chi sta al centro?

evoluzione vocazionale (colored)

DOMENICA 20 SETTEMBRE 2009

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà ». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafà rnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»
(dal Vangelo di Marco 9,30-37)

    Chi metterebbe al centro Gesù oggi? Chi abbraccerebbe in mezzo al gruppo dei discepoli che discutono di potere, di onori e (inevitabilmente) di soldi? Il suo gesto è altamente provocatorio, ma non si ferma ad una semplice denuncia di una mentalità  sbagliata. Non solo insegna che “il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”, ma lo fa concretamente anche con quel gesto che a noi forse sembra banale, ma a quel tempo non lo era. I bambini ai tempi di Gesù non potevano essere centro di discussione, ed era inconcepibile che un maestro perdesse tempo con loro. Basta ricordare quando gli apostoli scacciano i bambini che disturbano Gesù che sta insegnando.
    Gesù compie quindi un gesto straordinariamente rivoluzionario, perchè arriva a dire che accogliere un bambino è accogliere Dio stesso. Non è l’innocenza e purezza del bambino che Cristo ha in mente, ma il fatto di essere piccolo, insignificante e assolutamente debole per chi è in alto e adulto. Proprio per la sua piccolezza e apparente inutilità  che il bambino abbracciato da Gesù diventa misura dell’incontro con Dio.
    Mi viene in mente a tal proposito di come è avvenuta la svolta di Madre Teresa di Calcutta, che da giovane suora in India diventa quel modello di carità  che tutto il mondo ha conosciuto e preso a modello (anche per tanti non cristiani). Lei stessa racconta di come un giorno per le strade di Calcutta trova una donna che era talmente malata e povera che solo i topi le fanno “compagnia”. Madre Teresa la raccoglie e se ne prende cura; e sfidando anche la mentalità  il rifiuto di chi le sta attorno dona a questa povera donna una morte dignitosa. C’è davvero un grande contrasto tra questa scena e gli apostoli che ieri come anche oggi discutono di potere, onore e denaro.
    Mentre scrivo questo, non punto il dito contro nessuno, sarebbe troppo facile e ipocrita. Penso prima di tutto a me stesso, e il gesto che Gesù fa con il bambino è rivolto a me per primo visto che non sono certo immune dal pericolo di mettere al centro della mia vita me stesso e quello che riesco ad ottenere e guadagnare.

Se Gesù fosse davanti a me chi abbraccerebbe? Chi mi metterebbe davanti per dirmi “se accogli lui accogli anche me e colui che mi ha mandato”?
Chi sono i piccoli che io dimentico? Chi sono coloro che io giudico indegni di far parte della mia vita e che tengo a debita distanza perchè potrebbero esser d’intralcio alla mia carriera, alla mia libertà ?
Lascio in sospeso la domanda… ci devo davvero pensare!
Mi piacerebbe avere una vostra opinione e su chi potrebbero essere coloro che Gesù abbraccerebbe al centro dell’azione della comunità  cristiana per richiamare il giusto valore delle cose e la vera strada che porta all’incontro con Dio, che non è certo il potere, l’onore e la posizione sociale.


    Giovanni don

26 comments

  1. Ciao,
    mi turba vedere questa vignetta… potrebbe rovinare non solo il contenuto del Vangelo di questa domenica, ma anche il percorso dei preti…. Mi sembra che questa vignetta è molto pericolosa perchè essa potrebbe essere approfittata dagli atei o dalla gente confusa a rovinare il percorso dei preti “innocenti”, anche se esistono preti “colpevoli”… Appena si pronuncia “prete” la gente si convince che tutti i preti sono uguali…. soprattuto nel male…
    Non riesco stavolta ad essere ottimista…
    C’è gente che prega per i preti…. e questa vignetta pubblicata potrebbe essere una grandissima ferita!

  2. approvo lavignetta: i preti, uomini come noi, ma chiamati ad essere nostre guide, a volte sbagliano. la colpa è anche nostra. molto spesso pretendiamo da loro o accettiamo in loro un atteggiamnento “laico” che fa a calci con la loro vocazione. è nostro dovere di laici aiutarli non mettendoli in tentazione e non accettando in essi certe posizioni. i nostri preti sono un po’, nel bene e nel male, quello che siamo o che pretenndiamo di essere noi!
    mario

  3. salve
    sono un cristiano ho 29 anni…vedendo questa vignetta caro padre mi fa solo ribrezzo allora vuol dire che i preti siete uomini di potere è che vi mettete al centro di tutto. In un certo senso siete “DIO” mi scandalizza che lei caro padre mette in questa vignetta proprio un prete coloro che devono avere carità è amore verso il prossimo.Allora è vero quello che pensano tanti cristiani di nn affidarsi ai preti ma rivolgersi direttamente a Dio io nella mia vita ho trovato preti d’avvero buoni dei santi uomini delle persone squisite me lei mi dice il contrario di quello che ho incontrato io. Allora se bisogna parlare di potere dobbiamo volgere lo aguardo al Papa lui uomo di potere? o uomo di Dio? Dobiamo vedere i vescovi e tutta la vostra gerarchia (così la chiamete). Ripeto io sono un Cristiano forse con le mie idee errate vedendo il Dio a modo mio ma vedo che lei nn mi aiuta a vedere le cose diversamente. Dovrei credere allora ai preti uomini di potere?già io mi confesso poko quindi lei mi dice che vi essendo uomini di potere con il vostro “io” è inutile fare ciò?pedre lei mi scandalizza è penso che scandalizzerà tutti quelli che vedranno questa vignetta..lei invece di salvaguardare i preti tira fango su ciò che mangia allora noi laici che ci sforziamo di parlare bene dei preti da quelli che vi attaccano cosa dobiamo fare dopo questa vignetta?
    Scrive Daniele che c’è gente che prega per i preti così dicono tutti i preti quelle poke volte che vado a messa.. lei mi dice di pregare perchè possano diventare umili? opp. di nn pregare proprio perchè nn ne vale la pena già che sono “DIO”..
    Padre la prego chiede scusa ai lettori di “lachiesa” sia alla sua categoria è sopratutto a quei poki laici cristiani che ci sono..
    Voi preti fate perdere la fede già che vi ammazzate tra di voi e che commentate che voi stessi siete gente di potere.. chiede scusa…
    è togliete sta vignetta orribile…
    pregate di più è nn giudicate che siete i primi voi ad nn avere cartà per il prossimo è lei manca di carità ai suoi confratelli se vi chiamate così..
    MI SCUSO CON I LETTORI DELLA POLEMIKA CHE HO FATTO MA ALCUNE COSE ME LI TIRANO!!!

  4. Carissimo, sono don Carmelo, parroco , condivido la vignetta perchè, a mio avviso, sintetizza bene il vangelo di domani. Il rischio non è lontano, con mio dispiacere, anzi, è molto vicino sempre ed in modo particolare per noi sacerdoti. Sono stato ordinato sei anni fa, la scorsa settimana ho compiuto 33 anni ho studiato prima a Palermo, poi alla Lateranense e in seguito alla Gregoriana e ti posso garantire che questa evoluzione lo riscontrata negli altri e sinceramente spesso nella mia vita. E’ più facile per noi parlare di noi stessi che di Dio. Se c’è qualcuno che si scandalizza per questa vignetta non ha capito ancora, spero di non offendere, che noi sacerdoti siamo principalmente e sempre uomini, non superuomini. Pregate per me. Saluti Dio ci benedica! Grazie.

  5. La vignetta è vera, come sempre don Giovanni sa trasformare in disegno la realtà della vita oggi e nel disegno non ci vedo solo i preti, ci vedo tutti noi oggi, per noi c’è sempre e solo: io io io …

    Chi potrebbero essere coloro che Gesù abbraccerebbe oggi? Tutti quelli che – come il bimbo di Gesù – in questo mondo moderno sono piccoli e indifesi, che non avranno mai nè potere, nè denaro, nè fama, nè un lavoro, nè una famiglia e nessuno vuole vicino perchè sono imbarazzanti: i disabili mentali! Anzi, già li fanno fuori prima ancora che nascono …

  6. ci sto pensando anch’io. Non è così facile. Molte volte pensiamo a chi vive lontano da noi e, con poca fatica, mettiamo mano al portafoglio. Scelta semplice che non ci cambia la vita. L’altro giorno, invece, è venuto l’ennesimo nostro amico che viene chiedere qualcosa. Mio marito è uscito e, oltre al solito euro, ha fatto una cosa che per per il nostro “amico” era molto strana: ha parlato con lui..lui si è sentito, probabilmente, per una volta una persona.
    (la vignetta è ok: non era Gesù che parlava di sepolcri imbiancati?)
    buona vita a tutti

  7. ….Non ci vedo nulla di male in questa vignetta…siamo noi uomini che tutti i giorni,con i nostri atteggiamenti mettiamo Dio in chissà quale postodella classifica e non ci concentriamo perchè Lui sia al primo posto. Solo quando apriamo gli occhi lamattina dovremo avere la gioia di ringraziarlo per concederci un altro giorno da vivere,ma si lascia cadere il pensiero nel caffè da preparare,nel cosa indossare ed in altre banalità …Dio viene sempre dopo…invece dobbiamo impegnarci al fine di far diventare Lui il centro di TUTTO! Ely

  8. Do ragione a tutti, ma vorrei anche se non si dimenticassero quelle centinaia, migliaia di preti che non usano il loro ruolo e la loro vocazione come un potere, ma come un servizio. E quanti ne conosco che danno la vita, fino all’ultimo, per amore, per il bene dei fratelli, per i più piccoli, per gli ultimi, per il vangelo, per Gesù Cristo! Per questi ringrazio Dio e prego. E anche per loro è bello essere nella Chiesa!

  9. La vignetta è provocatoria ed utile per un esame di coscienza. Speriamo che l’Anno Sacerdotale porti i frutti sperati e che la situazione si rovesci. Un seminarista può ancora dire IO, ma un prete dovrebbe sempre dire DIO!
    Mi permetto di allegare una preghiera che mi sono impegnato a recitare ogni giorno.PREGHIERA PER I SACERDOTI
    O Gesù, Sommo ed eterno sacerdote,
    conserva i tuoi sacerdoti nel sicuro rifugio
    del Tuo Sacro Cuore, dove nessuno ardisce toccarli!
    Custodisci senza macchia le loro mani consacrate
    che ogni giorno toccano il Tuo Sacro Corpo.
    Conserva immacolate le loro labbra, imporporate
    dal Tuo Preziosissimo Sangue!
    Mantieni puri ed innocenti i loro cuori, segnati
    dal sublime carattere del Tuo Glorioso Sacerdozio.
    Il Tuo Santo Amore li circondi e la Tua Santa Madre
    li difenda da ogni critica e da ogni mondano contagio.
    Dà loro, o Gesù, col potere di trasformare il pane e il vino,
    quello di trasformare anche i cuori più induriti.
    E quando vengono per loro i momenti della tristezza
    e dello scoraggiamento, manda i Tuoi Angeli a confortarli.
    Benedici il loro apostolato, rendilo fecondo
    di abbondanti frutti, e concedi loro la perseveranza finale
    per ricevere dalle Tue Mani la Corona della Eterna Gloria.
    AMEN!!

  10. La vigneta solo sprime quello che è l’argomento del vangelo: non solo i preti, ma tutti y cristiani, abbiamo questa tentazione di essere il centro di tutto: della chiesa, dei grupi, della famiglia… adesso concentriamoci nella domanda: Chi è al centro?

  11. CIAO DON GIOVANNI DA UN TUO OMONIMO. SONO UN PRETE DELLA PROVINCIA DI NAPOLI. GRAZIE DELLE TUE VIGNETTE CHE TROVO SEMPRE DISARMANTI E RICCHE DI SPUNTI. MA GRAZIE ANCHE DEI COMMENTI ALLA LITURGIA PUNTUALISSIMI E DENSI DI CUORE. LA VIGNETTA DI OGGI PARLA DI UN RISCHIO PER NOI PRETI MA ANCHE PER I LAICI, PER TUTTI. RISCHIO SIGNIFICA CHE NON LO SIAMO PER FORZA E TUTTI QUANTI. IO MI CI SONO RITROVATO VARIE VOLTE NELLA MIA VITA CONSACRATA E GRAZIE A DIO HO SAPUTO APRIRE GLI OCCHI. MA PUO’ CAPITARE A TUTTI DI TROVARSI UN GIORNO AL CENTRO DI SE STESSI E DI SOSTITUIRSI FINANCHE A DIO. A SCUOLA UN NOSTRO PROF SPIEGAVA COSI’ IL PECCATO ORIGINALE : ADAMO NEL GIARDINO DELL’EDEN CANCELLO’ LA D DI DIO PER RITROVARSI SOLO COL PROPRIO IO… E’ QUESTA LA TENTAZIONE DI SEMPRE. CHIEDIAMO A GESU’ DI AVERE SEMPRE PIETA’ DI NOI E DI TENERCI SULLA SUA STRADA. GRAZIE ANCORA E BUON TUTTO!

  12. “La verità vi farà liberi” E’ dalla verità che dobbiamo partire se vogliamo veramente guarire.D’altronde Gesù non avrebbe avuto nessun motivo per indicare ai discepoli e a noi, un bambino…non vi pare?
    Grazie a d. Giovanni e a tutti coloro che, in ogni campo, hanno il sacro e santo coraggio di dire la verità . M.G.

  13. Sento molto importante e vero il tuo appello alla personale conversione; non dimentichiamo che gli apostoli, i quali ci rappresentano, parlano di potere quando Gesù annuncia la sua morte…E’ la discussione su chi prenderà il suo posto…Forse ancor di più oggi che un tempo ci è davvero difficile accogliere ed amare il piccolo, a cominciare dalla nostra piccolezza!Certo che quella di Gesù è davvero la vera rivoluzione; un sovvertimento di tutti i nostri istinti di potere. Al cuore del cristianesimo non sta l’IO ma il Noi! Qui troviamo il cuore della Chiesa…grazie per il tuo servizio! Maria Carmen

  14. Caro d. Giovanni, sono una collaboratrice e amica di tanti preti da tanti anni e per questo oggi vorrei che Gesù abbracciasse proprio voi, non perchè sacerdoti, ma perchè deboli fra i deboli e poveri fra i poveri di spirito…a volte noi laici pretendiamo da voi tanto e ci dimentichiamo che proprio perchè preti siete i primi ad essere attaccati con le tentazioni dal demonio e noi spesso anzichè aiutarvi con la preghiera e la vicinanza ci scandalizziamo e vi condanniamo per tutte quelle cadute ‘umane’ che anche i santi hanno avuto..allora oggi voglio pregare perchè ci siano più laici amici e fratelli pronti a sostenervi, che giudici pronti a condannarvi…un abbraccio fraterno e un grosso grazie per le sue riflessioni sempre costruttive. Buona settimana

  15. Gesù ci ha insegnato ad amare tutti, sopratutto quelli in dificoltà . Quindi è ns. dovere di laici pregare per i ns. preti affinchè siano sempre all’atezza del loro compito. E ancora meglio dobbiamo dar loro un ns. appoggio morale e “manuale” poichè tutto gli anni ne vengono consacrati sempre meno e la gente da portare la Buona Novella è sempre tanta. Grazie a tutti

  16. Secondo me la vignetta non è ”scandalosa” e anzi è provocatoria…
    La vignetta non vuole certo dire che i preti mettono se stessi al centro sempre e comunque, ma che è una tentazione frequente, anche per chi è prete e non lo fa unicamente!

  17. Oh, oh! La vignetta ha avuto la meglio sulla domanda imbarazzante di don Giò. Immaginiamoci oggi a Messa… chi abbraccerebbe Gesù?
    In quanto alla vignetta, a me sembra che anche il Papa abbia usato le stesse parole.
    Buona vita!
    Marian

  18. Pregare per i sacerdoti prima di tutto, e poi avanti con le opere! Non possono fare tutto, e tante cose manuali, pratiche, nascoste, le possiamo fare noi laici!
    Forza mamme, “adottate” un po’ il vostro parroco!

  19. Abbraccerebbe le persone comuni, fra queste anche i preti che lo sono esattamente come noi, le persone ammalate con il tarlo del cancro o altre terribili diagnosi, i vecchi troppo vecchi per poter ancora partecipare alla vita sociale ma non ancora disposti a morire, gli sbandati e i soli. Che grazia sarebbe per tutte queste persone un abbraccio simile!

  20. La vita è un bambino nel mezzo

    XXV Domenica del Tempo Ordinario, 20 settembre 2009

    di padre Angelo del Favero*

    ROMA, venerdì, 11 settembre 2009 (ZENIT.org).- “Partiti di là , attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ‘Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà ‘. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada? . Ed essi tacevano. Per la strada, infatti, avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: ‘Se uno vuol essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti’. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ‘Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato’ (Mc 9,30-37) .

    “Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera (Gc 3,16-17).

    Questa discussione dei discepoli su chi tra loro fosse più grande ci sorprende: sembra alquanto infantile e un po’ ridicola, indegna fra gente che ha rinunciato a tutto per seguire il Signore. Se poi consideriamo il contesto immediato dell’annuncio della sua passione rimaniamo sconcertati: è mai possibile tanta superficialità ? Stare con Gesù (Mc 3,14) non ha cambiato il modo di pensare dei discepoli?

    Una cosa è evidente: il cuore dell’uomo è e rimane un abisso di fragilità anche negli amministratori della grazia divina, e non c’è nessuno tra i battezzati che possa presumere di mantenersi sempre fedele con le proprie forze. Pur non volendolo, rinnegare il Signore anche in materia grave è sventura del tutto possibile, data la nostra natura, e il triplice rinnegamento di Pietro di fronte alla giovane portinaia è monito eloquente per tutti (Gv18,17). Tuttavia sappiamo che Dio non permetterà mai che siamo tentati al di sopra delle nostre forze, se sapremo essere vigilanti. Ma la disonorevole discussione degli apostoli non rimanda solo alla sabbia della nostra natura e alla roccia della Parola del Signore. Scopriamo, infatti, che la questione di chi sia il più grande occupa anche la gran parte dei nostri discorsi, costituendo in tal modo un’attitudine peccaminosa profonda.

    Lo dimostra la propensione quotidiana al giudizio; la pratica della critica sistematica verso familiari, verso i politici nazionali e locali; la mormorazione verso i sacerdoti, i vescovi, il Papa; le più che ingenerose considerazioni sui vicini di casa, sui colleghi, sugli amici, ecc. Ora è chiaro che tutta questa inesauribile e ricorrente materia di confessione scaturisce da un implicito confronto: “io non sono così; io non farei mai una cosa simile; io, se fossi al posto suo… . In altre e più vere parole: “io sono più grande di lui, di lei, di loro .

    Un minimo di pudore e una buona dose di falsa umiltà impediscono quest’ultima e più sfacciata affermazione, ma i nove decimi dell’iceberg dell’amor proprio che affiora sulla superficie della nostra coscienza, sono questi. E’ vero che molto spesso taluni comportamenti altrui meritano oggettiva disapprovazione, ma il tono e il sentimento con cui ne parliamo rivelano inesorabilmente che in quel momento ci stiamo collocando nel mezzo del tempio, in compagnia del fariseo soddisfatto di non essere come gli altri, in particolare come quel pubblicano là dietro, in fondo alla chiesa, intento a battersi il petto per sua colpa, sua colpa, sua massima colpa (Lc 18,9-14).

    Ecco, oggi Gesù ci mostra anzitutto l’iceberg sommerso del nostro orgoglio ed egoismo originale, dopodichè ci insegna come fare per cominciare a scioglierlo: “Se uno vuole essere il primo – (questo istintivamente ci piace, ma subito viene la doccia fredda…) – sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti (Mc 9,35). Uno shock, se prendiamo alla lettera queste parole! Ma con questo deciso scossone il Signore non vuole gettare a terra nessuno: al contrario vuole solamente aiutarci a camminare sicuri in una nuova e più lieta direzione: quella dell’accoglienza reciproca nell’abbraccio dell’ amore del Padre.

    Il senso delle parole drastiche di Gesù potrei esprimerlo così: “non cercate mai di primeggiare, ma siate disponibili ed accoglienti verso tutti; abbiate un atteggiamento pronto al servizio e fatevi prossimo di chi ha bisogno del vostro soccorso, specialmente dei più deboli e poveri, quelli lasciati e tenuti ai margini di questa società , quelli che si trovano nelle necessità più gravi ed urgenti. Sì, accoglieteli nel vostro cuore come se accoglieste me, poichè siamo tutti fratelli, siamo tutti dentro l’abbraccio amorevole del Padre mio e Padre vostro .

    Vediamo, infatti, che Gesù prende la mano di uno tra i suoi più piccoli ascoltatori presenti (probabilmente gli unici non scandalizzati), lo mette in mezzo (come a dire: state attenti perchè vi sto mostrando il cuore della questione), lo abbraccia e ci esorta a fare nostra questa sua concreta tenerezza. In effetti, al tempo di Gesù, il bambino, pur godendo una grande stima in Israele come premio e benedizione di Dio, era l’ultimo nella scala sociale, del tutto privo di considerazione.

    Oggi il bambino messo al centro ed abbracciato da Gesù è la vita umana, la vita al suo sorgere e la vita al suo tramonto, semplicemente la vita! Ma più di tutto è la vita dell’uomo nel grembo la più inerme ed innocente, la più minacciata ed odiata, la più bisognosa di quell’accoglienza che nemmeno nel luogo più sicuro del mondo e da parte delle persone più fidate (i genitori), trova più.

    E’ assolutamente imprescindibile, affinchè si sviluppi nella società globalizzata la civiltà dell’amore e della pace, che al centro di tutto sia messa la vita umana, cioè ogni bambino concepito che Dio stesso fa essere, nel suo Figlio, il cuore del mondo.

    Lo fa intendere esplicitamente Benedetto XVI: “L’apertura alla vita è il centro del vero sviluppo. Quando una società s’avvia verso la negazione e la soppressione della vita, finisce per non trovare più le motivazioni necessarie per adoperarsi al servizio del bene dell’uomo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche le altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza alla vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco (Enciclica “Caritas in veritate , n.ro 28).

    E’ questa la strada della fiducia in Dio, in direzione opposta a quella dell’orgogliosa e presuntuosa autosufficienza, strada maestra dell’affidamento totale a Lui, nella certezza di fede che tutto è governato dalla divina provvidenza del Padre. E’ l’atteggiamento stesso di Gesù, sempre abbandonato alla volontà del Padre ed Egli stesso Via della semplicità e dell’umiltà , Verità da conoscere e Vita da accogliere. E’ Lui la “Sapienza che viene dall’alto, anzitutto pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera (Gc 3,17).

    Preghiamo allora la Madre della Vita perchè affretti il compimento della Parola di oggi: “O Maria, aurora di un mondo nuovo, siamo consapevoli che la vita è costantemente nel mezzo di una grande lotta. Il Maligno, omicida fin dal principio, attenta continuamente alla vita dell’uomo e dell’umanità . A te è affidato il compito di difenderci dal dragone infernale, fino al giorno in cui il Frutto del tuo seno riporterà la vittoria definitiva. Accogli, o Maria, i nostri grandi desideri per la vita, falli passare per il tuo Cuore Immacolato e presentali a Gesù, come facesti a Cana, dicendogli: “Non hanno più vino! ; e noi, ammaestrati dalla tua sapienza materna, faremo quello che Gesù ti dirà per far vincere la Vita. Amen .

    ——-

    * Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

  21. la vignetta di oggi mi lascia un pò perplessa; capisco che non bisogna farsi sacerdote per poter parlare di Dio, ma è anche vero che essi rappresentano la Chiesa, l’istituzione voluta da Dio, ma fatta da uomini e come tale peccatori.
    A mio parere pubblicizzare, negativamente, la figura del sacerdote, è come andare contro la Chiesa. Capisco anche che ci sono sacerdoti attratti più dal potere che dalla loro missione, ma questo non sta a noi giudicarlo. Dare degli scossoni a questo tipo di sacerdoti va bene, ma non in maniera pubblica in quanto già molti cristiani vanno contro la Chiesa e se ci si mettono anche gli “uomini di Chiesa”, siamo proprio rovinati…….

  22. Cara Lucia, da quello che scrivi sembra che tu ti senta dentro una Chiesa “assediata”, a cui non bisogna dar noie perchè fa fatica già così a mantenersi salda. A volte anch’io condivido questa preoccupazione, ma non è tacendo i problemi che questi si risolvono.
    Con le sue parole e immagini, Giovanni rende un ottimo Servizio alla Chiesa (quantomeno a me) perchè pone delle domande che toccano nel profondo
    e lo fa anche usando uno strumento molto sottovalutato: l’ironia.
    Spesso dimentichiamo che una buona risata spazza via la depressione e dà la forza per ricominciare con serenità . L’ironia delle vignette di Giovanni mette a nudo le contraddizioni nel nostro piccolo mondo di uomini, ma questo deve essere uno stimolo a migliorare nel cammino sulla via della Grazia e della Fede;
    focalizzarsi su chi o come è stato posto il problema non aiuta a risolverlo.
    Se io mi accorgo che un fratello sbaglia, non me ne sto zitto per paura di ferirlo, ma glielo faccio notare perchè a lui ci tengo, anzi, mi aspetto che faccia la stessa cosa con me.
    E poi, chi meglio di un sacerdote può conoscere i pericoli legati alla sua Missione? Poco importa se qualcuno in malafede utilizzerà queste immagini per dar contro alla Chiesa, consoliderà solo i suoi pregiudizi.
    Se invece qualcuno (sacerdote o laico) si è sentito scosso, allora la vignetta ha davvero colto nel segno, mi ha ricordato che troppo spesso nel MIO mondo do spazio solo ad una persona: IO. Nel Vangelo, invece, Gesù mette al centro i più piccoli, come sono Chiamato a fare io tutti giorni della mia vita.

  23. ” SE UNO VUOL ESSERE IL PRIMO SIA L’ULTIMO DI TUTTI E IL SERVITORE DI TUTTI”. QUESTO CONCETTO CHE GESU’ HA VOLUTO TRAMANDARCI PER MEZZO DI QUESTO VANGELO E’ ECCEZIONALE. E’, SECONDO ME, IL CARDINE DELL’UMILTA’ CHE OGNI UOMO DOVREBBE AVERE NEL METTERE TUTTO SE STESSO A DISPOSIZIONE DEL PROSSIMO SENZA TENER CONTO DEI PROPRI INTERESSI PERSONALI,PROPRIO COME HA FATTO “LUI”, CHE INNOCENTE E SENZA PECCATO, HA DONATO IL SUO SANGUE, LA SUA VITA PER LA NOSTRA REDENZIONE SENZA PRETENDERE NULLA DA OGNUNO DI NOI SE NON RINNEGAMENTI, OLTRAGGI, BESTEMMIE, DERISIONI, ABBANDONI.SIAMO PROPRIO UN POPOLO DI DURA CERVICE!!!!!COSA ALTRO DEVE FARE IL NOSTRO GESU’ PER FARCI CAPIRE CHE QUESTO MONDO CHE “LUI” CI HA DONATO BELLO NELLA SEMPLICITA’ ARMONIOSA DELLA SUA CREAZIONE, NOI LO STIAMO DISTRUGGENDO CON LA NOSTRA PRESUNZIONE, ARROGANZA, PREPOTENZA, EGOISMO E CHI PIU’ NE HA PIU’ NE METTA? LA NOSTRA SETE DI VOLERE SEMPRE DI PIU’ E DI VOLER PREDOMINARE IL MONDO CI STA PORTANDO DOVE? A MIGLIORARE LA TECNOLOGIA MA AD INQUINARE L’AMBIENTE CHE ERA INTEGRO E IN PERFETTA ARMONIA CON L’UOMO. A METTERE DA PARTE “LUI” L’ARTEFICE E IL CREATORE DEL MONDO PERCHE’ ALTRIMENTI CI SENTIAMO DEI FRUSTRATI IN QUANTO, ALCUNI DICONO, I PRINCIPI RELIGIOSI DELLA NOSTRA FEDE CI REPRIMONO, NON PERMETTONO DI REALIZZARCI APPIENO INVECE E’ MEGLIO FARE OGNI ESPERIENZA PER RESPIRARE LA VITA FINO IN FONDO CON TUTTO CIO’ CHE NE CONSEGUE:DROGA, GIOVANI CHE DOPO UNA NOTTATA DI DISCOTECA E DI ALCOOL SI SCHIANTANO SULLE STRADE, SOPRAFFAZIONE DEI PIU’ DEBOLI DA CUI DERIVA POI OGNI FORMA DI RAZZISMO, DISCRIMINAZIONE, RIFIUTO DEL DIVERSO E DEI PIU’ DEBOLI. E’ VERO! SE IL NOSTRO CUORE NON DIVENTERA’ COME QUELLO DI UN BAMBINO CHE SI AFFIDA AL PADRE NON PER SCELTA RAZIONALE MA PER FIDUCIA IRRAZIONALE DI SEMPLICE ABBANDONO NELLE SUE BRACCIA MIOSERICORDIOSE RICEVENDO TUTTO DA “LUI”, RIUSCIREMO A TRASFORMARE IN QUALCHE COSA DI ANCOR PIU’ ORRENDO LA NOSTRA CARA TERRA,CHE IO CONSIDERO, UN ANTICIPO DI PARADISO CHE IL NOSTRO BUON PADRE CI AVEVA DONATO PER VIVERE IN PACE E IN ARMONIA CON I TRE REGNI DELLA NATURA. BUONA VITA A TUTTI.

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