 6,60). Questa «reazione dei discepoli, molti dei quali abbandonarono Gesù – ha detto il Papa, – non è molto lontana dalle nostre resistenze davanti al dono totale che Egli fa di se stesso. Perchè accogliere veramente questo dono vuol dire perdere se stessi, lasciarsi coinvolgere e trasformare, fino a vivere di Lui».
Ma attenzione: la nostra incomprensione dell’eucarestia, di cui è figura quella dei discepoli a Cafarnao, non si riferisce solo alla difficoltà di accettare il mistero ma anche al rifiuto di accettare che l’eucarestia può e deve diventare il centro di una società fondata sulla vera libertà .
«”Questa parola è dura! ; è dura perchè spesso confondiamo la libertà con l’assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla libertà . E’ questa un’illusione che non tarda a volgersi in delusione, generando inquietudine e paura e portando, paradossalmente, a rimpiangere le catene del passato: “Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto… – dicevano gli ebrei nel deserto (Es 16,3) […]. In realtà , solo nell’apertura a Dio, nell’accoglienza del suo dono, diventiamo veramente liberi, liberi dalla schiavitù del peccato che sfigura il volto dell’uomo e capaci di servire al vero bene dei fratelli».
Il regno eucaristico di Gesù è difficile da accettare perchè si scontra con la mentalità laicista dominante, secondo cui la religione è un fatto privato che, per così dire, non c’entra con la società e la vita politica, e con le ideologie atee secondo cui lo sviluppo sarebbe garantito precisamente dall’esclusione della religione: una tesi peraltro, nota il Papa, clamorosamente smentita dalla storia. «”Questa parola è dura! ; è dura perchè l’uomo cade spesso nell’illusione di poter “trasformare le pietre in pane . Dopo aver messo da parte Dio, o averlo tollerato come una scelta privata che non deve interferire con la vita pubblica, certe ideologie hanno puntato a organizzare la società con la forza del potere e dell’economia. La storia ci dimostra, drammaticamente, come l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane».
Riconoscere che è Dio ultimamente a darci oggi il nostro pane quotidiano significa capire che «l’uomo è incapace di darsi la vita da se stesso, egli si comprende solo a partire da Dio: è la relazione con Lui a dare consistenza alla nostra umanità e a rendere buona e giusta la nostra vita. Nel Padre nostro chiediamo che sia santificato il Suo nome, che venga il Suo regno, che si compia la Sua volontà . E’ anzitutto il primato di Dio che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita, perchè è questo primato a permetterci di ritrovare la verità di ciò che siamo, ed è nel conoscere e seguire la volontà di Dio che troviamo il nostro vero bene. Dare tempo e spazio a Dio, perchè sia il centro vitale della nostra esistenza».
Ma, appunto, «da dove partire, come dalla sorgente, per recuperare e riaffermare il primato di Dio? Dall’Eucaristia: qui Dio si fa così vicino da farsi nostro cibo, qui Egli si fa forza nel cammino spesso difficile, qui si fa presenza amica che trasforma. Già la Legge data per mezzo di Mosè veniva considerata come “pane del cielo , grazie al quale Israele divenne il popolo di Dio, ma in Gesù la parola ultima e definitiva di Dio si fa carne, ci viene incontro come Persona. Egli, Parola eterna, è la vera manna, è il pane della vita (cfr Gv 6,32-35) e compiere le opere di Dio è credere in Lui (cfr Gv 6,28-29)».
Il Papa insiste sul fatto che l’eucarestia non cambia solo la vita interiore, individuale, ma crea una società nuova. Infatti, «che cosa comporta per la nostra vita quotidiana questo partire dall’Eucaristia per riaffermare il primato di Dio? La comunione eucaristica, cari amici, ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo (cfr 1 Cor 10,17), realizzando la preghiera della comunità cristiana delle origini riportata nel libro della Didachè: “Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto divenne una cosa sola, così la tua Chiesa dai confini della terra venga radunata nel tuo Regno (IX, 4). L’Eucaristia sostiene e trasforma l’intera vita quotidiana» in tutte le sue dimensioni, compresa quella sociale e politica.
Ben lontana dal chiudere l’uomo in se stesso, l’eucarestia appare allora come il «vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità , della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate. Una spiritualità eucaristica è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa, della sua vitalità e della sua missione. Una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione. Una spiritualità eucaristica ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità , accoglienza e aiuto. Dal Pane della vita trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna».
Non è un caso che questa proclamazione del regno eucaristico di Gesù Cristo coincida con la data del decennale dell’11 settembre 2001. Nell’Angelus ad Ancona Benedetto XVI ha affermato che «il nostro pensiero va anche all’11 settembre di dieci anni fa» e ha ricordato il nucleo essenziale della sua lettera pubblicata il 10 settembre e indirizzata all’arcivescovo di New York mons. Timothy M. Dolan, dove afferma che «la tragedia di quel giorno è resa ancor più grave dalla rivendicazione dei suoi autori di agire in nome di Dio. Ancora una volta, bisogna affermare senza equivoci che nessuna circostanza può mai giustificare atti di terrorismo». L’11 settembre mostra, in un certo senso, il contrario del regno sociale di Gesù Cristo che il Papa propone d’instaurare attraverso il suo regno eucaristico. Quando si rifiuta il regno della verità e della giustizia, che è quello del Signore e della sua eucarestia, rimane solo il regno della violenza.
Si tratta dunque, ha detto ancora il Papa nell’omelia, di «vivere in tutte le circostanze il primato di Dio, all’interno del rapporto con Cristo e come offerta al Padre». Il Papa ha ricordato nella cattedrale di san Ciriaco ad Ancona questo primato anzitutto ai sacerdoti come primato dell’eucarestia nella vita e nella giornata di ogni prete, un tema che era stato centrale nell’Anno Sacerdotale. Ma, se il regno eucaristico di Gesù Cristo è un regno sociale, non può non avere come base su cui poggia la cellula fondamentale della società , cioè la famiglia.