Mi sbalordisce – anche se lo so da sempre – che nella S. Sede non sia abitudine comune e quotidiana per tutti la vita autentica del Vangelo: del Comandamento Nuovo.
Che qualcuno si senta più grande perchè deve servire (si definisce e si percepisce addirittura “in alto”, anzichè in basso come un “servo” – il servo è quello che, come una vanga, si mette sotto tutti per elevarli, “guarirli” e renderli apprezzati da Dio e dagli uomini; in fondo si “nasconde” per mostrare solo colui o coloro che deve servire).
Mi sbalordisce che nella S. Sede – e dovunque nella Chiesa universale – non ci si alleni come si dovrebbe, quindi dalla mattina alla sera, a dare realmente la vita – se fosse necessario – (e tutto ciò che è meno della vita!) per i nostri prossimi.
Questi apostoli che si vantano d’esser destinati alla funzione di papi e di vescovi (notare la faccia pagana di Pietro!), mi fanno quasi più pena dello scriteriato che aspira palesemente a occuparsi dello IOR, perchè nei loro sogni – non chiaramente agli antipodi dei “seggioloni”, degli onori mondani e dell’amor proprio – formano senza neanche rendersene conto il substrato che permette a tutta la Chiesa di imitare il ‘cornuto’.
Ieri ho letto qualcosa della meravigliosa vita del cardinale vietnamita Văn Thuáºn: 13 anni di duro carcere comunista (9 in isolamento totale) e una comprensione autentica del Vangelo ne hanno fatto un cristiano da imitare: direi semplicemente un cristiano: che cristiano sarebbe uno che non appaia da imitare da tutti gli uomini?…
Vorrei che in tutta la Chiesa ci fossero tanti François-Xavier Nguyá»…n Văn Thuáºn, tante Teresa di Calcutta, tanti Giovanni Paolo II, tante Chiara Lubich, tante Chiara Luce Badano, tanti Padre Pio, tante Gemma Galgani, tanti Francesco e Chiara d’Assisi, tanti Tommaso Moro!… Non è questo che desidera anche Gesù?
Mi sembra che Papa Francesco desideri sinceramente riportare la Chiesa al Vangelo e in questo sono perfettamente con lui. Ma se non lo aiutiamo tutti – scartando categoricamente anche noi tutti i nostri “seggioloni come lui -, che speranza avremmo che ce la faccia? E come potremmo poi criticare ancora la Chiesa, se siamo stati anche noi – se sono stato anch’io – a tradirla?…
Mi sbalordisce – anche se lo so da sempre – che nella S. Sede non sia abitudine comune e quotidiana per tutti la vita autentica del Vangelo: del Comandamento Nuovo.
Che qualcuno si senta più grande perchè deve servire (si definisce e si percepisce addirittura “in alto”, anzichè in basso come un “servo” – il servo è quello che, come una vanga, si mette sotto tutti per elevarli, “guarirli” e renderli apprezzati da Dio e dagli uomini; in fondo si “nasconde” per mostrare solo colui o coloro che deve servire).
Mi sbalordisce che nella S. Sede – e dovunque nella Chiesa universale – non ci si alleni come si dovrebbe, quindi dalla mattina alla sera, a dare realmente la vita – se fosse necessario – (e tutto ciò che è meno della vita!) per i nostri prossimi.
Questi apostoli che si vantano d’esser destinati alla funzione di papi e di vescovi (notare la faccia pagana di Pietro!), mi fanno quasi più pena dello scriteriato che aspira palesemente a occuparsi dello IOR, perchè nei loro sogni – non chiaramente agli antipodi dei “seggioloni”, degli onori mondani e dell’amor proprio – formano senza neanche rendersene conto il substrato che permette a tutta la Chiesa di imitare il ‘cornuto’.
Ieri ho letto qualcosa della meravigliosa vita del cardinale vietnamita Văn Thuáºn: 13 anni di duro carcere comunista (9 in isolamento totale) e una comprensione autentica del Vangelo ne hanno fatto un cristiano da imitare: direi semplicemente un cristiano: che cristiano sarebbe uno che non appaia da imitare da tutti gli uomini?…
Vorrei che in tutta la Chiesa ci fossero tanti François-Xavier Nguyá»…n Văn Thuáºn, tante Teresa di Calcutta, tanti Giovanni Paolo II, tante Chiara Lubich, tante Chiara Luce Badano, tanti Padre Pio, tante Gemma Galgani, tanti Francesco e Chiara d’Assisi, tanti Tommaso Moro!… Non è questo che desidera anche Gesù?
Mi sembra che Papa Francesco desideri sinceramente riportare la Chiesa al Vangelo e in questo sono perfettamente con lui. Ma se non lo aiutiamo tutti – scartando categoricamente anche noi tutti i nostri “seggioloni come lui -, che speranza avremmo che ce la faccia? E come potremmo poi criticare ancora la Chiesa, se siamo stati anche noi – se sono stato anch’io – a tradirla?…