domenica 15 febbraio 2009
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città , ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
(dal Vangelo di Marco 1,29-39)
C’è uno strano gioco di coincidenze incrociate tra questa pagina domenicale del vangelo e l’attualità .
In questi giorni è passata una legge che toglie il divieto ai medici di denunciare gli extracomunitari irregolari che si presentano per esser curati. In pratica, con questa norma, chi non ha regolare permesso di soggiorno in Italia, se si presenta per esser visitato e curato, rischia di esser rintracciato e di incorrere in tutte le conseguenze del suo esser clandestino. Questo ha fatto scattare una doppia paura: da un lato quella degli irregolari che hanno paura di esser scoperti e rimandati a casa, e dall’altro la paura dei medici che ritengono che questo porti molti extracomunitari con malattie più o meno gravi a non farsi curare più, con gravi rischi per l’intera salute pubblica. Spero che il dibattito sociale ed ecclesiale che molto si è infiammato sul caso di Eluana Englario si accenda anche su questa questione che ha non piccole conseguenze sia sul piano della salute che sul piano della solidarietà verso i più poveri.
Nel Vangelo si narra come proprio Gesù stesso dà ordine al lebbroso risanato di andare a “denunciarsi” all’autorità religiosa del suo tempo. Gesù dà questo ordine per via della stessa regola religiosa che faceva del lebbroso un “impuro” agli occhi di Dio. Gesù non vuole una spettacolarizzazione del suo miracolo, ordina infatti all’uomo guarito di non dire niente a nessuno (..oggi forse gli direbbe: “non dirlo ai giornali e non andare a Porta a Porta…” eheh). Gesù vuole che la guarigione sia vista per quel che è: un atto di carità e anche un segno di un mondo nuovo, quello del Regno di Dio presente in Gesù.
E’ da notare che Gesù non solo guarisce fisicamente, ma compie anche un gesto dal grandissimo valore simbolico: tocca il povero lebbroso. Gesù è mosso da un sentimento di compassione, cioè sente in se stesso lo stesso dolore di questo lebbroso che per via della malattia non solo è escluso dagli uomini ma è considerato come rifiutato da Dio stesso (questo era il pregiudizio di allora verso i malati). Gesù che proclama se stesso Messia inviato da Dio, toccando il lebbroso, non solo gli restituisce una pelle sana, ma anche una vita sociale e religiosa risanata. Per Gesù questo lebbroso è prima di tutto un fratello da amare e da toccare senza paura di esser giudicati e criticati.
Ma Gesù, con questa guarigione, non vuole solo sanare il singolo uomo, vuole sanare anche la comunità religiosa del suo tempo, che in base a pregiudizi antichi e profondamente ingiusti, esclude le persone malate e povere. Gesù vuole sanare la religiosità dei suoi contemporanei, dimostrando che Dio, prima di esser giudice, è Padre, un Padre che ha cura di tutti, specialmente chi è povero, malato e anche peccatore.
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Ovviamente le due denuncie di cui vedo in questa domenica un legame sono profondamente diverse. Quella della legge appena varata, a mio avviso, rischia di ammalare ancor di più la società nel pregiudizio e nella paura. Siamo infatti ammalati di paura e di pregiudizi che ci portano a diventare sempre più sospettosi e chiusi. La fede cristiana invece ci conduce in un’altra direzione.
E’ certamente rischioso fidarsi e aprirsi verso lo straniero che viene qui da noi carico di problemi e povertà . Ma non possiamo non prenderci carico della lebbra del nostro tempo che è proprio questa povertà che è sempre più vicina a noi.
Gesù ci mostra che la sua via è quella del compatire e del toccare e non certo quella del giudicare e del separare. Il nostro Maestro-medico vuole sanare non solo il lebbroso che incontra nella pagina del vangelo di Marco, ma vuole sanare anche noi, in modo che, presentandoci sulla scena del mondo, ci “autodenunciamo” come suoi discepoli, senza paura di esserlo e di portarne le conseguenze.
Giovanni don
Grazie, don Giovanni, per il puntuale aggiornamento settimanale del tuo blog con il commento e la vignetta sul vangelo della domenica che questa volta – ma non è la prima e nemmeno sarà l’ultima – “rimbalzano” nella prima pagina del foglio settimanale degli avvisi dell’unità pastorale di Trissino (VI). A presto…
Riprendo la tua frase: “E’ certamente rischioso fidarsi e aprirsi verso lo straniero che viene qui da noi carico di problemi e di povertà ” per raccontarti questo: sono stata a una conferenza per la formazione dei volontari Caritas, parlavano del Centro di Ascolto e un volontario a un certo punto ha detto: – Una volta una signora è venuta da me con un occhio nero (pesto) chiedendomi se le pagavamo le bollette, ma io ho capito che non era quello il problema più grosso, e volevo che “si aprisse” e solo dopo vari incontri mi ha detto che il marito la picchiava… Io ho reagito dicendo che non capisco che diritto abbiamo noi di voler sapere le altrui difficoltà dato che noi non gli raccontiamo le nostre, e certo, dicevo, nessuno qui si pone il problema di “aprirsi” con lo straniero… e allora diamogli quello che chiedono o che riusciamo (magari fosse possibile andare oltre il pagare le bollette e trovare il lavoro, la casa) e poi diamogli insieme alla fiducia la parola. Insegnamogli a parlare italiano, parliamo con loro per dare loro dignità . Così forse ci riuscirà di “aprirci” a vicenda. Ma dai Gioba, che siamo a volte un po’ telepatici!!! Ciao da Telepazìa
Grazie Giovanni don… Gesù depresso …non lo lasciano lavorà !
da quando ho scoperto questo spazio ti seguo con interesse e compiacimento per l’opportunità .
(vedi come si può nella vita essere concreti, come attuare il Vangelo , cosa possiamo fare, se si può, almeno confrontarci sui problemi che ci toccano) L’opportunità …. che ci offri sia di conoscenza, di opinione, di liberazione mentale da pregiudizi per arrivare ad una integrazione sociale giusta e necessaria dello straniero…secondo il commento odierno.
Ma la paura? I pregiudizzi sono sempre più grandi e forti . Forse idealmente siamo d’accordo. La paura ci immobilizza, il più delle volte cerchiamo di evitare di essere coinvolti. Io desidero che siano coloro che ci governano ad assumersi più seriamente la responsabilità . Il governo dovrebbe essere più attento e presente per evidare danni e promuovere azioni a favore di tutti, andando a studiare il fenomeno sociale.
Di fatto viviamo male il fenomeno degli extracomunitari per insufficiente competenza, conoscenza , mancanza di responsabilità
..togliere il divieto di denunciare ai medici…è autoaccusarci di incapacità ad alti livelli di saper gestire il fenomeno…così si farà risentire in modo peggiore il problema e con peggiori conseguenze su tutta la popolazione…bisogna gridare aiuto, dopo?…così da un male se ne aggiunge un altro e il problema s’addosserà sempre di più sulla popolazione sofferente…sofferente…sofferente sempre sofferente
La legge e per cacciare l’extracomunitario…….. e il volontariato può poco.
Il divieto ai medici…è mettere in conflitto i sentimenti del “medico”..
che orrore? te curo e te denuncio …te ne ritorni a casa tua…..non te volemo!
Il pericolo paventato da chi scrive non esiste: la legge approvata ha solo cancellato il divieto di denunciare, ripristinando una situazione in auge prima del 1998, mi pare. Non ha sancito un obbligo. Forse per senso di responsabilità , prima di intervenire su temi che scaldano l’opinione pubblica sarebbe bene informarsi correttamente
caro don , ti ringrazio per le vignette veramente vivaci, belle e………. piccanti !!! Mi piaceva però che tu facessi una vignetta che diceva sul caso di eluana englaro ,dato che era la giornata della vita (oppure in qs domenica ). Come mai. ??? Speravo che qs cosa avvenisse anche perchè in merito ai problemi che stiamo vivendo e che sono di forte attualità , questa vignetta non te la dovevi ” far sfuggire”. CMQ mi piace molto il tuo fare.
Grazie , don Fabrizio
condivido le sue parole..grazie del suo insegnamento.
apprezzo anche le sue considerazioni sull’attualità , il riferimento alla legge che obbliga i medici dei pronto soccorso a denunciare la presenza di immigrati irregolari che si presentano per essere curati. Chi sono questi immigrati irregolari???… sono stato caposala di un pronto soccorso della provincia di Firenze per 4 anni, quindi quello che dico l’ho vissuto sulla mia pelle, e conosco molto bene il problema..quindi… gli immigrati che venivano in pronto soccorso ( soprattutto clandestini ) erano soprattutto classificabili in 3 categoria, tutte delicatissime, 1 ) bambini, arrivati in Italia per ricongiungersi con la famiglia e non essenso regolari non avevano pediatri di riferimento; 2 ) donne in gravidanza ( non importa ricordare che spesso erano ragazze molto giovani , senza esperienze di questo genere ), che anche per piccoli problemi si rivolgevano all’ospedale ( le immigrate non godono della tutela della maternità !!! ); 3 ) giovani uomini che venivano in PS per infortuni sul lavoro, questi non svolgono mai lavori tranquilli, ricordo molti operai edili, boscaioli, operai agricoli = tutte realtà dove infortunarsi è molto ma molto facile.
ma dove stiamo andando ??? è questa l’amore che ci insegna gesù??
Caro don Giovanni, spero che la tua intelligenza brillante ti abbia spinto a cercare il paragone tra il “caso ” Eluana e il la possibilità o meno data ai medici di denunciare gli irregolari.
Spero che questo tuo paragone sia una provocazione… non voglio pensare che tu possa mettere sullo stesso piano di gravità e di priorità le due questioni. Un immigrato denunciato (sta alla coscienza del singolo medico fare o meno la denuncia: non esiste obbligo se non quello di curare) non è una persona ammazzata. Non mi puoi venire a dire che tutto ‘sto casino x Eluana spero che adesso lo facciano anche per questa legge. Non me lo puoi venire a dire. Ma se vuoi contattarmi sarei contento di approfondire la cosa personalmente.
Sr Maria ha fatto il servizio migliore che poteva fare: quello dire ai media di essere precisi per non agitare la popolazione.
Grazie.
Seguo da poco (ma con molto interesse) questo blog, soprattutto per la freschezza, la semplicità e l’intuizione con cui si trattano temi a volte “scottanti” dei quali spesso (forse per non scottarsi) si finisce per non parlare. Questo mio intervento è soprattutto rivolto a quanti in questa discussione hanno messo in dubbio il parallelo proposto da don Giovanni tra il caso Eluana e il caso “clandestini”. E offro di seguito il mio punto di vista.
E’ certamente vero che sotto tanti aspetti non è possibile accostare la vicenda di Eluana con il problema sollevato dalla legge in questione perchè, come ha osservato qualcuno, nella prima vicenda c’è stato chi ha preso una decisione (di morte) per un’altra, il che è gravissimo. Allo stesso stesso tempo faccio notare che il problema di fondo però è lo stesso: la tutela della vita, la dignità dell’uomo. Quando la Chiesa, ispirata dal Vangelo di Cristo, predica la tutela della vita, indende dal suo inizio fino al termine naturale. Secondo me parliamo tanto di aborto, fecondazione assistita, eutanasia, accanimento terapeutico…ma chi si ricorda di tutelare la vita nel periodo che sta in mezzo, tra la nascita e la morte? Tutela della vita è anche battersi contro la guerra, tutela della vita è anche restituire la dignità a quel poveraccio che è dovuto scappare dal proprio paese, è tutelare le donne stuprate (possibilmente prima che si trovino nell’atroce dubbio se tenere o no il frutto dello stupro), ecc… Dico questo perchè credo che noi cristiani dovremmo smettere di venderci ai primi politici che producono solo slogan cristiani, ma che di cristiano non hanno nulla. Non facciamoci prendere per fessi: Cristo è venuto a portare la verità , e la verità è che non si può impiantare un caso mediatico per Eluana (in nome del diritto alla vita) se poi non si fa nulla per tutelare le tante altre forme di vita che pure ci sono e che stanno ancora lì in attesa di un provvedimento urgente. Io, francamente, in quei cristiani seduti su quelle poltrone non mi riconosco, e voi?