un nome da non dimenticare…

Domenica 24 giugno 2007

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Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà  Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio…
(dal Vangelo della solennità  della nascita di Giovanni il Battista, Luca 1,57-66. 80)

Chi mi conosce sa che ho un rapporto davvero “tragico” con i nomi delle persone, perchè li dimentico con estrema facilità .
Forse è perchè sono molto distratto e smemorato. Fatto sta che quando ci sono delle presentazioni, dopo la terza persona ho già  dimenticato i nomi delle precedenti, e in un gruppo di persone, di giovani, di ragazzi e di famiglie, specialmente in parrocchia, non ricordo mai i nomi di tutti e rimedio sempre delle figure tristi.
Conoscere il nome è invece molto importante e se c’è una cosa che chiedo spesso al Signore è proprio di aiutarmi a ricordare il nome della persona che ho davanti o che incontro per caso.
Ma forse più che il nome come insieme di lettere, la cosa da ricordare è il nome interiore della persona che pian piano si svela e si conosce molto più lentamente che la semplice parola del nome.
Il bambino che nasce da questa coppia di anziani ebrei presentati dal Vangelo, ha una missione ben precisa, che inizia già  quando è ancora in fasce ed è presentato alla sua famiglia appena nato.
E’ la missione di preparare la via al Signore Gesù attraverso la predicazione nel deserto, il battesimo nel Giordano e anche alla fine con il martirio che subirà  ad opera di Erode.
“Giovanni è il suo nome”, contro le consuetudini di famiglia e con l’assenso del padre muto alla decisione della madre. E con questa scelta strana e fuori dalla tradizione inizia la sua storia di rottura e di provocazione per gli israeliti del suo tempo che si erano un po’ intiepiditi nell’attesa del Messia e non ci credevano più di tanto.
“Giovanni” significa più o meno “Dio ha avuto misericordia”. In questo nome il Battista trova il senso e la forza della sua vita. Se mai un giorno si è domandato “che senso, che direzione ha la mia vita?”, nel nome ha sicuramente trovato risposta.
Noi tutti, oltre al nome che i nostri genitori hanno scelto (secondo le più disparate motivazioni) e che ci identifica in modo superficiale, abbiamo un nome profondo che è marchiato nel cuore della nostra vita. E’ il nome di Cristo.
Il nome che dà  senso e direzione alla vita è proprio questo. E non lo posso dimenticare. E so che è il nome che porta anche chi mi sta accanto e che incontro, anche se non ricordo il suo nome e cognome anagrafici. So che è Cristo come lo sono io. E io e lui abbiamo quindi la stessa vocazione ad amare ed essere amati come ha fatto il primo che ha portato il nostro comune nome: Gesù di Nazareth, il Cristo.

    Spero davvero di non dimenticare mai questo nome sia per me stesso in modo che da non dimenticare mai il senso ultimo di quello che sono e dove sono diretto.
    E spero di non dimenticare mai questo nome nel mio prossimo, che devo amare, onorare e sostenere… proprio come ha fatto a suo tempo Giovanni il Battista che ha amato, onorato e sostenuto Gesù.


Giovannidon

5 comments

  1. Noemi: da una radice ebraica significa ” mia dolcezza” .
    Nella bibbia è il nome della suocera di Rhut….
    Spesso mi chiedo se riuscirò anch’io ad essere una suocera comprensiva, amorevole ed accogliente come il personaggio della bibbia?… Intanto auguro ai miei figli di avere mogli semplici ma fiere e virtuose come Rhut, da poter amare e rispettare.
    Un abbraccio
    Noemi

  2. … proprio come ha fatto a suo tempo Giovanni il Battista che ha amato, onorato e sostenuto Gesù… senza mezze misure, senza sdolcinato perbenismo, senza l’ipocrisia del “ma si, tanto che male è”, con fermezza, con vera Fede, sempre sì sì, no no!!!
    E non è proprio il contrario di quello che vediamo?
    Giustamente dici che abbiamo un nome indelebilmente impresso: Gesù Cristo! Però…
    A tutti coloro che andavano da lui, attratti dalla radicalità e dalla forza del suo messaggio, Giovanni annunciava che era tempo di chiedere perdono a Dio per i propri peccati e di convertirsi, cioè di cambiare il modo di vivere.
    Tutti coloro che decidevano di cambiare vita, di essere fedeli alla legge di Dio, Giovanni li battezzava, cioè scendeva con loro nell’acqua del Giordano e li immergeva completamente nel fiume, per prepararli alla salvezza del Signore.
    E oggi: che possiamo dire?
    Sarebbe felice Giovanni il Battezzatore di vedere quello che si vede?
    “Convertitevi e credete al Vangelo” direbbe con ancor più forza di ieri, con rabbia, con disperazione, forse…
    Coraggio, aiutami San Giovanni, nel mio cammino di conversione; aiutami a non dubirate mai dell’Amore di Dio.
    Aiutaci tutti, San Giovanni, a non tradire Gesù che per noi si è fatto inchiodare sulla croce.
    E auguri sinceri di buon onomastico, caro johnDon.
    Auguri e… buon camposcuola e grest.
    By by

  3. Ciao Don Giovanni,
    Ti scrivo alla Germania per fare un commento molto breve al processo di nominazione. In Africa in genere e nella nostra cultura tradizionale il nome di un bimbo veniva deciso in famiglia. E il padre era l’ultima persona che chiudeva con la sua autorità . Il nome di una persona segna il suo destino (e dal nome si capisce tutto il peso dell’essere personale). Il nome può significare un ringraziamento, una rabbia, richiamare un conflitto durante la gravidanza o altre cose. Non si da un nome perche mi piace, deve avere un senso. Perche mi chiamo Fiodemo? ” la morte nella vita sembra forte perche disttrugge,ma anche quelli che sono morti hanno lasciato delle azioni che i vivi ne approffittano”. Dei morti ricordiamo le buone cose .
    Lui si chiamava Giovanni Battista. E perchè tu ti hanno chiamato Giovanni, Luca, Andrea, Marcellina?
    Auguroni Carissimo.

  4. Sonia: deriva da Sofia che significa sapienza e saggezza. Mi piace pensare di tendere verso la sapienza, verso il saper riconoscere ciò che è buono da ciò che è male per me e per gli altri, verso l’apertura totale all’amore di Cristo…ma il percorso è arduo…passo dopo passo, grazie anche a chi ci fa riflettere, come te Don, possiamo proseguire sui nostri rispettivi cammini…

    Flor

  5. Ciao don! Anche io cm vedi mi chiamo Giovanni, e in questo period della mia vita (18 anni) vedo cm il nome che assumiamo davanti a Dio è importante: cm Cattolico, ho più volte il compito di “gridare nel deserto”,ma ogni volta che tutto mi va male, Gesù mi rende cosciente che sono il discepolo che Lui ama. Per toccare uno un po’ più moderno, non manca mai che la Madonna mi abbia messo a fianco un “Grigio” cm don Bosco…quindi, il nostro nome è importante!!! Questo tuo modo così bello d’esprimerti, è anch’esso un gridare nel deserto. E’ da essere fieri di un nome così bello, sapendo che più talenti abbiamo, più dobbiamo fruttarne! Pace e bene!
    P. S.Anche io disegno, e qualche volta anche sulla mia penna c’è finito il parroco o il vescovo 😉

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